Critica Sociale - Anno VII - n. 6 - 16 marzo 1897
CRITICA SOCl1ILE 85 soluziono immediata della queslione orientale, per la conquista di Tripoli, ccc. E tutti, meno gli accorti t.-k., tirano via diti.lati,sostenendo con entusiasmo la propria opinione, quasi fosso quella di tutlo il partito, anzi di tutto il proletariato internazionnlo ( 1 ), senza dar vista di preoccuparsi punto delle altro correnti o delle con– seguenze che il loro atteggiamento può avere. Non si direbbe davvero che la politica estera. fosso por noi cosa delicatissima. e da non trattarsi colla. !-tessa indifferenza ed irresponsabilità. colla quale la trattano i crispini, diventati por l'occasione nostri buoni amici. L'unione del prolota1 •ia.to di tulli i paesi è oramai un f&tl-0 compiuto, o tal f atto ò bon tenuto in conto da. ogni Oovorno prima. <li tmcciaro la. propria linea. di condotta. in un afl'aro cho possa a.vero gravi conse– guenze. Perfino la Russia. fa i conti col sentimento dei popoli prima di cominciare i suoi intrighi interna.zio~ nali. Essa, secondo i giornali tedeschi, nello spingero la. Grecia a quei passi estremi, pare abbia calcolato sulle correnti fllellenicbe d'Italia, di Francia e d"Inghil– terra. Ora coloro che hanno messo il nostro partito in disaccordo coi socialisti austriaci, tedeschi, inglesi e colla (raziono più importante dei francesi, non possono pentirsi di aver peccalo di soverchia. prudenza. i può dire che lutti i nostri compagni dell'estero si trovino oramai all'unisono noi ripudiare un filellenismo sentimentale, nel desiderare in un momento o in un altro l'unione di Candia alla Grecia, ma nel non ,·olero allo stesso tempo che da questo ratto scaturisca una. guerra europea. Chi può assicurarci che l'annessione di Candia alla Grecia, in queste circostanze, non pro– vochi una. rivoluzione in Macedonia, o quindi una guerra tra la Grecia e la Turchiaf Ed in questo caso la conflagrazione europea potrà. evitarsi? La Russia che finora ha fatto il doppio giuoco, quale attitudine prenderà 1 Rafforzerù. la propria posizione predominante in Europa, racendo sempre più sentire la sua influenzo. reazionaria nell'interno degli altri Stati? In questi problemi c'ò abbastanza acqua per smorzare i sentimentalismi fllelloni o por giustificare l'atleggia– mento riservato e puramente critico dell'A1·beiter-Zei– tung (l'organo del partito socialista austriaco) e della Critica Sociale, atteggiamento consigliato molto proba– bilmente anche dal ratto cho in Austria ed in Italia vi sono pure le elezioni ('). E ben più per noi socialisti italiani, che per i socia– listi degli altri paesi, ò opportuno l'insistere in questa nota di critica e di prudenza, quando teniamo conto delle condizioni economiche e delle tendenze della nostra. borghesia semi-disperata. Essa oramai nel campo della concorrenza mondiale non ha più speranze di vincere le consorelle delle altre grandi nazioni, e si trova condannata. a vivere tisicamonle ed a sperare. solo a parole, nei grandi segreti finanziari dei Luzzatti, ma. in realtà nel grande genio degli aHenturieri alla Crispi. Quest'uomo intuiva. realmente lo condizioni di una (') Vedi At:antl t n. C4: « Quel che noi chiediamo al Oo,•erno Italiano è pur chleato dal 1>roletarlato di ogni nazione al proprio Oo•erno. • I", Pur troppo In llalln tuUI I glornall popolari, come Il SecOlo, l'lttHia d.t po1>0lo e l'At:anri.', occupandosi In modo ,•eramente e.agerato della quettlone di C1rndit1,e 1iunto o quasi (eccetto l'At:antllJ del ffiO\'lmento elettorale, pouono ottener rerretto, certo non dnlder&to, di dl1tra rre Il popolo dalla presente lolla tleuorale e di IHclar pasta.re, qu1u11 ■enza -.arlazloni, i pa■tlc~ettl