Critica Sociale - Anno VII - n. 4 - 16 febbraio 1897

CRITICA SOCIALF. di rormaiione del capitalismo, un, programma che in qualche modo questa formazione tenta arrestare. Certo che questa propaganda non ai sostituisce tanto a. quella del partilo democratico-individualista, da dimentica.re o d1. contraddire le ftnalill u!Lime ,·erso cui tende; the anzi di quea1e flOAlitl essa sente, a dif• rerenza di quanto aniene nel Cremonese, il bisogno di servirsi per fondere ed armonlizare in una grando upirazlono di felicità e di giustizia gli interessi mol– teplici ed opposti di quella gran parte di popolo che e11atrascina.. Ma appunto per l'indirizzo della propaganda e della organinuione altalenante tra due dh·erse funzioni, queste nnalità. non poHono presentanl con quel ca– rattere di nece11ill ineluttabile che sprizza là. dove esiste e si alTreUa la. lotta rra due sole classi già. divise e mature. Mancando lo preme&1e storiche dallo quali I&società aooialistica sorga logico.mento o ro.talmente, la visione di essa si 1rovo..cosi sto..cco..tadal presente Ja sembrnro quasi una cornice architettonica di cui si ,·eda Indistinta la baso. E quanto phi essa contrasta colle condizioni attuali a cui non paro In alcun modo allacciarsi, e tanto più questa ,·islone rivesto rorme nghe, a!Tascinanll, colorite. che, perforando anche la grettezza pauroso. del piccolo proprietario e dell'arti– giano, assumono nella lor mento sembianza di un di– ritto di natura. Parlando con alcuni di quesU socialisti, digiuni di letteratura nostra, sembra per molti riguardi sentir ragionare, a cosi lunga dlslania d'ingegno, Gian Giacomo Housseau. Da qui quella bionomia di simpatico Idealismo, quella gran fioritura di redo ingenua o tonaco, che s'è venuta svolgendo nelle camp11gnemantonne eJ emiliane, dovo pare che una gran rolla di sognatori attenda un'aurora promessa. I.a frequenta dei simboli, delle bandiere, delle musiche, e la ste111a eloquenn colorita e com– mossa degli oratori di queste plaghe, atteatano, se pur ve no fo11e ancora bisogno, !'a.spetto mistico che vi ha assuntn. la concezione 1ociall1tlca. Aspetto che a più di un ouen·atore superficiale ha <lato l'illusione che l'Idea rosse, a malgrado di tutti quanti i rattori economici, la supremo. ed arcana forza. motrlco, e cbe proprio In un movimento socialistico llogel A.vesSoragiono <liMarx. In sostanza. invece è preclsamonto dal substrato economico che germoglia. questo stranl!ISimo llore d'Idealismo. f; tempo di porci il problema: qualo di questi due Indirizzi di propaganda il nostro partito de,·e seguire e niluppare, nel giorno In cui scenden\ apertamente alla conquista di nuove campagne? Se prendiamo come criterio di ,cella i successi elet• torall, non può esservi dubbio che Il Mantovano o l'Emilia hanno date lo più brillanti ,·ittorlo, mentre il Cremonese, pur da egual tempo penetrato dalla propa– ganda nostra, non bn. ancoro..un proprio deputato so– cialista. Ma le nostro vittorie elettorali nell'Emilia e nel Mantonno, non soltanto non sono ,·iltorie del solo proletariato - il che, In llalla, à ancora impossibile - ma non sono nemmeno ottenute esclusivamente in nome del proletariato. Il partito socialiste. usumondovi anche la funzione di un partito piccolo-borghese, o dando meglio d'ogni altro, por la roci1a. opposizione a tutto quanto Il sistema capitalistico, largo o..rftdamento di non piegare In questa sua runzione 11puriaallo lusinghe dell'alta BB.ncae dell'alto. ftno.nza, può troppo racil- mente raccogliere i ,·oli di quel popolo minuto, non ,·ero