Critica Sociale - Anno VII - n. 10 - 16 maggio 1897
CRITICA SOCIALE 155 il carro avanti i buoi. e adunque il Malon con– trappone qui quelle obbiezioni al marxismo, vuol dire che egli ritiene il contl'ario: ritiene che queste forze morali possano se1•vire di « leva » alle ri– fo1·me economiche; che insomma un rinnovamento morale possa p1·ece<tere o determinar·e il l'iuuova– mento materiale. Ciò che, scrive il Ferrero dopo aver brillantemente esposti i pe1·icoli di questa teoria, « è come voler vuotare un pozzo con secchie sfon– date; non solo l'acqua resta allo stesso livello, ma spesso anche s'intorbida. rimescolata dalla secchia che invano , 1 i si agita denlro ». (') . .. Noi pensiamo che la morale sia stata assisa sol– tanto da J. Stuart-:\lill sopra una base incrollabile: e cioò « che il piacere e l'as:Jenza di dolore sono le uniche cose desiderabili quali fini; e che tutte le cose deSiderabili.. .. sono tali o pel piacere che hanno in sè medesime, o come mezzi promoventi il pincere e l'esenzione dal dolore •· (') Morale altruista nel senso rigoroso della parola; altruista tanto negli efl'etti quanto nei motivi; morale cioò che non solo operi nei suoi effetti il bene altrui, ma che ti-agga anche i suoi motivi unica– mente dal bene altrui, per sè stesso, e non pili in là, e non dal piacere che trova !"animo dell'agente nell'opem1·e il bene degli altri, non è possibile. i ricadl'ebbe, ammettendola, nella dottrina di Kant pe1·cui « la buona volontà o la buona intenzioue, l'atto senz'altro scopo che il compimento delle legg-i della morale per sè stesso, è tutto nell"etica •· (3) Dottrina di cui si burla giustamente lo Schiller con questo epigramma : « Scrupolo di coscienza: lo mi adopero volentieri per gli amici miei, ma ahimè! lo raccio per inclinazione, e ho quindi spesso il rimorso di non essere virtuoso. - Doci:1ione: Una cosa sola ti resta a fare: cercare di rlisprezzare questa in– clinazione e fare con ripugnanza quello che il do· vere ti ordina di fare. » l 4 ) Ora ò evidente che, l'unico fondamento solido della morale essendo la felicil/t, se l'ambiente so– ciale è tale da incombere come una grave neces• sità sull'individuo nel senso di spingerlo a com– pie,·e atti nocivi agli altri. pena la sua stessa conservazione, egli li compiri\, e uon potd\ abban• donarsi agli impulsi che lo porte1·ebbero invece a cercare la sua sodrlisfazione nel compiere il bene altrui. Per tutti coloro che questi impulsi sentono e che sarebbero quindi capaci d"una moralità su· pe,·iore, non sarà possibile seconrla1·1ise non quando l'ambiento sociale non sarà più tale. che rindi\'iduo più « adatto » ad esso sia colui che p,·atica una mo1•ale inferiore, l'igorosameute egoistica. C) Il che viene a significare che la riforma sociale dovd1. necessariamente precedere il rinnovamento morale. Oggi coloro, che possono cedere agli impulsi che lì spingono a ope1•are il bene degli altri, sono sol– tanto quelli che la condizione economica, in cui sono posti, non preme con ferrea necessità costrin– gendoli a fare il cont1•ario. Noi non crediamo però che essi siano una così piccola minoranza, come pensa il Pontana nell"accennato articolo. Perché, se nessuno 'si conceder-i\ il lusso di ese1·citare questa morale supe1·i01·ea prezzo della stessa esistenza, alcuni pe1·ò si possono concodtwe. o si concedono in fatlo, quella di eserci1a1·la rinunziando soltanto ad alcuui dei vantaggi e delle comodità dell'esi• (1) J,'1mR1tRo, c,'Hw·o1,a G1or:n11e, Tre\·u. t8!>i,pag. 40S. ( 1 )$.TO,\llT•MILl,./,'UUlitarumo. VPn.llal. Torino, Hll6, png. tG-17. t•) MALO~, /,a Morau Sociale, Jllll{. !tH (i) MAI.o:,., I.a il/orale SDClale, P•$!'· !