Critica Sociale - Anno VII - n. 5 - 1 marzo 1897
68 CRITICA SOCIALE M!\ non è un curioso modo di ragionare quello del• l'llalia del popolo, di consigliare ai suoi le 1'tlpJwe1aglie - com·essa le chinmt1,o che qui davvero divootano tali - quelle -t•amwe,aglie che stigmatizza noi nostri i Il partito socialista, la massa operaia sopratutto, IHL molto e solido ragioni, nella storia passata e prcsentc 1 por d1flldaro aspramente di tutti gli altri partiti, i par• titi radicali compresi: una ragione sta anche nella scarsa coltura di quella massa, che le impedisco di per– cepire certo disiinzioni sottili nella lotta di classe, che suppongono mfindagino scientifica o storica o il sacri• ftzio della naturale im1>ulsh•ità di partito. Credevamo che i repubblicani, specialmente i loro pubblicisti, av csi:oro quest'ambizione, di ,·edere e sentire almeno questo la.lo dello coso piil largamente. Altra illusione cho car.le . t'articolo dell'Italia del J)OJ>Olo ù intitolnto Nota-bene. PO\'Cro Dario Pnpa, cho buon senso a. esser morto! No1. QUESTIONI DI ORGANIZZAZIONE Il 11artito sooiallsta, a Palenno ~ar:\ un mese all'incir•ca, nel partito socialista siciliano, che fa capo a Pnlermo. si manifestò una sci~ione della quale fu telegrafato a tutti i gior• nali, o che gli avversari considerarono volontieri come una liquidazione, facendone merito alla «abilità» del Codronchi. il dissidio cova\•a da un pezzo. Jnvano il Barbato era stato chiamato per riparal'\'Ì. La Federazione pale1·mitana si sciolse, con un ordine del giorno la cui motivazione sa– rebbe diOlcile immaginaro più strampalata. Dalle sue ceneri dovevano nascere un Circolo socialista da una parte e dall'altra parto un'Associazione puramente operaia. Molte lettere rurono pubblicate nella cessata Cronaca, nel Giornale di SlctUa ed altrove, degli uni pe1· censura,·e, degli altri p81' giustincare quella scissione, traendone auspici eccellenti per l'avvenire del partito. L'Avantt! di Roma - e si capisce - accolse volontieri questa seconda versione. Noi non entreromo per ora nel merito della vertenza. Una cosa vo8'liamo notare. L'organo cen– trale dol partito, il g1ol'nale della Direzione del partito e dell'Ufllcio esecuth•o ceotrale - la Lotta di classe - parve morta e sotterrata a tutto l'in– cidente. Non se ne accorse neppure. c·o di più: a un mese di distanza, la Direr.ioue del giornale pubblica duo righe in un angolo, colle quali a\·verte 1 com1:mgnidi Palermo che... se ne occuperà in a\•veuiro. .. •oi, badiamo bene, non siamo qui pe1· fare dei rimproveri nè alla Lotta tlt classe, nè alla Dire– zione del partito. 'J'ireremmo sassi in piccionaia. E poi siamo fermamente convinti che nulla l'una e l'altra avrebbe potuto fare pili di quello che abbiano fatto. Fu una sassata che li colse all'im– prov,•iso, e così da lontano che il colpo fu appena avvertito. ì\la ci ricorda di quante volte e in queste stesse colonne, e ai Congressi di Parma e di B1'8Scia, sosteueinmo la necessit..11. di snodare e federare il partiloi l'impossibilità, l'assurdo di una Direzione centrale, di una specie di Governo, che debba di• sciplinare cose che non sa, non intende. non può sape,·e ed intendere, assumere responsabilit..\ di fatti che non può controllnl'e, e imporro una formula e una 1·egola unica a tutto il pulito. L'idea nostra non raccolse mai più di tre o quattro voti. Dietro l'autonomia amministrativa si vedeva spuntare lo spetlr'o della autonomia nella tattica elettorale - il babau dei nostri compagni. Ma che ne dicono ora, dinanzi a questo esempio palpabile. che del resto non è l'unico, è piuttosto l'ullimo di una serie assai lungat Che ne dicono di questo Governo del partito, che di fatti cosi impo1·tanti, corno quelli che av,·ennero a Palermo, non sa nulla, non prevede nulla, non tenta nep– pure di provvedere e di antivenire, e dopo un mese si sveglia o annuncia che esaminerà una questione che a quest'o1>a,nella stessa Palermo, comincerà a venire dimenticata? Chi s'interessa. alla se1·tetli dell'organizzazione, ci pare che dovrebbe riflettere. 