prolete.rlato e non vera borghesia, che in Italia - notiamolo bene - coslituisce ancora, per l'analfabetismo dei contadini, la. mana. elettorale più cospicua. Popolo minuto che, oggi, ancora Ruttuante tra le aspirazioni ad un benessere •ago e lontano, domani, come è ane– nuto nel Mantovano, per la improvvisa conversione dei suoi capi, si e evoh·e • d'un tratto al socialismo: eleva un plinto socialistico sopra la colonna piccolo-borghese. Donde quella instabilità, quelle oscillazioni nella marcia o nei risultati elettorali del nostro partito, che sono necessarie conseeuenze di una organinaziono, cbo lascia sussistere, sotto la. vernice uniformo del socialismo, i colori diverti dello categorie economiche lottanti contro ra.Jta borghesia. Da qui la spitgazione di quaoto osser– nva Il Oattl In quello zone agricole dove la nostra azione economie& - più prossima e perciò più sentita - non toglio le fallaci illusioni Intorno all'essenza vera del nostro partilo. Osservava Il Gatti che spesso, anche là dove la pic– colo.proprietà combatte unita al proletariato per la conqul1ta del potere politico, so ne distacca e 11i unisce ai grossi capitall1tl nelle elezioni amministrative; ossi& butta a mare li proprio alleato di prima, quando le sembra meglio di difendere I propri Interessi più pros– simi. Diserzioni queste che, se accennano a scomparire co11·in1isleredella propaganda., non 11 incontrano, al meno cosi spesse ed evidenti, nel Cremoneao, dove la proporzione tra I voti ottenuti nelle eleilonl politiche e quelli nello amministrativo non è cosi manchevole come, ad esempio, nel Mantovano. Il cho ml conferma nella mia Idea, che là. dove la resistenza del contadini è possibile, ossa 11erve non solo come fattore attivo nell'ovolve rtl dell e forme eco– nomiche, ma dà un'evidenza, direi qua.si, {1-ot~ lia.na, alla. concezione socialistica. che le cammina d'appresso. E tanto più parmi da proferire questa organizzazione di resistenza come azione eeonomlca del nostro partito nelle campagne, In quanto, nel nostro nuovo le.voro di propaganda., dovremo abbatterci iu zone dove la. me– ravigliosa altitità. dei clericali ed il risveglio del par– tito piccolo-borgheso hanno già. costituite quello Casse rurali di prestito e qu elle co operative di tutte lo rorme, che molli conaigllano q uo.li stl'umentl di perroraziono nella nostra. marcia. di conquista. Lo. organlnazlone di resistenza 1oltanto potrb. darci, nell'aHenza. di una salda organizzazione elettorale an– cora. troppo astratta per metter radice da sola nelle nostre campagne, quella ftsionomia.caratteristica di cui il nostro partilo ha. pur cosl urgente bisogno, mano– vrando, come deve, tra clementi facili ad essere trasci– nati, ma. altresl facili a trascinarci alla lor •olla. Ci rt11la una seconda questione: Dovrà Il nostro par• tito abba.ndonare nei suol programmi minimi, ammini· strativo e politico, quelle proposte che concernano la difl!IS&della piccola proprleti\, E quando queste pro– posto verranno presontato da altri partiti - e non puserà motto tempo - dovranno Iaoclallstl schierarvisi conlro 1 I.a.risposta, per quelli che sostengono l'organiztazione -di re1i1lenza come accelera01onto del processo econo• mico, parrebbe dovt11soessere: S1. In o!Tottotra I criteri della nostra organiziuione e quelli del nostro pro– gramma minimo c'è una proronda distinzione da rare. Quando noi usumiamo l'organizzazione di resistenza fra I contadini come aziono oconomica caratteristica del nostro partito, noi combo..ttll,mo, è vero, anche la

RkJQdWJsaXNoZXIy