Critica Sociale - Anno VII - n. 10 - 16 maggio 1897
B 158 CRITICA SOCIALE Xon è qui il luogo d1 vagliare lo molteplici ipotesi dei pellatrrologi sulla etiologia della pellagra: se sia il male della mise,·ia; so si debba a!l'aV\'elenamento maidico, per il oe1·de1·ame, come opmano il Verga ed altri, o por la pcllag,·ozeina, corno ,•uole il Lombroso, o per l'acrotnna ammoniacale, come pen a il Seimi; se si tratti di una micosi inteninnlo dovuta al bacterium. mnyd11, secondo il Caboni; questioni ancor tutte sub judice. Al Eociologo basta che il morbo trova la. sua ragiono d'essere nell'esclusiva alimenta::ione maidica accoppiata alla in1uhiciet1:a del cibo i insufficienza che, so non ò causa. diretta, scema però la resistenza del– l'organismo all'aziono dei J>rodolti dei bacteri, corno JH'O\'Ò il pror. Oe-Oiaxa con lo suo ossel'vazioni speri– montnli bactel'iosco1>iche ijU conigli sottoposti a diverso nllmenlnzioni. o,·a, a prescindere da Lntto il gilL detto, basterebbe la pellugra a. farci mttlecliro unn form1Ldi contratto e di cullul'ti. che no permetto il sorgoro e lo svilupparsi. Chi vide una volta sola al manicomio una sala di pella– grosi, cogli occhi sbarrati, quasi riflettenti il fuoco cho denlro li brucia. con le P0\'81'0 ischeletrite membra (cho han tanto faticato) agitantisi in spasmi con, 1 ulsi nella camicia di forza, dove aver sentito il rossore nl volto, pensando alla. menzogna del preteso bcnessero dei mezzadri. Or come 1\1 possibile elio questo spaventoso nemico piantai.so lo sue tende rra. noi~ Como avvenne ch'esso accendesse, sulla mucosa gastricil dello zeofago conta– dino, i fuochi del bivacco ai quali sembrano riscaldarsi lo avanguardie flnchò non sia giunto il grosso dell'cser• cito J>Crmuo,·cre alla conquista della sostanza nervosa indebolita? Trasse esso lo sue origini dall'aumentato ma.tesser-, generale, o dallo imbastardimento della mcz– zndria dovuto all'ingordigia padronalel Ovvero questa forma agricola poru,,•a in sò già fin dall'origine il gorme dissolvente, sopratutto poi co111inuodepauporn.– mento del terreno, cui non b1Lst1rno a porre riparo lo 1·otazioni,o neppure le concimazioni, dacchò è il colono oho dee p,·ovvedore il concimo, mentre non gli basta il pano t Cerlo questi cocfllcienti ebbero la loro importanza, ma la cagiono del malo ò anche più profonda, è nello organismo stesso della mezzadria, il quale, ove fosse quell'organismo armonico che pretendono i suoi apolo– gisti, ancbbe do,•uto, con la sua progressiva e,·olu– zione, aumentare il benessere dei contadini, mentre si risol\'ette In un accumulatore di malessere. Ben a ra– gione il Saivioli in queste stesso colonno lo tacciava di menzogna(') e insorgeva contro questa. forma ibrida ed ipocrita di com1>artocipnzione leonina; e in,'ano si atra111un•n il Bruttini a difenderla, illustrando la e ,·era mezzadria•, che ò quella toscana.(') Non io negherò che il mezzadro toscano sia meno infelice e denutrito del nostroi o in,•ero non ci vuol molto a sorpassare i 500 a 600 gr. di rarina di granoturco, inafllati d'acqua pura o mista con aceto artiflcialo ricco d'acidi minerali deleteri, elio costituiscono l'unico premio alla gil)rnala faticosa del colono umbro. Mu. anche cotesto e meno poggio• ò da. domandarsi se sgorghi pr·oprio dallo Lur, gido mnmmcllo clollu. mczzndrin. o non sia piuttosto, come lo erodo, il portato di condizioni speciali alla. Toscana, mnssima. rra osso la grnndo esportazione del besliame, ,•ora. specialità dt quello regioni, sopraLutlO (') Le mcn.rog11e dtll4 me.uadrta, CRITICA SOC!ALB,fo9J, pa• gin& :,5;, ('I /H dl(Utt del(tt mt:.r~ttdl"ffl, Ibidem, IP91,pag. ;, della Val di Chiana, insigne pei tori da razza, bi:rnchi o solenni