Critica Sociale - Anno VII - n. 7 - 1 aprile 1897

CRITICA SOCIALE 107 al cerve11oe tra.sformarsi in un fenomeno di CO· scienza; cosi anche un certo periodo è necessario perchè le esigenze della società di,•engano coscienti nella forma di idee eliche sociaH. Da ciò derh•a cbe, come le nostre percezioni non 1·itraggooo mai le cose nel loro essere attuale, ma in quello del momento in cui tali cose caddero sotto i nostri sensi; cosi le idee sociali non rappresentano mai })erfettnmento le attuali esigen1.e della società, ma quelle del tempo in cui cominciarono ad elaborarsi. E però, come le percezioni indh•iduali si tr'O,•ano sempre io un certo dissidio con le realtà. così le idee sociali sono sempre io un certo dissidio con le esigente. L'importanza di tale ultimo dissidio io credo sia massima nella vita sociale. E ciò pel ratto che te idee, indipendentemente dalle esigenze sulle quali si forma1-ono, agiscono come forze ettuali Insieme con le attuali esigenze a determinare i fatti sociali. Ma, per ciò che ho detto. non essendo mai le idee interamente conformi alle eslgo111.opresenti, ne seguo che l'aziono di quello impedisco che queste si appaghino perrettamente nel ratti. Ora io penso che ala appunto tale azione modificatrice delle Idee, la quale determini l'equilibrio e Il progresso socio.le . L'equilibrio: poiché l'azione delle idee, opponen do una forza conservatrice, anzi retrograda. trattiene o ritrae la società da un troppo facile e repentino sviamento per effetto di un utile mo– mentaneo o fittizio. H progresgo: perché, impe– dendo che nei ratti si esplichino tutte le esigenze attuali, provoca nella società un senso costante di disagio, che è stimolo a modificare e migliorare le attuali condizioni ; disagio che, essendo ma~ior– mente sentito dalla classo soggetta, incita e rafforza la lotta rra le classi sociali. Ma tale dissidio, che entro certi limiti è normale e necessario alla ,·ila sociale, può talvolta, per speciali cil'COSlanz.e,rompere in aperto contrasto. Infatti, come può accadere che noi vediamo tuttora una stella, la quale sia gib. tramontata ed estinta nell'intervallo di tempo che ronda luminosa ha Impiegato per giungere all'occhio nostro e trasfor· marst io quella percezione visi,•a contraria alla realtà; cosi possono, in un dato momento di rapida evoluzione sociale, ritrovarsi nella società alcune idee che s'informino ad esigenz e nlT atto contrarie a quello reali del tempo. In tal ca.so, essendo quelle ideo in perfetta contraddizione con l e cose, l'azione delle une non può comporsi con quella delle altre. Ed allora: o l'azione delle Idee soverchia quella delle coso - come io quei popoli che si racchiu– dono noi culto delle tradizioni e nei quali la lotta tra le classi non è abbastanza viva perché una clasae nuova s'imponga a quella, che solo in forza delle vecchie idee persiste al pote1·e; - ed allora la socielà finisce col deperire ed eslinguersi. Op– pu1'8 l'azione delle cose soverchia quella delle idee: e ciò in duo modi. Perchè: o le Idee rappresentano ancora gli in– te1'8!!i della classe dominante, la quale contro le esigenze della società vorrebbe con la violenz...'\di quelle conservare il dominio; ed allora la classe soggetta. conscia in questo caso e Corto dei nuo,,i :~~~ :i~r~~:~~!11iac~b~tei!:~!~: v::bi:a~~= civilh\. O le idee non rispondono più nemmeno all"ultima evoluzione degh intere1S1 della classe dominante (ciò che gill accenna al declinare di questa); ed allora le Ideo seguitano bcnsi a sussi– stere, ma corno semplice nlferma1iono, cessando per altro di avere influom,a sulla condotta sociale. Questa allora resta iuconsa~ovolmente dirot~ dalla :~ta:~~i: ~r~~~~!~~:r~ d~v:~ft!