Critica Sociale - Anno VII - n. 5 - 1 marzo 1897

74 CRITICA SOCIALE l'Engols, un'azione internuionale comune degli operai italiani, ungheresi, tedeschi, americani, russi, nelle con– dizioni politiche precedenti 11 lfl11-11 . .. Ma,dimostrala vera la ipotetl hlenlica del Labriola.e del Severino, potremmo noi, senza urtare nello esigenze dol materialismo ceonomico o conseguentemente della terminologia scientiftca, ritenere le guerre come l'e– sponente delle lotto rra collotth•ità umane, siccome dico il Se·,.erino, o come I& conseguenza. dello lotte rra le societ~ sul campo della concorreoia, secondo si esprime il Labrlola T E egli vero, In altre parole, che classi do– minanti e elusi soggette, sebbene antagoniste all'in– terno, depongono ai confini la. memoria delle scambie– voli loro offeso, e con esse le emulazioni o i rancori, per riprenderle e ritornare avversarle come prima, dopo a,·er com1liuta la guorra, come già. 1 capi-1,arte d'Atene, Arlslhlo e Temistocle, tlinanzl o.Ipericolo dello. 1·epub• blica l Lo guerre sono esse utili Ili benessere materiale di lutlo. una sociotit. 1 Siffatti problemi r11nno 1lllScc1·{1 qucsl'o.llro: lo Stat.o,cui spetta !"obbligodi dare sicurtà contro gli ano.Ili esterni da J)arto di allrl Sla.ti, ò da.,·· vero un organo di coordinamento e di integrazione delle forte soclalil ES!Lminlamopartitamente tali qui– stioni, e prima quella: se le guerro tlano utili al be– ne11seremateriale di tutta una società. Il Tcornice\\sky, proponendo!li di determinare i pro– cedimenti dell'economia politica per risolvere i p10- bleml che le !I0noattinenti, sa fa ap1mnto la domanda se la guerra sia utile ad una nazione numerosa. Il forte critico russo, dopo una lunga o minuta analisi dello condizioni che son fatte O.li una società. dalla guerra, viene alla conclusione che la guerra, se torna utile ad una aceouaglia dì gente qua.lunquo 1 è snn• taggiosa. alla cla.sso la,•oratrlce, io quanto la condi.iìone di essa dh•ieno più penosa, dovendo essa produrre per un maggior numero di persone dopo stornato dal lavoro un certo numero (li operai ))Cr mandarli a guerreg– giaro. (1) Ne segue che la classe la,·ora.trlco, rendendosi sempro più dlOlciloa caus1l della guo1·ra la soddisfa• i\one dei bisogni di prima nocessltà, e accrescendosi la penosità del propri srorzl per una maggioro produ– zione di ricchezza, non ha Interesso alcuno materiale a soguiro-la classo dominante nello suo idee di con– quista o di colonizzazione. Possiamo dunquo ritenere la guerra come respres~ 1iono delle lotte fra lo collettività umane, fra le so• cieti. ! Tale concetto non può essere In alcun modo accettato. Le guerre - eccettuato quel periodo storico in cui le societi, rappresentano un tutto organico non funestato da lolle di classe; e noi loro seno il diritto consiste nella assoluta libertà individualo e limitata dai patti elle gli inclh•idui ,·olontariamente acccttuano o dai traditlonali b011i mo,-e, • ( alvioli),o lo Stato, come organo di coercizione socialo, non ò ancora sorto - le guerre, dicevo, sono l'csponenlo delle lotte fra le classi dominanti nelle diverse nsiionl e contendentisi la pre– valcnia oconomica e quindi politica ed intellettuale. Una classe pri,•ilegiata., la quale abbia raggiunto un certo I\ iluppo materiale nell'agricoltura o nell'industria o nel commercio o nelle ardite intrapreso di coloniua– ilono o di navigazione o in tulle questo cose insieme, sento fu.talmente il bisogno di una completa egemonia sulle altro a scopo di srrullamento oltre a. quello di ( 1 ) Vedi N T, IUUUCIIWSK\·, 011el'O, erlt/ch• IIC IBluJte dottt•h1e eco110111lthe dl J. Stum·t A/ili, nella 81blloteca dell'f:conomi,ta, 1erle lii, voi. IX, parte 