ù,. (•I Vt(II Il no11ro articolo« 1:etlc:1. lndil'lduale nella soclelA ca– l)ltall1ta •• nelln Crmca Soctalc del t6 1euembre 1893. G, B an stanza che potrebbero altrimenti raggiungere. E che questi tali non siano poi pochissimi lo dimostra lo stesso movimento socialista. li movimento so– cialista rappresenta per tutti i suoi seguaci un'a• zione utile ed efficace soltanto pe1·gli altri, giacché nessuno può spe1·are di vivere tanto da gode1·e i vantaggi della nuova 01·gauizzazione economica. E:1sorappresenta inoltre uu disagio immediato - un danno emergente e un lucro cessante - per la grande maggioranza dei suoi adepti. Eppure esso s·anarga sempre più. Ciò vuol dire che esiste un abbastanza forte numero di persone che soddisfano meglio alle loro tendenze col lottare per un'ideale che non coll'aumentare i piaceri puramente Cgo– ttstes. E con ciò si è risposto anche implicitamente alla domanda più sopra posta. !'{un ò il pu,·o alt1·uismo che conrluce al socialismo. E semplicemente il bi• sogno utilitario di soddisfare tendenze, di cedere a impulsi della propria psiche, col c he soltanto (anche a costo di rinunciare ad alt.ri vantaggi e piaceri) uno può r<!gginnge1•e il m.a xim.uni sog– g+:,ttiYodi fe:icifa. E qnel bisogno utilitario di al– larg:ll'e la propria sfe1-amorale, cosi bene espresso dal 'l'aine: « Finchè un uomo non s'interessa che a sè. alla propria fortuna, al proprio a,•anzamento, al p1·oprio successo personale, egli s'interessa a ben poco; lutto ciò è di mediocl'e importanza e di corta durata, come lui stesso. A lato di questa ba1·c:.1. che egli conduce con tanta cura, altre \'8 ne sono, a migliaia e a milioni, di pal'i sll'uttura e di dimen– sioni supergiù uguali; nessuna di esse vale molto, nò la sua vale di più. In qualunque maniera egli la p1·ovveda e la manovri, essa resterà sempre ciò che è: rislretta e fragile; egli ha un bel pave– sarla, decorarla e spingerla nelle prime filo; in tre passi ne fa il giro. Invano la ripara e la risparmia; dopo qualche anno essa fa acqua; un po' più presto, un po' più tardi, essa s'affonda, sta per sommer– gersi, ~ con essa perh·à tutto quel lavoro che è co• stata. E egli ragionevole di lavorare tanto per essa, e un cosi tenue oggetto vale esso la pena di un cosi grande sforzo? » ('). Colol'O a.dunque, nei quali questo impulso ad estenrle1·e la pmpria vita oltre i confini del proprio io si ra sentire e chiede di essere soddisfatto, ver– l'anno al socialismo. anche senza bisogno che questo stemperi la teoria rlella lotta di classe nel vago e sentimentale altruismo maloniano, 1 1 inunciando alla logica ferrea e potente e alla scientifica. precisione cli quella. V~l'l'anno a.I socialismo. perché esso è l'unico grande mo\'imento ideale odiern9 che possa sodrtisfa1·eadeguatamente quell'impulso. E da questo punto di vista un vero e propi-io succedaneo a ciò che in altri tempi fm•ono i movimenti religiosi.(') Viceversa, nella coscienza di coloro in cui quelìo impulso non opera, non vi sa,·:\ predicazione al– truistica capace di farlo nascere. La loro risposta sat'il sempre quella di Gryllus ad Ulisse: < Il mio temperamento, come porco, è cosi felice che mi mette al di sopra di tutte quelle belle cose. • (') . .. Il fondamento positivo della morale è adunque, in ultima analisi, sempre la felicità, l'utilitarismo. 1 1 ) TAINP:, 1.n reco,11ti-11ct1011de la F,•a11cccn 1800, I, Uev11edu deu~ mo11de,, t!I a,•ril tSòJO. 1'1• Quanf1o I critici 1rodcrnl ))Arfano della rin11.tcen1:arellirlosa del ll081rl lerupl, SOJ,:"lionoaccennttre al Tolarolsmo, 11ll'E@erclto della fl.llu1e e alle molle sette neo-crl1ti11ne che pulJuliino in Europa e In A meri ca; e non ai accorgono che 111. ,·era forma. nuo""a e moderna di religione è il aot:lati1mo tede1co. » Guo1.11u10 fl'1tn• a11:11.o, L"f.)o·oru1 Oioi:ane, Tre\·ee., t&97, JllllJ. 90 e segg. (') MAt.O:t, l,n Morate Sociale, paa. !G.
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