Critica Sociale - Anno VII - n. 7 - 1 aprile 1897

CRITICA SOCIALE 100 accrebbe pili che con la fama di cento vittorie. E la Francia stessa, oflesa dall'asserita ingratitudino dell'Italia, toglie la sua vendetta, e se no appaga, nell'osteggiarla sul campo economico: o bet-sa– gliando il credito italiano ingombra lo citti\ nostre di maggiori 1-0,ino, cho non Carlo VIII ad esperì• mento delle nuove artiglierie; e facendo versai-o per le terre pugliesi i vini rimasti invenduti, le devasfa più o peggio, che non Luigi X 11bagnan– dole di sangue. E l"loghillet·ra - cui Napoleone, decretando il blocco continentale, a,,e,•a gfa fatto sentire i nuO\•i sistemi di guerra - gmvemento provocata dagli Stati Uniti nella questione del Venezuela, l'ispondealla sfida lanciando sul mercato i valori americani; e suscita così maggior panico a New-York che all'approssimai-si di una flotta, o maggio1·i disastri che con un bombardamento. Ma già il nuovo patriottismo accenna a divenire cosciente: come quando in Francia si sostiene in nome del patriottismo il sistema doganale p1·ote– zionista e la tutela del lavoi-o nn1.ionalo; o negli Stati Uniti d'America si bandisce la libera conia– zione dell'argento come reazione patriottica al monometallismo aureo dell'Inghilterra. Del resto, il caso più frequente in cui le folle acclamino alla patria loro e vituperino l'alfrui, è quando si tratta di perseguitare gli operai stranieri, la cui concor• 1·enza t01·ni molesta; e quando questi vengano malmenati od uccisi l'alfaro si risolve col semplice pagamento di una indennità pecuniaria. . .. Nè vale opporre a quanto io a1Te1·mo l'insurre– zione di Cub..'\e di Candia per la loro indi1>endenza, e la condotta, diversamente pafrioltica. della Spagna e della G1·ecia in proposito. Chè già dissi corno l'ultima manirestazione dell'antico patriottismo, nel periodo di passaggio al nuo,•o. sia appunto diretta alla conquista delrindipenden1.a nazionale; ed ac• cen11ai anche alla ragione economica cho stimola i popoli. e pili le classi borghesi, al raggiungimento di quel nne. Una ragione in(atti di 11at111·a economica muove intimamente l'insurrezione di Cuba: poichò questa, mentre espo1·ta per la massima pa1·te i suoi pro– dotti agricoli negli Stati Uniti, onde 1>0trebbo h·a1·ro in cor1·ispottivo i p1·odotti industriali di cui abbi– sogna; si trova invece costi·atta ad importal'li dalla madre patria. pH1scadenti di qualità ed a condi– zioni molto più gravoso, a Cc.'\usadella poco pro– gredita indusfria spagnuola. la quale ha nell'isola il suo principale mercato. Ciò spiega anche, da una parte la tenacin della Spagna noi combattere l'in– SUl'rezione. dnll'altl'a ìl favore degli Stati Unili verso gli insorti. 1..:che si:\ appunto cosi. so ue ha una coorerma nel fatto che, com'ebbe a dichiarare ~ilì 0 ut!!~ sr:~~~~rec.~~i rrr~f.~einl~~~i\ai,~~~~:~: accordate, perché la Spagna, pur cedendo sul Cc.'lmpo politico, non ha potuto cedere su quello economico, e si ò riservata il diritto di regolal'e a suo arbitrio le tariffe doganali dell'isola. Similmente l'Inghil– terra, pur di ottene1<e, dallo suo colonie, speciali vantaggi economici, ò disposta a l'inunziare alla supremazia su di osso, e lo invita ad associarsi all'Impero con pari dignili\ e dirill'i politici. Nè, d'altra parto, l'intollo1·a11za al nsco ottomano ò affatto estranea all'insurrezione cli Gandhi. Meno spiegabile, ~econdo i nuo"i pl'incipì. sarebbe il pa– triottismo dei Greci, soccorr-o\'Oli agli insorti c.1.11- diotti. ~la la Grecia, misera e gloriosa, non ò tena ~J! 1 ei:1\~àil ~~.: di Rt~1I't~~,fi~ 1 -eci ~~iai~ s~1~ 0 ~ui~ stodisce gli avanzi