11, J)tlQ', 714o 1ega. imporre loro il proprio sistema di produzione. E ciò perehè, come dice 11Marx,« Il morto fa presa sul ,·ivo! • nel senso che la mancania di sviluppo della produzione capitalistica, e la persistenza di fa.sidi produiiono , che rurono già vivo con un seguito di ra1>porti politici e sociali a ro\·escio Jei tempi ., (Marx) presso certe col– lotth'ltà. umane, si ripercuotono con tristo effetto su quelle ph) o,·oluto industrialmente. LA prevalenza po– litico-commerciale di una data classe privilegiala è una condiziono 1ine <1ua non per il suo ulterioro sviluppo. Come,nel campo blolog1co,dalla lotta tra il parassita o la sua preda, seguo il più dello volto la morto del pa– zient,\ perchò dh•crsamente il parassita. non polrebbo compio.re Il suo ciclo e,·olutivo ( 1 ); cosi, nel campo so. ciale, dall a lotta incessante tra. J)&rassiti o parassiti di dh·erse nazioni segue necessariamente, o la scomparsa di una dello classi parassitarle, o I&sua trasformazione in quel senso o in quella misura, che l"altra impone. Lo guerre tra Atene o Sparta, tra. Roma o Cartagine, tra le repubbliche medioevali, non sono lotto Ji popoli, di socicliì, ma lotte di ari1toi, di patrizi!, di produtto,·i di merel. li patriziato romano fu Indubbiame nte il pro– dotto della forza e della violonu, adopera.te all'interno come all"estero. Sonia la soggezione delle classi domi– nanti nei paesi vicini, lo quali contende,·ano a quei patrizi romani la. egemonia politico-Industriale, Roma. patriila non avrebbe potuto ottenere autonomia e sta• bilità. I trattali di commercio d1 noma con lo cilt& vicine, come Cere e Cartagine, l'alleanza. e la 1>rote– zione di cui la richiesero sono una pron congrua. degli scopi, èho si proposero dì rnggiungero i patrizi romani col loro lungo guerreggiare. Lo s,·lluppo commercialo o industriale d1 noma, succeduto allo guerre esterne, fllCendonascere nelle menti scaltrite dei nobili il bi– sogno di render'Si forti all"interno di fronte ai plebei, dì regolare gli scambi o la difesa giuridica della pro•. prietà, fu il mo,·cnle dello sboccia.re delle istituzioni religiose o del Diritto Rom ano, Il quale diodo giuridica conslstenia all'ordinamento della propriotit prh•ala. Orazio, doscrh·c1hlo il periodo romano, succeduto allo guerre, accenna al sorgere della religione lit dovo dice: l'Olfq1HHJI t~pU agro, t,Tle11thr-s l!ICIOI', Il ;wb-sm l,lltf()r a,~J)/ecti tUIO'III, t:(110(/IUI tlflWtlO Ptacarl Ot11l111 /Hlb 111onme (tltblll ,' ACttllU •,,,, , , , , , IJ Si!Tatlo istituzioni giurilliche o politiche e religiose infatti del p0J)0lo romnno non sono che l'esponente di quelle condiilonl economiche in cui esso fu costretto a s,·olgersl. ta mancata protezione del commerci al– restcro per via di trattati e di leggi, o la deftcienza di colonie d• sfruttare, anebbcro causata la morte del patriziato romano. Così pure lo guerre di coloniua– zionc, sostenuto dallo moderne borghesie, non hanno forse mirato ad aprire nuovi tbocchi alla esuberante produzione, So consideriamo il fenomeno grnndloso delle crociale vediamo che quello spedizioni guerresche, le quali nei loro slrali superiori si presentano come una morbosa emanazione religiosa dei popoli d"occidente, non sono in fondo che un necessario riflesso delle mutate con– dizioni nel rapporti tra lavoro e capitale. Orribili carestie cd epidemie dopo il milio uovano spaYente– ,·olmcnte decimata la razza umana sfruttabile. li mer– cato del ltworo presentava un vuoto considero,·ole e ( 1} EttNKIT()San,, lt J,011tarllUmo n,u~ IOCIOlovta {llibliot•ca d•IIA Crflloo Soclate). l"J o,u.110, De al'tl po:tica, ver10 itOS e 11guentl.

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