davvero come monumenti. Nò pili ci pe1-suado l'CSPmpio dello contadine senesi, cnricho di seta e di gioielli, ~econdo la pinoresca ran– tnsin del Bruttini. Casi eccozionnli di questo genere no conosciamo anche nelle )larcho, massimo in provinci:l di J\ncona, o sappiamo anche come si rormarono coteste piccolo fortune contadinesche, cito del resto consistono in quei 1>ochiarredi cd ornamenti gelosamente custo– diti e trasmessi di generazione in generazione dallo spirito conservati,·o del contadino. Il più spesso furono il frullo di sottrazioni abilmente ratto subire alla. e parlo del pndrone ~ colla complicità di qualche fattore com– piacente nl ser,•izio di JH'OJ)riotal'il'icchi o noncuranti: talora ebbero origino clttlla pr0Le1.ioneacco1·data a qual• cho contnclimLbelloccia, le cui grazie le procurarono una lloto o valsero ulla suf\ 1'1uuiglia. il privilegio di essere la. favorita del pn<lrono 1 che no accoglievn. in casn come guatteri o servi alcuni dei membri esube– ranti. Non di rado fu il manulcngolismo al brigantaggio, iià fiorente nei ,•asli boschi della verde Umbria, che permise di raggruzzolare quelle poche centinaia di lire, che poi, prestate ad usura a contadini J>iù po"eri, crearono cotesli peculi, dei quali la mezzadria, come si vede, è por sò stessa innocente. Ohimò ! l'albeJ"O cielpane (come qualche ottimista do• fini la mezzadria metto oggi lo spine del l'O\'elo e non produce che l'amaro frutto dell'aloe. E il rauco lamento del pellagroso sostituisco la zampogna d'Arcadia. (/,a f111eal pi-01111110 mm1ero). En~LINO Lt:o:- .A.IU >I. L'ILLUSIONE DEL DECENTRAMEN <') c..... le illusioni del signor G. M. }"'iamiugo li bignor G. M. riamin,rn ha clii.tu.t.eslò alle stampo un'opo1·a tlal titolo: L'1llus,one ctet decentramento. Non ò c!Jo una. ril'l'iL!ur·a - con gli stessi svarioni di g1·um• m1Ltica, o di sintassi - di un ullro suo lavoro: U p1·0- te;;ionisnw sociale contempo1·tmt.'D, o, 11ttluralmente, è, come il primo, per la massima. parte diretto a sconfig– gere il socialismo. Ma vediamo. Il signor O. M. f'iamingo si diffonde a dimostrare come i mali della presente società. debbano tutti a questo attribuirsi: che lo Stato è dagli uomini, che ne posscj("ono il governo, assar,·ito esclusivamente ai loro interessi, che, cioè, lo tato esercita una (un– zione protettrice della. classe, la quale in un dato mo– mento storico lo detiene, cho lo Stato ò l'organo di sfruHamculo o di parassitismo soci;_lle.Onde il p enetrare dello Stuto in tutto lo maniJ'estuzioni dell'attività. urna.un, J)Cr limitarle all'interesse della classe dirigent e; onde f~ici~~~•~~~c~èstL~~al\\m~~!ton~:~o :;~~~~~;;~~~~~~d: ancor;L l'allugarsi d ello funz ioni dello Stato e 11crescere continuo dello spese rela.th •c. o cosi è, conchìude egli, occorro abolire lo S tato co me org1rno di sfruttamento sociale o farne l'organo della proprietà. privata e della giustizia, abbandonando alla libera. attività indh 1 iduale lo funzioni .: cosi malo colmate da tale macchrna. in– zncchcrata o logora•; poichècol decentrame~lto ammi– nistrativo altro non si ruobbe se non e sostituire tnnli singoli mali, che ci tra"aglino da più vicino, ad un male unico ». Questa. ò la tela del libro. 1-:dil signor G i\!. Fiamingo si cull/L nolhL dolco illusione lii avere trovata. hLsolu~ ziono del problema. « Abolinmo lo Stalo or~ano di pa.• ra~sithnno socitllo; lo si nu11Ho1uca organo soltant.o della p1·opr1c1ùpri\'ula o della. giu!'ìt1zm•• ecco. il ;.crillO,nl qualu s-ti de"o band11·0 lu. nuova c1•oc1a1a.E e\•id-,utu la ,·ontru.ddiz1one 10 termini di una. tale proposizione; bi- ,,, Roma, Società editrice Dante Allghleri. 18ti,
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