11.u: Eoo. GABRIELE ROSA In poche sottimnno ò In.terza ,•olta. cho segniamo a bruno lo nostro colonne. Pompeo Bottini, Il poeta finis– simo, il cl'itico arguto; Dnrio Papa, l'Aiace moderno che fa. del giornale la catapulta della. libertà; cd ora. Gabriele Rosa, il sa\'io, il giusto, l'antico nel carattere, l'uni"crsnlo nel sapere - ecco, s'inseguono nella rossa. nel Rosa. l'Italia del popolo pubblicò qualche anno fa un·autobiogrnfla <'ho, 1101 11·attisobri!, schietti, discreti, rende,•a l'uomo esteriorl• cd interiore con trasparenza. cristallina. Nei suoi ottanta.cinque anni ben può dirsi che egli visso duo \'ito: la primn, la vita del patriota, lo Spielberg per episodio; la. seconda, la. \'ita dello scienziato. Su questa seconda traccia camminò indcresso, l:LSciandosi indietro moltissimi, nati una generazione dopo di lui. Nossunu. Idea lo spa,,entava: tronva igno• minioso che le ir.lcospa\·cntassoro alcuno; &\'eva. una fiducia immensa negli adattamenti naturali, nella pia• sliciù\ della società o della storia: non colleltivista, ammotte\'ll. nella tcndem:a colletti"ista e nel moto ope• raio moderno una ,•irtù integratrice provvidenziale; s'intende, nel senso positi\'O della parola. Perciò ru collaboratore, e, massimo nei primi anni, quando lo rorzo in lui non erano ancoro. afllo•olite, collaboratore assiduo di questa llh•ista. Il primo nostro numero si inaugurò con un articolo suo sulla Demo, c1·aiia nella C ei·ma nia. Disinteressato come pochissimi. Quando (sape "a.mo ch'cm pO\'Oro) gli mandammo un tonuo compens o do! suo la"oro, ci rispose meravigliato: non ave\'a mni pensato che giornali di propaganda potessero dnre un boccone di pane. Como la pensA.Ssesulla. questione operaia. è chiarito da una disputa bre\'Ocho avemmo con lui (C,·itica, 1891, pag. 8•1: Capitale e lavo1-o) che ru anche estratta in opuscolo; ma rediziono è esaurita. Le sue opinioni però, su qualunque argomento, non a\'O\•ano nulla di secco e di sistematico: In.sciavano ~re°:l~~::~ 1 0a:::~~el~f~~ia 8 ~~~~1lcE~~~1 1 t~~~n!fie 0 I':tl: si tiene nell'ovoluziono dei secoli. Perciò cominciava a. trattare di una. c 1uesllone modernissima, di politica estera (nollu qua.lo era assai \'Ol'Salol.di dazi, di tributi, di produzion e, ranno dnndo agli antichi greci, o ai renici, o a dirittura. alla preisloria. B in qul\tLro righe era nel cuore del tema. I millenni al suo occhio perdenno la. infinita lunghezza, o i secoli o i continenti si aggrup– pa,·ano come in s inopsi. Il bagaglio che porta.va seco della \'ecchia economia e la stessa larghe zza smis urata. del suo campo \'isi"o gli impedirono di adottare tutta la nostra dottrina, ma - mirabile in un vecchio - non lo rece il ,·iso del– l'arme; tutto ciò che rosse nuo"o o che annunciasse "italil:\ ed avvenire lo attrae"& e lo ra.ceva pensoso. Se rosso dato a un sol uomo di "iverc, non due, ma. tre "ite, sarobbo stato rorso più dichiaratamente con noi. Molto traccio di questa tendenza. si affermano s01>ratutto no· suoi ultimi articoli. lnt:-.nto fu ropubblicnno; nel più "ero e completo senso Jlolla parola. Nato J>roletario, autodidatta, d1vita. e di costumi 8emplici!simo, sr.lognoso di onori, robu•
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