memori o incitatori, mal lolleri il pe:w delle nere otncine dolenti. Salpa a sfida superba dal Pi reo festante e sonoro la picciola notta gmvo d'armali, pe1·chè là nou approdano piroscafi inglesi carichi eh carbone. Nè \'ale infine addurre a documento di antico patriottismo la commozione degli animi. special– mente in Italia, a favore dei Candiotti e dei Greci. Poichò non sono classi borghesi quelle che si agi– tano pe1· questa causa: ma, o plebe impaziente che parteggia per lutti i ribolli; o della borghesia quella parto che dirò 1>0i.Ben dh·ersa infatti è d'altronde la condotta dei go,•erni, rappresentanti esecutivi di quelle classi; i quali, corno una ,·olla a difesa degli interessi dinastici, cosi ora e più si sono stretti concordi a tutela di quelli borghesi, minac– ciati per ciò che dissi dallo scoppio di una guerra. E i parlamenti consentono, plaudendo. (COnttnua). lloSCIUS. I CONTADINI DIPIANA DEIGRECI Sono ancora, scrivendo questo righe, sollo l'impres– sione proronda., che alquanti contadini di Piana dei Greci mi causarono per il loro rorte ragionare intorno ai problemi più difllcili di sociologia o filosofla: quali il socialismo, l'internazionalismo, la morte, l'ateismo. Ebbi occasiono di parlaro con alcuni di essi noi lo– cali del Circolo socialista di Palermo, do,·e in numero dì cinquanta erano ,·enuti, pronti a partire per la Grecia Gra,•i, solenni, dall'espressione un po' malinconica. ed accigliata, essi hanno l'arh~ di chi ha molto sofferto, ma di chi ancora non d!spera di un migliore a"vonire so– ciale. Nel loro sguardo ruggovole ma sicuro, nel loro ragionare prorondo e tranquillo da vecchi lllosotl, di quando in quando caldo o commovente, tu ))UOi rile,•are che la loro redo nel socialismo o nella pace dei 1>opoli non ò maitoidismo, morbosa aspirazione di gente ab– brutita., o perturbamento psichico di gente all'amata, ma ragiono e scienza. Nei loro ragionamenti non l'odio ,•iolento, impulsivo contro i signori, odio che è carat– teristico dei proletari siciliani, ma. l'analisi minuta delle miserie che ad ossi son fatte Jallo. presento organiz– zazione economica, la con\'inziono proronda che la. loro misorio. non origina. dalla. cattiveria o mah•agltù. dei ricchi, la fede cieca nella rotlenzione delle plebi mal– \'&rsate o calpostuto. Ma questa redenzione, a dire loro, non sarii un ratto compiuto per volere di dio o per \'irt\l delraltruismo dello classi dirigenti, ma. csclusi– \'amonto por rorza dello stesso llroletal'iato cosciente, in mo"imenlo corno classe a sè. e Con\'inti come siamo - mi dic(wa uuo di essi - cho la mania di \'Olere rar presto ò dei cor\'elli deboli o che in natura.non si ranno salti, noi riruggia.mo dallo "iolcnzo individuali o tumul• tuarie o non abbiamo altra. rode che nella rivoluziono s ocit1 lo,che sola. ci dà.garanzia di conseguenze durO\'Oli e t.li un profondo mutamento nell'organismo sociale. » « Noi prendiamo pari.e atti\'O. al movimento socialista - mi dicon un.altro - perchò sentiamo di do, 1 or\'i par– tecipare o come interessati alla questiono che si dibatle, e come uomini. • f-: poichò io tìngo,·o di- non capire, egli, tutlo infiammato, csclllmò: e Gli uomini sono quaggiù per o.iutarsi: senza solidariota e reciproco a.f– retto, senza abnegazione, non rt1romo mai un passo a\'anti nella storia o la schiuiti, non sarà. mai bandita dal mondo. (ìli oppressi debbono rormare un solo tutto contro la classe borghese so \'Oglionosoppiantarla: per altru. via, scissi e rotti, saremo sempre malmenati. Oggi noi andiamo in Grecia perché là.ci sono uomini da 11-

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