Critica Sociale - Anno VII - n. 5 - 1 marzo 1897
78 CRITICA SOCIALE tività, i quali crescono appena apparisce una classe improduttiva e privilegiata che si approprii l'ec– cedenza dei prodotti: questi limiti si trovano so– pratutto nell'esistenza dei« lavoratori improduttivi» necessari alla di resa del privilegio; nel decadere dei profitti al minimo, che (non essendo più solle· ticate le brame del capitale) produce l'arresto de– finitivo della produzione; nella distruzione resa necessaria del capitale, ecc. Tutti questi limiti sa- 1-annotolti in una nuova forma economica che, mediante un grado superiore di a&Sociazione del lavoro, aumentel'à, fino a un punto non raggiunto sinora, la produzione. « Con la previsione. sia pure generica, di questa novella forma si chiude il còm– J)ito fondamentale della scienza economica » (pa– gina 169). Ma frattanto, siccome i fenomeni economici sono, come si disse, fondamentali, l'esistenza in essi del privilegio porterà una va1~taztone nei fenomeni superiori. Nella serie dei motivi o bisogni che ab– biamo accennato più sopra, segue, all'oconomia, la difefa sociale; or ecco che, data l'esistenza del pri– vilegio nell'economia, una prima varla:.·tone si osservar:\ in questo successfro ordine di bisogni; e la struttura militare conserver..\ lo stesso rap– pol'to di mezzo a fine, verso l'economia, salvo che un nuovo rapporto, e sempre di mezzo a fine, si dove creare tra l'attività militare e la conser,•a• zioue del privilegio. Essa se1•viràanche alla difesa f:~e;;!~~i a~ er~~iv~~~f.~~'di:~nso~~~~i~o ~:ig;n:?Ji della serie - religione - : « al sorgere di una classe economicamente privilegiata ... i sacerdoti .. saranno direttamente o indirettamente costretti ad adattare le credenze anche allo scopo della conser– vazione del privilegio economico» (pag. 211). Cosi nel quarto gradino di quei moUvi - arte - e nel quinto - scienza - p. es.: aberrazioni della lo– gica, « prodotto naturale dell'antitesi fra il carat– te1·e, essenzialmente storico. delle varie forme economiche e la necessità. psicologica di rannodare quelle forme a qualche principio superiore ed eterno, affine di riconciliare colla loro permanenza durante vasti periodi la coscienza collettiva che le dee tollerare - antitesi la quale non può appunto consumarsi che mediante una sospensione della logica. (') Con uguale evidenza la val'·iazione si avverte nel sosto scaglione della serie, noi fenomeni giuridico-politici: in una società di uguali il diritto sarà dapprima. solo una serie di inibizioni di tutti gli atti dannosi da una parte, e dall'altra la co– scienza di poteri non impediti nel seno della so– ciet..'\(utilità individualo). In seguito divet'rà. anche il bisogno di mantene1'C il sistema nel guale ogni individuo coopom e ott iene v:rntaggi (utilità SO· ciale). Da ultimo enlt'o1·à.in azione, ;1. p1'0ch 11·1·e il l'ispetto alla esplicazione delle altrui facolt.\ e la.re– pressione degli onensori della. libertà alh·ui, anche la facolfa simpatetica. Ma, dato il privilegio econo– mico, la classe privilegiata creer-.\ una inibizione permanente o unilaterale verso le altre classi a difesa del privilegio; l'utilità sociale, questo suc– cessivo fattore del diritto, non anà vigore che per i membri della classe privilegiata; e l'ultimo fat– tore, la facoltà. simpatetica, non :lVl'à che un'azione risfrottissima, non potendo ,•incero la tendenza egoistica e far si che i privilegiati abbandonino i loro sopradt1•ift1. Lo stesso avviene da ultimo nel ramo più ele– vato della serie. nei fenomeni morali. Anche qui l'inibizione comincia per un motivo d'utilità indi– viduale, e si mantiene e 1·anOrza per un motivo I') LoRIA, ihlflf/11 (lell<t JJl'OJ)l'letà