Critica Sociale - Anno VII - n. 3 - 1 febbraio 1897
38 CRITICA SOCIALE !"albero si deve attaccare alla radice, secondo voi bisogna salire un poco più sopra, mettiamo a un qua1·to del tronco. Ora, pel' farvi pincere, voglio ammettere che abbiate ragione, o che pei socialisti sia, non solo utile, ma doveroso e necessario ese1·citn1·e la loro « azione speci!lc:t » in mezzo ai coloni. mez1.adri. piccoli fittaiuoli e piccoli propl'ietari nell'intento di conquistarli alla nostra causa. E allora mi sia lecito domandarvi: qual via sarà la nostra? in che modo e con quali mezzi potremo giungere On nel cuol'e di questa massa e convertirla? li problema vel'o sta tutto qui, ed ò qui che cominciano i dispareri pur tra coloro che la pensano come voi, e spun• tano ì così dotlì programmi agrari. e dal campo del reale si passa in quello del probabile e da quello della scienza nell'altro dell'opinione. Questa molteplicità e dh•c1'Sit!\ di ,·edute in una sola e medesima questiono non è un puro caso do,•uto a ;:~~e~:t~t~s~:f:'~t~t,~~d°Yi~\~~~; t~\"R~~: ~~sa~ i nosti·i disegni, dalla mancanza di p1-01>01·zionalità tra la. cosa e i metodi, da questo ,,oJer t1·apiantare il socialismo sopra un te1·1·enosul quale non nacque nè può attecchire. Voi stesso, mentre sconsigliate ai socialisti di promuovere la introduzione delle mac• chino nei luoghi di grande coltura e di grande p1-oprietà, trm•atc "antaggiosa la cosn fra i piccoli proprietari. Ottimo sistema per chi ,,oglia cambiare 1 piccoli proprietari in proprietari pii, srandi. J\la torniamo alla domand,1: di quali mezzi ci serviremo 1 Il programma di Breslada, benchè non ne parliate, è condannato nel \'Ostro giudizio. Ciò che dite della pt'Oposta del Galli non lascia dubbio su questa condanna. Aiuteremo i piccoli coltivatori liberi della campagna a diventar p1·oletari 1 neppu1· per sogno. Questa è faccenda che riguarda esclu– sivamente il gmnde capitale. rusura ed il fisco, e d'altra parte è cosa alquanto pel'icolosn, visto e considerato che molto volte l'esaltore ci lascia la pelle. O allora mancherebbe per caso ogni mezzo? t voi l'ispoodete tranquillamente che il mezzo c·è, e l'enuociate con una parola sola: la propaganda. Predicare ai piccoli capitalisti della campagna che essi sono i pr'Olotarl di domani e che la loro p1'0- prielà è solamente nominalo, denudare ai 101·0occhi « la menzogna di tutto le forme a baso di piccola p1'0p1'ietà », mostra1·0 come i loro sfo1·1.I siano inani di f1-onte al processo automatico d"assorbimento del grande capitale, persuade1·li cho la grande industria e il grande mercato o la grande produzione e le macchine sono loro nemici capitali, ecco secondo voi le armi principali e forse unichf;' colle quali la campagna deve osse1·e conquistata. E cosi 1 Orbene io non vo~lio discutere i clali statistici elle adducete sul dis1ncremento nel numero delle varie classi agricole. Osservo soltanto, che, se questi dati fossero veri o il disincremento fosse continuato nella medesima ragione, ora nell'anno 1895 la pic– cola proprietà e lo piccole forme di produzione ~~ 1 ~~i1~dd~~:;9:~ 1 1o~:~~1oq~~:h~p.Ir!}:Jhf :h~a! sciamo stare anche quel profitto dell'agricoltura (f) che secondo voi è del 2l'-0 ¼. mentre è risaputo che il profitto del capitale impiegato nell'agricol– tura è in media del 5 '/ 0 e raggiunge talora il IO 0 / •• Ma pochi si potranno persuadere, che una tesi astratL.1.,come è quella da voi enunciata, possa fare il fftiracolo che ,•e no impromettete. Voi volete espugnare una posizione sociale, non colla forza, non col destare nella classe che la occupa una co– scienza proporzionata ai suoi interessi presenti, ma volete espugnarla con una concezione della vita in disa1•monia colle condizioni reali ed attuali di questa clRSse, colla visione dol futuro e colla