Critica Sociale - Anno VII - n. 9 -1 maggio 1897
140 CRITICA SOCIALE se si trattasse di una grave questione di pubblico in– teresse, come quelle a cui ho accennato io più sopra! « Sta bene che la coazione debba essere minima, e possibilmente più morale che fisica, e che si debbano rispettare i dritti delle minoranze e ammettere in taluni casi perfino la secessione della minoranza dissilJeute. Ma insomma è questione di più e .di mono, non cli es– sere o non essere; di modalità, non di princip:o. « Nei casi, in cui ciò sia utile e necessario, dico io, non è contrario ai principi anarchici nè addivenire ad una votazione, nè provvedere all'esecuzione delle deli– berazioni prese: e quando queste cose non si possano fare (per ragion di numero o di capacità) dagl'interes• sati direttamente, non è contrario ai principi anarchici che, preso lo debite precauzioni r:ontro i possibili abusi, si deleghino ad altri. «: Perciò io ho detto - e credo aver ben dotto - che il parlamentarismo non è destinato a sparire interamente, e qualche cosa ne rimarrà anche nella società. che noi vagheggiamo. » . .. Delle due osservazioni qui sopra fatte, Malatesta. ha accettato completamente la prima: sicchè il campo della disputa. si è venuto restringendo. Egli ha scritto repli• cando alla mia. risposta: « Noi pensiamo che in molti casi la minoranza, anche se convinta cli aver ragione, deve cedere alla maggio– ranza, perchè altrimenti non vi sarebbe vii.a. sociale possibile- e fuori della società è impossibile ogni vita umana. E sappiamo benissimo che le cose in cui non si può raggiungere l'unanimità, ed è necessario che la minoranza ceda, non sono solo le cose di poco momento, ma anche, e specialmente, quelle di importanza vitale per l'economia. della collettività. « Noi non crediamo nel diritto divino delle maggio• ranze, ma nemmeno crediamo che le minoranze ra}lpre– sentino sempre, come ò stato <letto,la ragione ed il pro– gresso. Galileo aveva ragione contro'tutti i suoi contem– poranei; ma vi sono oggi alcuni che sostengono che la terra ò piatta e che il sole le gira intorno, e nessuno vorrà. dire che hanno ragione perchò sono diventati mi– noranza. Del resto, se è vero che i 1·ivoluzionari sono sempre una minoranza, sono anche sempre in minoranza gli srruttatori ed i birri. e Cosi pure noi siamo d'accordo col Merlino nell'am– mettere che ò impossibile che ogui uomo faccia tutto da sè, o che, se anche fosso possibile, ciò sarebbe som– mamente svantaggioso per lutti. Quindi ammettiamo la. divisione del lavoro sociale, la delegazione delle funzioni e la.rappresentanza. delle opinioni e clegl'inte– ressi l)ropri affidata ad altri. e E sopratutto respingiamo come falsa e 1rnrniciosa ogni idea di armonia provvidenziale e J'ordine naturale nella società., 1>oichècrediamo che la. società. umana, e l'uomo sociale esso stesso siano il prodotto d'una lotta lunga e faticosa contro la natura, e che, se l'uomo ces– sasse dall'esercitare la sua volontà cosciente e si abban– donasse alla. natura, ricadrebbe presto nell'animalità e nella lotta. bruta.le . « ~fa - e qui è la ragione per cui siamo anarchici - noi vogliamo che le minoranze cedano volontariamente, quando cosi lo richieda. la necessità. ed il sentimento di solidarietà. Vogliamo cho la di\'isione del lavoro non divida gli uomini in classi, non raccia gli uni diret– tori e capi, esenti da ogni lavoro ingrato, e condanni gli altri ad essere le bestie da soma della società. Vo– gliamo che, delegando ad altri una funzione, cioè inca- B1b1otecnCJ1no Biarco ricando altri di un dato lavoro, gli uomini non rinun– zino alla propria sovranità, e che, ove occorra un rap– presentante, questi sia il porta.parola de' suoi mandanti o l'esecutore <lelle loro volontà, e non già colui che fa. la legge e la fa accettare per forza. E crediamo che ogni organizzazione sociale non fondata. sulla. libera e cosciente volontà dei suoi membri conduce all'oppres– sione o allo sfruttamento della. massa da parte di una piccola. minoranza. e Ogni società autoritaria si mantiene per coazione. La società. anarchica de\'e essere fondata sul libero accordo: in essa bisogna che gli uomini sen~ano "i va.– monte ed accettino spontaneamente i doveri della vita sociale, e si sforzino di organizzare gl'interessi discor– danti e di eliminare ogni motivo di lotta intestina; od almeno rhe, se conflitti si producono, essi non siano mai di tale importanza da provocare la costituzione di un potere moderatore, che col pretesto di garantire la giustizia a tutti, ridurrebbe tutti in servitù. « Ma se la minoranza non vuol cederf:\t dice Merlino. E se la maggioranza vuol abusa.re della sua forza? do– mandiamo noi. « E chiaro che nell'un caso o nell'altro non v'è Anar• chia. possibile. e Per esempio, noi non vogliamo polizia.. Ciò suppone naturalmente che noi J>ensiamoche le nostre donne, i nostri bimbi e noi stessi possiamo andar per le strade senza che nessuno ci molesti, od almeno che, se qual– cuno volesse abusare su di noi della sua forza supe– riore, troveremmo nei vicini e nei passanti più valida protezione che non in un corpo di poliziotti apposita– mente stipendiati. Ma se invece bande di facinorosi vanno per le strade insnlta.ncloe bastonando i più deboli di loro ed il pubblico assiste indifferente a la.le spetta• colo? Allora naturalmente i deboli e quelli che a.mano la propria 1ranquilliH1invocherebbero l'istituzione <lella. polizia, e questa non mancherebbe di costituirsi. Si po– trebbe forse sostenere che, date quelle circostanze, la polizia sarebbe il minore dei mali; ma non si potrebbe ce1to dire cho si sta in Anarchia. La verità sarebbe che quando \''ò tanti prepotenti da un lato e tanti Yili dal– l"altro l'Anarchia non è possibile. e Quindi ù che l'anarchico devo sentire fortemente il rispetto della.libert.à.e del benessere degli altri; o deve fare di questo rispetto lo scopo precipuo della sua propaganda .. « Ma, si obbietterà, gli uomini oggi son troppo egoisti, troppo intolleranti, troppo calti\'i per rispettare i di– ritti degli altri e cedere volontariamente alle necessità sociali. « Invero, noi abbia.mosempre riscontrato negli uomini, anche più corrotti, tate un bisogno cli essere stimati ed a.ma.ti, e, in dato circostanze, tanta capacità clisa.crillcio e tanta considerazione dei bisogni degli altri, da sperare che, una volta distrutte· colla. proprietà individua.le le cause permanenti dei più gra\'i antagonismi, non sarà difncile di ottenere la libera cooperazione di ciascuno al benessere di tutti. e Comunque sia, noi anarchici non siamo tutta l'uma• nità e non possiamo certamente far da. noi soli tutta la. storia umana; ma possiamo e dobbiamo lavorare per la. realizzazione dei nostri ideali, cercando di eliminare, il più possibile, la lotta o la coazione dalla vita socia.le . « E dopo ciò, ha ragione Merlino di sostenere che il parlamentarismo non può sparire completamente, e che ne dovrà restare qualche cosa anche nella società da noi vagheggiata 1
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