preparali dal O o,erno. S i capl1ce quindi che li Oourno tolleri molto Tolontltrl le 11gltazloot vi-o Candta. parte dei nostri capitalisti e racova di tutto per spin– gere l'Italia ad una guerra. Non importa,•a se questa sorgesse dall'Arrico, da.JrOriento o dal :\lediterraneo. bastava che la guerra ci rosse e si tro,·asse il mezzo di usciro da questa. penosa situazione. O si sarebbe andati alla completa rovina, o si sarebbe diventati mi– lionari. Ricordo che, anni ra, parecchi uomini di Borsa italiani a Parigi insistevano sulla necessità che l'Italia racesse un buon salasso alla Francia, perchè in questa nazione c'erano ricchezze che noi non avremmo mai potuto con altri mezzi conquistare. Ed ancora in questi giorni parecchi uomini di Borsa ripetono lo stesso. \"'ha di più. Portino o.lcuni soci11listi in ltalio, risentendo dello stesse condizioni speciali Jella nostra borghesia, rifletlontisi poi nelle condizioni Jel proletariato, spc· rano la salvezza cd il trionfo del nostro partito da unC1. guerra. Contro questa corrente ò necessario che il nostro partilo si affermi sempre più, non tanto per sè quanto per la causa tlel proletariato di tutta Europa. Vna guerra. (SJ>Ocialmentonel caso di ostilità tra la Francia. e la Germania.) potrebbe rar perdt!re al partito socialista le migliori posizioni conquistate nei paesi europei più importanti, etl occorrerebbero molti anni prima di ripa.– rare ai danni. o·a1tro canto, le sollevazioni (corno quella Jella Comune di Parigi nel 1871), nello quali molti dei nostri ripongono una grande speranza, non si ripetono molto facilmente o rorso non sarebbero neppure augu– rabili quando ,,i rosse la quasi certezza d'esser schiac– ciati o dal nemico interno o da un nemico esterno. Ed ora il peril'olo di una guerra esiste realmente i perciò ogni nostro srorzo tlevo tendere ad ovitare che la nostra rachitica e ,•ile borghesia lenti di rar massa– craro milioni di proletari, col solo scopo di poter deru– bare altre borghesie pili ricche e più civili. . . . E fin qui, caro Turati, d'accordo nel molto mc1rnghino •uiù i mUnl•. Ma, se ò vero che il proletariato non vuol proprio sacrificare In. sua vita. poi begli occhi dei capitalisti, può anche dal'Si che, ad onta do' suoi sforzi, la conna– graziono scoppii egualmente. F. allora.1 Ricordo che, giorni sono, il ,·or,ciirl$ race"a l'ipotesi d'un cambiamento di Ministero in Francia a proposito della. <1ucstione di Candin, o diceva che, se al posto del gabinetto Méline salisse una coalizione radico-socialista, la quale, in t.liresa t.lella liberti\ dei popoli, spingesse la Francia a mettersi alla testa di alcuno potenze, per ottenere anche colla rorza l'indipendenza di Candia e per schiaccia.re al met.lesimo tempo le autocrazie o le velleifa di autocrazie imperialiste, allora il proletaria.lo di tutti i paesi non potrebbe non appoggiare con enttJ• siasmo una tale azione. Ciò sarebbe in perfetta confor– mità. alla. lendenza della politica. socialista di volere la concentrazione dello nazioni civili occitlenlali (per l'oc– casiono si camutrti da civile anche l'Italia) contro la barbarie autocratica. So i nostri socialisti candiotlli sperassero davvero cha una risolmdone violenta della que!lione di Candio. por• tasse necessariamente a questa coalizione di PO))Oli civili tendenti alla libertà e non alla rapina reciproca, avrebbero in parlo ragiono d'insistere nella loro con– dotta. Pur troppo pare cho I ratti non accennino ancora sul serio a qualche cosa. di simile; por esempio, l'atteg– giamento della t,~rnncia ò sempre incerto e viene inte~– pretato nello guise più opposto. ,\d ogni modo, nella
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