profezia, il che vuol dire con delle parole. Voi vorreste che si dicesse sempre e da per tutto ai piccoli capita– listi della campagna: il vostro stato è precario e il nemico v"incalza alle 1·eni: convertitevi. Maquesto. lasciatemelo dil'e, 11011 O più socialismo, questo ò apocalissi, non è più azione viva o cosciente in mez1.o al prolelarinto per la emancipazione del proletariato, ma ò la misericordia di dio che ab– braccia tutti quelli che si volgono a lei. Se i so– cialisti ascoltassero i vostri precetti e vi seguissero ed evangelizzassero a cotesto modo le turbe, fa. rebbero come i preti, che vanno predicando la va– nit:.\ di questa vita e l'eternità dell'altra, mentre i preti che parlano e i fedeli che ascoltano sanno bene, che non c"è altra vita che la vita. di questo mondo, ed operano infalti con questa conoscenza, spinti dallo necesslb.\ quotidiane, a seconda delle circostanze e delle passioni terrene. Voi dite che « i mezzadri, i coloni, i piccoli pro– prietari non sono pili quelli del medioevo ,, che essi si sono mutati o che tutti « risentono l'in– fluenza del capitalismo •· D'accordo, cal'O Bissolati, o chi ha peesato mai a sostenere il contrario f Io vado più lontano assai e dico, che i primi a risen– tire gli effetti e l'influenza del capitalismo sono i capitalisti stessi. Questi signori sono armati l'un contro l'alti'O, non a disegno, ma per il giuoco e la violenza delle forze produtti,•e che hanno scatenate e non possono frenare. La società. borghese è pro– p1•iola società. anarchica come la disse Mar.x: essa è un tessulo di antitesi delle quali i capitalisti sono gli artefici inconsapevoli e tante volte le vittime. Accanto alrarti~iano espropriato dei suoi strumenti di produzione c è il 1·icco banchiere rovinato dalla Borsa, il potente industriale che la conco1•1-eozaha buttato per terra, il grande commerciante che una crisi, anche passeggera, una contrazione anche lieve del erodilo ha costretto n fallire. Un nuovo rit1-o– vato o una nuova macchina, l'apertura di un ca– nale o di un valico montano, il taglio di un istmo SJ>OSla una quantit.\ enorme di ricchezze, una quan– ht:\ non meno enorme ne distru~ge, altre piu co– lossali ne crea, e in questo turb10ìo tl'ovano la ro- 1-ovina e la morte molti che prima eran ricchi e parevan quasi indistruttibili. Questa è la società bor~hese; ogni fatto reca denh-o di sè la sua ne– gazione, ogni nuovo strumento di guerra si tro• verà rivolto conh-o quegli stessi che l'hanno creato, ogni tegola lanciata in aria cadrà o prima o dopo sul capo di colui che la scagliò. Vorreste voi per caso porre un rimedio a tutti questi mali, compor1-e una pe1• una tutte queste antitesi, pescare ne· vortici tutti coloro che l'ana1·chia della produzione getterà ~~11•ap~ri~et~·i~t~f1~~efa~f!e ::!e~~::1;st~fiI;~~~ af~: resto piit presto a seguire i giri e le evoluzioni dei numeri del lotto agitati nell'urna onde debbono uscire. Ma voi rincalzate che la propaganda socialista nella campagna dà buoni ft•utti e citate in ap• poggio il « ratto indiscutibile » dei « risultati lu– sioS'bieri , ottenuti dal nostro partito nelle ele– zioni. Mi dispiace, ma neanche su quosto terreno mi è possibile seguil'\'i. Prima di tutto voi avete toccato un tasto pericoloso, e molti potrebbo1-o do– mandarvi, come e pe1'Chè succede, che l'isultati altrettanto lusinghieri non si ottengano nelle graudi città, dove pure l'aziono nostra è più continua, più viva e più forte, e si s,•olge in mezzo a proletari autentici, più numerosi od intelligenti e meglio aggruppati. Pongo questa domanda, ma non pre– tendo che mi rispondiate. Cerchiamo invece di spiegare o capire il vost1-o « fatto indiscutibile ». Ed ecco quello cho ne paro a me o desiderei ne pa1-esse anche a voi.
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