Critica Sociale - Anno VII - n. 4 - 16 febbraio 1897

CRl'l'ICA SOCIAl,R 56) sarebbe dn. aggiungerne un'altra, che non abbiamo modo di determinare. ma che - per ciò che la comune esperienza ci dice - de,•e ritenerai molto elenta. l~'\ causa prima di questo inabissarsi della pic– cola proprietà consisto, già l'abbiam detto, nella necesslt..\ pel piccolo coltivato1·0 di tradurre in de• naro la maggior parte dei suoi prodotti, di por– tnrli perciò sul mercnto, e di doversi abbandonare al ,•ortlco della concorrcn1.a. E alla prima crisi che lo cog1ie, allorché egli de,•e Ipotecare il suo fondo per salvarsi - temporaneamonto almeno - dalla estrema ruina, ecco piombargli addosso Io srrutta– toro in rorma di mutuante. Ora, noi avevamo osser• valo di sfuggita che il mutuo, anche se bancario, ha in gene1-ale carattere usuraio perchè prende pH1 a.'881 di quello che oggi si rica,•i dall'industria agricola; o citammo H fatto significante del Con– grosso economico di i\lilnno che invocarn il tasso ilei 3,00 pel credito agrario, lo invocava come un beneficio a paratone del tasso in corso, che a mag– gior ragione deve ~rciò ritenersi un interesse usuralo e roditore d1 fronte al prontto medio del- ~~~i~:~rl:O:J1~oo~!ii~!i:~:~!•ada:is~~f1a d~if,?:s~ ;;!:,; ~r:~e~~~t J.~,u:ean ri: 1 t~~~i ~=~ e~ competenza in materia di statistica economica. :\la Lucio obbietta che il risaputo che il profitto del caritalo Impiegatonoll'agrlcollura è in media del ;; f. e raggiunge talora il 10 • •· Quali siano i cal• ~~ :! ~~o": iliS&itr~ 0 ~u:1~e:u~!n:p~a:~: nel Lodigiano, nef Cremonese, ecc. - il G e anche il 10 •1 •• questo non toglie che il profitto realiz– zato In Baslllcala, Umbrin, Puglio, 'l'erra di La– voro, ecc., sia cosi buso da portare alla media da noi enunciala. La qual media ru ottenuta dal pro– res.sore )lasà Dari - a cui dobbiamo i nostri Yivi ringraT.iamenti per le dilucida1.ioni cosi cortese• mente rorniteci - col processo esposto, in calce a quesle pagine, colle suo stesso parole ('). Il ratto dunque da cui muove il nostro ragiona– mento ci pal'e suOlcientemente assodato: In piccola proprietà. scompare 1·npidamonto. li: qui si dern no· tal'e che la proletnri1.1.azionedei piccoli proprietad (') I.a relu!one mlnl11ulale al 11ro1etto di leage 1ulla pere– qunlone fondiaria aueinua al prodotto lordo, dell'agricollura 111alonale un nlont 111moneta 11:ula I•• <IMO mlllonl. QuMtll Yalulazlon• era ratti'. 1111 preul del prodolll agrlc,1li nel decennio 111'•18U; ma ptrchà nel de.!ennlo 188l-tl Il dure.mento medio del prtt10 di qael prodouJ t ttata, nella m@dlagenerale. phi ruoreYole rtel to ♦, .. la YalutuloM 1urrlru11a u r.doua a L un milioni. Poi, 1l«om• la rlccheiu. compleuin llallana terriera 11calcola (Pontoteonl•Bodlo) In miliardi !t, e IlcompleuiTO gn– u.me annuo di lmpo1te dirette ed lndirelle, dall. diritti,~, che colpl 1cono la proprl♦li rondlarla, 11u6 ulularti In 13() milioni, mentre le 1pue di conduilon• • manutenzione uria ai pouono calcolare nella media minima del U •• del prodotto lordo, tro– Ylamo che rimangono 10,0 milioni elru d/l dl•ldenl come lnte– rene normale del capitale Impiegato nell'ap:rlcollura nelle con• dl&lonl phl comuni di col1hulou• non ..-lenlldca, dOè 1enu lroppo trandl antlclpulool di upllale di eHr<'lzlo. C01111 ha poco meno di un , • • Ora co11,leo• dlmlnulNI dell'I •t, qu«lo aanlo com• media dell'l11ttrtaH del debito lpote.