Critica Sociale - Anno VII - n. 6 - 16 marzo 1897
86 CRITICA SOCIALF. --------------- ipolosi surriferita, avremmo un e.a.so in cui il nostro ' l'i~terna, gli astrologi non hann? fo~tuna, ed 6 motto dovrebbe cambiarsi in qu ello di cSu /emani!». allora che volge, se non al quarto dora, c ~e.la E, data la guerra, è proprio possibile che noi dob- prudenza o l'audacia debbono domandare conSi gho. biamo dire all'Italia di battersi, ma di non conquistare I nienlo, Di lasciaro Tripoli o l'Oriente ~n balia di chi ullo stesso argomento riceviamo ~a un !30Stro se lo vuolo1 Questo sarebbe un mettersi da un punto antico collaboratore una lettera, da lui non rnten– di ,•isULquasi utopistico, cho il popolo non capirebbe. I zionalmente destinata alla pubbl~cità,. m~ che ci J>erchè, quando si tratta di politica estera, lo. contrad- pare contenga alcune assennate r1ness1om. dizione d'interessi tra lo vario classi, se non scompare, viene di molto diminuita. Aliti.povera borghesia italiana corrisponde un proletariato povero. Un arricchimento della borghesia. nostra rappresenta, entro certi limiti, un vantaggio indiscutibile anche poi nostri lavoratori. Ma rarricchimonto, nella concorrenza collo altre nazioni, non ò possibile che in due modi: o trovare qui le con– llizioni necessario per un maggior sviluppo dell'industria. (scoperto di carbon fossile, utilizzuzlono dell'acqua, ccc.), o (so non e) trovare mercati che richiedano prodotti nostri o mano d'opera nostra. E questi mercati come si conquistano se non colla rorzat Il nostro partito ha. lrov,tlo un'eco profonda nel popolo, doma.ndando il ritiro delle truppe italiane dal• l'Eritrea, pcrchè in questo caso sì trattava d'una colonia politica.; ma se si rosse trattalo di altra località. dO\'e, invee.o di sconfitte, avessimo avuto vittorie, se invoco di un territorio impossibile avessimo avuto dei boschi da tagliare, dei terroni ferllli da coltivare, dove i nostri disoccupati e molli affamali avrebbero potuto trornro lavoro sicuro e rimunerativo, noi non avremmo potuto ostinarci In un'attitudine negativa, anzi avremmo do– vuto accettare il ratto compiuto o domandare una co– stituzione della colonia il più conforme possibile all'in• teresse del popolo luoratoro. I socialisti inglesi possono tempestare di ingiurio sir Cecil Hhodes e protestare contro i suoi attacchi solvoggi alla repubblica. dol TransvllOI, ma. non possono perciò domandare cho l'ln• ghilterr•a, cossi dall'avanzarsi In Arrica, clirendendo al– l'occorronza collo nr·mi I prOJ>rl connazionali, quando siano aggrodili; non possono llomondoro rabbantlono delle colonie ausll'aliane, \'Oro monumento della civiltiL colonizzatrice inglese. Oli operai sentono il ,·o.ntaggio di queste colonie e la.sccrcbboro com1>letamonto ln dispnrto coloro che, per un vago sentimento idealistico, no consigliassero l"ab• bandono; e sopratutto questi opera, non potrebbero capire che fosse il partito loro, quello il quale non rappresentasse direttamente anche in quest'occasione i loro Interessi. Perciò In. nuova formula: abba110le mani! proposta dal nostro Turati per applicarsi alla politica estera, mi paro non solo pericolosa per l'avvenire, ma anche dan– nosa direttamente ad una osatta. esposizione del nostro atteggiamento in ratto di politica estera, e potrebbe prestarsi ad essere frainteso. dalla parte idealista e.lei nostro partito. Non abbiamo bisogno di dire che consentiamo interamente nelle osservazioni del nostro amico cremonese. F.d anche nell'ultima parte. Il nost,·o gtt'!; te ,nant.' si 1·iferiva molto chiaramente allo condizioni attuali dei Oove1•nl o dei popoli. e di– verso fosse l'ol'ientamonto diplomatico, se i p1·ole– tariati fossero talmente 1·info1·1.ati da potersi meglio imporro ai Oo,•erni, se insomma si a\'verassero tutte le condizioni che il otdi iu parte esprime e in parte suppone, dive1-so diverrebbe il nosh•o discorso. Nella politica estera, più ancora che nei- 11 mar.:o 189;, (',mo TUlATI, Ml\11{'8.Ya proprio la lellera tli Barbato - pubblicata ncll'AL'a"ti t1·ieri - per confermare lo conclusioni del tuo nrtieolo su Cnndio. Questa doccia fredda. gioveri1 certnmente a rafforzare la costltur.iono un po' istoricn. o sentimentale del Jl(\l'tilo socialistn. in Italia o fuori. Io credo che ci sia un'altra rugiono per disinteres– sarsi o almeno por non daro nè soldi nò sangue por quello. lotta. I r.ovorni borghesi della Germania, del– l'Austrio. e della Russia non pormelteranno mai la. rormaziono d'un gran do Stato nel basso oriente d'Europa, perchè questo nuO\'O Stato acquisterebbe rapidamente importanza, togliendo lo scettro capitalistico di mano alle borghesie degli altri tali. D"altra parte un tale avvenimento rital'dcrebbo d'assai quoll"aecentramento di rorzo che - nella lotta fra le vat'ie borghesie d'Eu· ropa - si va ognora più manifestando, senza cho si 1>0ssaimpedire, perchè conseguenza necessaria dell'or– dlnamonto capitalistico. Ora questo accentrarsi rlolla ricchezza in poche privi– legiato nazioni - mentre risponde in qualche maniera alla rormaziono dei grandi imperi antichi - credo che sia. una promessa nocessaria alla ,•ittoria del proleta– riato internazionale. Aggiungo che solo l'Inghilterra, lontana e spaziante libora per tanti mari, può ,•odore di buon occhio la rorma.1.ione d'un grande Stato balca– nir:o, cho mrnorcbbo la base del colosso moscovita. Mn. ,•orrlLessa mottcr in pericolo In. sua vita con una. guerra. d'esito - oggi e ancora. per molt'o.nni - incertoi Non ò cJunquo solo a 1>ochi usurai o borsisti che si dO\'O la. condotta attualo doi noverui d'Europa negli affari di Candi&; tale condotta è anche consona agl'in– leressi di ciascuna borghesia. Mando L. 5 per la lotta elettorale('). Qualunque sia l'esito - o sarà buono certamente - mando un saluto a to e a tutti gli alll'i che combattete la no,•a battaglia corno avete combattuto le antiche e combatterete lo altro dell'avvenire. Oscuro o legato mani e piedi, non posso che accompagnarvi coi miei augul'i sinceri. Questo sono lo vere battaglie della società attuale. l cavalieri erranti della liberi~ nella ferrea organizzazione capi• talistica d'oggi, sono un anacronismo. Addio. Una stretta di mano dall'amico GRWARIO. (') 1A abbiamo, come di 1011111, girate alla aottoacrltione aperta nella Lotta df :1a11e. (t,"ota defla CJUTICA), At p,·osstmt nume,·t uno stuato tntenssantts– stmo di 01NA Lo,11moso sut Coefficenti della vittoria negli scioperi. Dubbta,noanche v,·o,·oga>"e, pe,· esigen;;eat &pa:to,tl verdetto ,te/la Conimtsstonedel Con– corso Mattia sul /avo,·t ,tel secondol,-tme– stre. L'allesa non sa,·à tu11ga.
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