~ fd :~~~ccl~~ll;~ ------------------ tali periodi, che son quelli detti di transizione, accanto all'idea cho più non determina una con– dotta cosciente. si s,·olge in senso affatto diverso la condotta sociale ancora lncogciente. Onde la so– cietà ap1>are come un'immensa o sfacciatn b~gia; poiché i 1>0polialtro dicono od alll'o fanno; e di ciò cho fanno contro ciò che dicono non si mera– Yigliano; flnchè, me1·a,•igliandosi di ciò che dicono contl'O ciò che fanno. lasciano cadere le vecchie idee ed affe1•mano le nuo,•e. . .. Uno di questi periodi d"incoscien1.a e di contrad– dizione, specialmente per ciò che riguarda il pa– triottismo, attraversa ora la società a causa del rapido s,,uuppo del capitalismo in c1uest"ultimo secolo. Onde è del'ivata la sempre crescente im– portan1,a che l'elemento capitalistico ha palesemente assunto nella costituzione dogli Stati moderni: tale, che negli Stati Uniti d'America lo recenti elezioni presldon1.inli fllrono fatte su di una pura questione mon~tal'ia; e che il capi tuie può giunge,·e persino a creare la sovranità, come nel caso delle Char· tered Compantes. In corrispondenza di ciò, a chi attentamente consideri la odierna politica internazionale, appa– rirà come in essa la materia. por cosi dire, conso– lare abbia preso il sopravvento su quella diploma• tica; come puli motivi di natura apertamente economica regolino i rapporti fra i popoli, rapporti che. pacifici in apparenza. sono in realtà di fiera contesa economica. Sicché l'antico p..'ltriottismo, tutt.·wia altamente affermato come idea, non informa più l'azione continua degli Stati e la condotta so– ciale, ma solo alcune mantrestazioni singole, e, se pur numeroso, non mai collettive, o, so pur collet– tive, di natura tutt'affatto ideale, come l'arte e il liol,u~ftf:antico patriottismo sia ornai decaduto, se ne ha una conferma nell'attuale movimento in fa• vore della pace e del disarmo: chè tal forma di patriottismo non si comprende, se non confortato dall'armi o congiunto con lo S[>irito guerresco. Nè piU quel movimento può considerarsi di puro ca– ratlere speculativo o sentimentale. quando si è visto l'lnghiltel'ra e gli Stati Uniti d'Ame1·ica ob– bliga1·si con recente conven1.ione a sottoporre a perpetuo arbitrato le querele che tra 101·0possano rnsorgere. Nè debbono ph'1 ritene1•sl ipocl'ite le di• chiarazloni di pace dei sovrani o doi governi d'Eu– ropa, 9.uando della sincerità loro, pur dissimula• trice d1 altri interessi, questi danno prova nella attuale questione d'Oriente. La ragione intima di tale amore alla pace sta nel fatto che ormai la guerra, per le mutate con– dizioni economiche e per le limitazioni ad essa imposte a tutela di questi interessi, non è piU mezzo adeguato al raggiuogimonto di un fine di utilit..-\sociale. Ora. infatti, che c1uasi tutte le na– zioni si sono reso indipendenti, nessun ,•01'0 van– taggio può ritrarre uno Stato dalla vilto1•ia. Non tale la conquista del territol'io (salvo speciali casi, come nelle imprese coloniali; quando si tratta di aprire nuove e vietate vie commerciali): poiché la conquista del pae.se nemico, menti-e non aumenta e ta lora i ndebol isce la potenza dello Stato occu– J),.' \nto.nè arricchisco, pel principio dcll"inviolabi· lit.'t dei b eni, il patrimonio doi cittadini ,•lncitori; obbliga poi l'occupante, poi princirio della succes– sione degli lati, a rispondere de debito pubblico e degli altri obblighi p:1.trimoniali del paese occu– pato. Nò può uno . tato spera1·e di dish'uggere in guerra la potenza economica dogli tali rivali, ora specialmonto cho vanno abolito fl dil'itto di bottino e di p,•eda e limilato quello di blocco. Nò può pu,·e

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