capitali.rta, Il, 107. - Del Lorla, l'aulore aerue, come 11 vede, la teoria economlco•eoclale. d'utilità sociale e per la facoltà simpatetica. Ma, posto il privilegio, è evidente che la classe privi– legiata esige che i suoi sopradiritti « Mianorispet– tati non solamente per immediato timore, ma per abito. La morale servile completa perciò il sistema delle inibizioni unilaterali e del privilegio » (pa– gina 242). Bisogna però notare che, oltre questa azione dei renomeni inreriori sui più elevati, ha luogo la rea– zione di questi su quelli, ma di tanto più debole; e e solo in una rase rutura dell'umanità., più {)er– felta dell'attuale, possiamo sperare che la reazione dei fenomeni superiori, e specialmente della scienza, cominci a dominare l'e\'Oiuzione sociale; a rendere sempre più. bre,•i e meno dolorose le dissoluzioni; a p1·eparare l'a,•vento di una società la quale si muova io linea ascendente e continua» (pag. l4i). Ecco dunque come le premesse scientifiche del socialismo germogliano dal cuore della pili moderna di tutto le scienze. Ed ecco perché noi vediamo iu questi due o tre capitoli dell'opera dell'.\.sturaro un vi~oroso saggio dell'innesto dei nuovi virgulti socialisti sul vecchio tronco sociologico, uno schizzo (che speriamo di vedere ampliato nella seconda parte) di e sociologia proletaria ». E, limitandoci a giudicare il libro da questo nostro punto di vista, riteniam.o che esso sia ottimo pe1• la propaganda scientifica della nosti·a idea. Perché esso impone inevitabilmente al pensiero lo conseguenze sociali– stiche che scaturiscono improvvise, e non ricercate di proposito, dai dati della scienza rigo1-osamente trattata. Perchè mostra (quand'anche involontaria– mente) quale sia il posto che occupa nelle sommità della coltura contemporanea il socialismo se riesce a imp1-ontare di sè cosi ampiamente la piU recente delle scienze. Pe1·chè insomma J'iesce indiretta– mente a lumeggiare questa verità.: che quanto è viva a schietta modo1·nit.\ di pensiero co1He1·ge al socialismo o irradia da esso. Sono, perciò, i libri come questo cho lasciano lo spirito dei lettori che pensano di fronte a questo dilemma: o con noi, se non temete di Ossare la luce della scieru:a nuo,•a. o contro di noi, se avete bisogno delle lenti affumicate del tradizionale, del convenzionale, del ra1so. G1USl!l'PE Ht::NSI, CONCORSO MATTIA (I ,c,•dct.10 .l!lul luvvrl ,l,•I l"'ilno , ,•l111<•,-11•c, Ilei 22 lavori (' > present.a.ti nl Concorsonoi primo tri– mostro 1800, buona. pnrto, a giudizio unanime nostro, non rispondo nd alcuno dei requisiti del Concorso stesso, o di questi non ò d'uopo rnr lungo discorso. Citiamo in blocco: illtucltcre e M01t1ccito1•io, versi del\"avvocato V. Morlìni; Epistola ai borghesi di Jacopo De No bis; /,.a polen:a deU"idea, dramma di UgoPoledrelli; Vdnda, dramma di G. \'annucchi; Omni ,ul presente 01·dina– mento aoc.iale, di « Un operaio •; Duepadri, commedia di e Fede •· Altri, pur non mancando di qualche 1>rcgio, difettano di precisione nollo ideo o <loll'altro requisllo ossenziale: lo. POJ>Olarità. delhl rorma. Tnli: lt clisquilibrio della so– cietit bo,·ulu:se di Olga Do Bella, lavoretto poco organico, contenente generalità. poco clllcacemente s,·olte; Il so– ciali,mo spiegato agli OJ)~rai di e Caio fi berio Gr aeco •· poco chiaro, qua e là. inesatto, di scarso effe1.to; Pti'Cltè ( 1) secondo gli elenchi Jlubblluti nella Critica sorlate, n, •· i e !I della ecorti:i annate, l lavori er1'no H. :>la !I, dell'&\'"· Mer lini, furono d!atribuhl nel 1ucc•u.h\ trimHtrl a rlclllella d11ll'au– tore. Un 1esto. 1 Cm·1u1, dramma, d1 S. Marullo Sergio, ,·enne rl1lrato dal concorso.
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