Critica Sociale - Anno VII - n. 3 - 1 febbraio 1897
CRITICA SOCIALE 39 Finchè noi mostriamo ai piccoli capitalisti di campagna le antitesi sociali, i pericoli e i danni della concorrenza, la pressione del grande capitale, le spoliazioni operate dal fìsco,la tiranniadel\'usura, ecc., noi li abbiamo consenzienti, perchè queste son tutte cose che essi vedono o sentono confusamente, ed è quindi naturale che i contadini assumano un'atti• tudine di opposizione al Governo nel quale c1·e– dono impersonati tutti questi malanni. Poco pili, poco meno, i radicali da una parte e i clel'icali dall'altra non seguono via diversa e raggiungono gli stessi risultati nostri. .\la se voi credete che per questo solo, per questa rorma di opposizione generica, e perchè diurno il voto al candidato socialista, questi contadini siano diventati socialisti anch"essi. e pensino ed agiscano come dovrebbero o come r,webbero i prole1ar'ì, al– lora, permettetemi la pa1·ola franca, voi v"ingan– nate. Questi contadini sanno bene che la condi– zione di proletario è un male, anzi il peggiore dei mali, e lottano, come ho detto, per non cadervi, e per ottenere questo risultato ogni mezzo ò buono pe.r loro ed ogni forma di oppo:;iziono o di 1·esi– stenza. In mezzo ai nostri discorsi e alle nostre analisi essi non vedono che la loro mezzadria, o il loro anHto, e il loro campo, del quale, benchò no· minalmente, sono e si sentono i padroni, e a queste cose si attaccano come a una tavola che li man– tiene ancol'a sui nutti procellosi. Alla stregua di questo loro interesso particolare, che è poi tutto il lor.> interesse, i contadini valutano lo cose sen– tite da voi, e a queste cose danno una significazione diversa, e a quando voi li spingete avanti, essi, pur parendo di secondal'\'i, vo1·1·ebbero, nonchè star fermi, quasi tornare indietro. Voi sorrideh}, caro Bissolati, e avete quasi l'aria di dirmi che io vado almanaccando un mondo ad immagine mia e costruisco a p,·to,·l una campagna che non è mai esistita e dei contadini che non son mai vissuti. r,: così rosse! :-.ta, neanche a ral'IO ap· posta, qui ,,i dà. torto precisamente il dott. Gatti, la cui testimonianza invocate conti-o di me. Il dott. Gatti ha notato in molti Comuni, e par quasi se ne mei-avigli, che i piccoli proprietari votano costantemente pe· radicali o pe' socialisti nelle ele– zioni politiche, mentre nelle elezioni amministra– tive si schierano costantemente co· proprietari grandi e mezzani contro i contadini. Ditemi voi come si debba spiegare questo fatto e mettere in armonia coi « risultati lusinghieri » della nostra propaianda, e come s'abbiano a considerare questi piccoli proprietari che cambiano casacca a ogni cambiar di elezioni. Questa lettera è già. froppo lunga e conviene af– frettarsi alla fine. lo non ho autorilà per essere ascoltato dai socialisti italiani. Ma se la parola mia potesse essere accolta colla deferenza che merita la vost1·a, direi a un dipresso così: I danni e le antitesi del sistema capitalistico sono risentiti da tutti. Il merito sommo di :-.tarx sta precisamente nell'aver visto ciò, e nell'aver visto che queste an– titesi non possono esser risolute e composte che dai proletari organizzati in partito politico per la conquista del potere e la trasrormazione della so– cietà sulla base comunistica. Tutte le classi agri– cole, alle quali si vorrebbe faru appello, esclusi i contadini salariati, sono in sostanza dei conserrn– tori, i quali vorrebbero conservare la grande, la media, la piCiX>la e l'infima p1·oprietà e consegucn· temente anche la miseria. Questi signori possono essere i nostri alleati di un giorno, ma giammai il nostro esercito pe1·manente. Essi, al pal'i degli ar– tigiani, dei piccoli bottegai e di tutti i piccoli qual– checosa, non sono che dei malcontenti, e dei mal– contenti non sappiamo che farcene. 11nostro partito, la nostra causa e la nostra fede sta nei proletari di fuc~s~eras~·l: oeu!it~ r~::ter~~i•a~~!r~· o~~f:! 0 ~ ~~~ campi. Con questi soltanto possiamo vincere o ini– ziare rèra nuova o la nuova storia. Ed ora andate per la terra ed evangelizzato. LUCIO. LAPICCOLA PROPRIETÀ CAMPAGNO e il partito socialista La discussione ò viva. Essa. non dirà, è probabile, l'ultima parola; getterà. però delle idee da maturare e, non ross·a1tro, ci avvicinerà o.I vero. Fra Bissolati e mo vi ò accordo, contro Lucio, su questi punti: 1. 0 la conquista delle campagne ò fin d'ora conciliabile con i principi economici dol socialismo ; 2. 0 è possibile (lo dimostran anche gli esempi) la. con– quista non solo dei contadini nullatenenti, ma anche doi piccoli proprietari. Dove nasco la differenza. fra Bissolati o mo è sullll via da segui1'e per arriv11re a quest11conquista. Il Bissala.ti mi obbietta. che con le Casse rurali si dà. man rorto alla. piccola proprietà agricola contro i ca– pitalisti, si crea cioè un ostacolo, un ritardo all'inva– sione del capitalismo nelle campagne; ora, ciò torna dannoso a.I partito socialista cho non potrà. trionrare se non dopo che il capitalismo &\'rè.compiuto il suo ciclo, che trionrerà. cioè tanto più presto quanto pii1 rapido sarà stato il ciclo capitalista. Il Bissolati poi consiglia: • aiuto indiretto allo svi– luppo del capitalismo, flnchò ciò non contrasti col nostro còmpito supremo, che è quello di organizzare la resistenza e di educare la coscienza. rivoluzionaria dei lavoratori. • Mi accordo con lui in questo concetto e lo accentuo di più noi senso che, ove l'organizzazione e la resi– stenza. dello masse lo richiedano, si debba, oltrechi, so– spendergli ogni aiuto indiretto, anche combattere il capitalismo, purchè i vantaggi che ci daranno in tal modo l'organizzazione e l'educazione delle masse pe– J1inosulla bilancia pilt del danno che ci possa arrecare l'opposizione ratto. così al ciclo capitalista. E venendo o.Icaso nostro speciale, credo appunto che l'opposizi0no allo sviluppo del capitalismo, che noi pos– siamo raro con lo Casse rurali, sia per il socialismo di ben lieve danno di rronto al vantaggio che esse po• tranno arrecargli nella conquista della piccola proprietà. Il Bissolati ha accennato alle due grandi correnti che conducono al socialismo: la 1·ivolluioneeco11omica, cioè lo sviluppo del capitalismo e la 1·ivolu.:ionedelle co– scien.:e, cioè la propaganda socialista. Mi rermo sopra questo punto perchè è su di esso che potrà, mi pare, svolgersi bene la controversia. Può il partito socialista, col suo pensiero scientifico o con l'azione della sua propaganda, inOuire sulla 1·ivolu:io11e economica dell'attuale società. nel senso di rallentarne o alfrettarno il ccirsol Nel campo del pensiero il socialismo ha sviscerato la vita economica della borghesia., ne ha delineato il co.mmino e predetto rata.le il tramonto. Questo note– vole contributo critico, accetto.lo , nella. sua parte nega– tiva, anche dagli avversari, non ha però avuto certamente alcun elfetto sensibile sullo sviluppo del ciclo bor-
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