-arlo 1ul fondi ru1tld, e un altro 1; 1 coo1lderarlo come paramento della propria persooa1• althlti di quel proprietario cb• con,luce In economia I propri beni. Ecco quindi eh, Il reddllodell'AJrkoltura nel no1tro l>HH è ridotto a rappresentare Il ,a~1lo d'1nterene del ! '': In rapporto al capitale Impiegato e rappre1ent•1• in \ln'aziemla agricola, VI10no ecce-tlonl che 1po1tano q11uto 11g-gloa un limite ele•atl11Jmo, ma ciò dipende da condizioni partlcolarmente fo,\·o– r81'oll 11ercerte 1peele di collhadonl (I vlnt, ad uem1>lo,di alcun, plaghe del Plemont,I o 11eraltre ragioni; nu, non c'è bl@ognodi •11lea1re Il d11Uno IO(rlcodelle ♦CCetlonl. non si limita soltnnto al coto dei p1'0prietari di te11·a. ma comprende altresi coloro che. pur non essendo proprietnri di terra, ,,anno però anno,·e– rati fra i piccoli prop1•ietari camragnoli perchè posseggono IJli istromenti mobili de lavoro: me1.– za~ri, piccoli aRlltuali, e al'tigiani dolio campagne. ref;t:~o~of1!•i~\~:! 0 d~rr.r~i!~~t 1 ,?a 1i;1 1~:: 1 ~ad:~~ sono comuni alle altre regioni d'Italia do,•e l'uso ~~;iz:~ft~:~~icb~-deu~fi~~:i~l':::c~~ ~\t'lsc.~: dria c1-eano un ambiente di eccezionale ra.vore; non cosi altre plaghe d'Italia - Emilia, Romagna. Marche - do,•e già nel sono del contratto di mez• 1.adria si ra sentire in modo acuto l'antitesi fra l'inleres5e padronale e l'inlore!Se del meu.adro. nonchò l'antngo11ismo fra il bisogno di aumentare la produ1.ione e la resistenza che il cal'l\lte1•e del contratto presonta all'aumento dol r.upitalo tecnico. È noto puro come il colo del flltavoll-coloni (ad esempio quelli dell'alto milanese o del comasco) dia un contigente g1·andisslmo alle p1'0ceduro di sfratto o di esecuzione mobiliare poi• rnsol,•enz,\ di canone. E 11011 il il caso di insiste,·o sul processo continuo di espropriazione a cui, per effetto della grande industria o dello s,•iluppo dei mezzi di CO· municazione e trasporto, soggiacciono gli artigiani delle camrngne. Pabbri, falegnami, tessitori, sarti, calzolai, s ,•edono printi della loro indipendenza, :lì~N:~01~r~ l~Ol~l~s}~:e~:i,1aC:1~~tli a ,·endere lo tale condizione di coso. ò nosh'a per.:rnasione che la propaganda socialista possa attocchil'e anche fra coloro che, se111.aessere ancora veri e p1'0pri prolelal'i, si vedono inevitabilmente e prossima– mente condannati a dh•entarlo. Perchà giova ripe– tere che, quando noi parliamo dei piccoli proprietari, escludiamo con ciò tutta la proprietà srruttatrice. per piccola e misera che sia. Non siamo d'accordo col Bonomi nel ritenere che la l?ropaganda nostra debba preoccuparsi della borghesia magra., la quale, per quanto magra, anzi appunto percl1ò magra, è tanto pi\1 avidi\ e feroce sfruttntrice. 'oi non pos– siamo indil'izzarci che a coloro I quali presentano la cal'ntleristica di essere spogliati del sopra-\'alore. Ora, noi l'iguardi del pkcofo propl'ietnrio, se la app1-opria1.iono del sop1·n•valo1·0pe1· parte del ca– pitalista non si av"era, lgi, po,· mezzo del capitale ~~~;!~!:·1e~v\~!~ie11~ 81 cioC 0 ~:o;e!t0~1ndeiasC:Pj~:: p1'0Clutione ma nella fa~c della vendita. Per ri- ~~:::0 ~:1:e~~dJ~!:co1!~n!iJ::ta~·1i·i~;1!d~ia~~ d:N! produzione ca11itnlisla, sbouata nell'ultimo Jn,·01-0 di F. Engels. e I.a produzione era ancora nelle e mani dl operai io possesso dei 101-0 JH'Oprimezzi e di p1·oduziono, il cui larn1'0 q uindi non rendeva e nessun sopravnlore n nessun capita.le. .. Il capi– e tale commol'cinle .... verso la fine di q uesto pe- : ~~~i/~~l r~:,j!~t~~j~a ~~!1~~-r~~~m~1:~-aC~~~ e spaccio ostacolato p0tevano costringere gli arti– e ginni, produttori d1 merci da osportarsi, a cedere e al negoziante esportatore le merci al cll&ollo del ~om 1 ~~ig~o~:v~ 1 ) ~-~~~! 1 f[ 3 p~:~~n~,!•u~ 1 ~~~~ renr.a - cectoro il suo grano o l'artigi ano il suo prodotto, li de,·ono cedere a un pre1.zo che tende semp,-e più a cadere al disotto d el ,•alore contenuto nei relativi prodotti. Non si tratta dunque di ri\ 1 olgere la nostra pro– P,--'\ganda, come dice Lucio pet· ridurre a\l'aMurdo 11nostro ragionamento, a tutti coloro che soffi•ono (1) C,•lt/cn Soetnlt, 16dicembre 18tJ, J)a(r. J;e,

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