Critica Sociale - Anno VII - n. 2 - 16 gennaio 1897
24 CRITICA SOCIALE sibile o po,· lo meno non ha favo,·ilo lo Sl'iluJ>po di un ceto di persone facenti della politica un me– stiere, cioò un modo di campar la vita. Per tali e simiglianti ragioni lo scandalo 1>olitico, che 0 la pill grave imputazione che si faccia al regime parla– mentare, non ha trovato il te1·1•eno favore\role alla sua coltura. E ciò senza badare - almeno in tesi astratta - se non anche sotto questo aspetto il re– gime parlamentare sia preferibile a tutli i suoi op• posti (regime assoluto, governo diretto del popolo) nei quali, per la mancanza di un organo imme• diato, come il parlamento, in cui Io scandalo possa presto suscitarsi. i fatti delittuo i che vi d/111110 oc– casiono possono restare occulti ('). Ora, se questo è di un piccolo Stato come la Sviz– zera, che cosa dire dei g,·andi Stati 1 In <1uesliul– timi l'accentramento politico, prodotto SJlOntaneo della ci1•iltà, ha raggiunto ~ramai un grado cosi alto, che le sorti d1 una naZlone possono dirsi ef– fettivamente unificate. li progresso della costitu• zione politica consiste appunto nel superare gli in– teressi locali e regionali e nell'armonizzarli ad unità. Se la borghesia ò lo strumento storico per mezzo del quale si porta a compimento quest'opera, già per altro iniziata dall'ancien ,·éutme, ciò non ,•uol dire affatto che sia un interesse esclusivo o speciale della bor$hesia. E poi, quando anche non fosse così, noi socialisti ci troveremmo dinanzi al fatto dello Stato moderno enorme ed accentrato, cioè ad un fatto sul quale bisogna opera,·e. E questo porta con sè che le <1uistioniche hanno un interesse generalo (nazionale) crescono di giorno in giorno. Il miglioramento delle condizioni edi– lizie ed igieniche di una citla come Napoli è, pe,· esempio, cosa di interesse italiano sotto il doppio aspetto economico ed igienico .... non foss'altro per gli albergatori nostri! E pi,, si accresce la poten– zialiU\ economica di una nazione, e più avremo le quistioni di indole generale riguardanti l'univer– salità dei cittadini. Qui davvero sorge chiaro ed imponente il quesito, come si possa provvedere a mole così vasta di interessi, cioè per l'opera di qual meccanismo politico. Il Rousseau, il quale, come è noto, fu uno dei più appassionati critici del sistema parlamentare, cre– dette possibile provvedere agli affari di grossi Co– muni per mezzo della legislazione diretta; ma per la prima volta il Rittingltausen propose un piano, per mezzo del quale anche un grosso Stato avrebbe potuto gestire i suoi affari democralicamente e fa– cendo piazza pulita di ogni specie di sistema rap– presentativo. Ma il suo progetto non è che il par· lamentarismo condotto al parossismo della caricatura. • Quando un numero di cittadini, da determinarsi per legge, richieda che questo o quell'oggetto venga messo all'ordine del giorno del popolo - quando quel numero di cittadini richieda l'adozione d'una nuova legge ovvero la riforma o l'abolizione d'una legge vecchia, il Ministero è obbligato, in un pre· sigoato numero di giorni, di invitare il popolo a radunarsi, per prendere le sue deliberazioni, e far atto di legislazione. ~ (') E qui incominciano le note dolenti. Come riunire lutto il popolo di un grande Stato! Pe,· il Rittinghausen la cosa è d'una facilità sorprendente. Pe,· l'esercizio della sua fa– coltà legislatrice, il popolo è diviso in sezioni di mille cittadini ciascheduna. Ognuna di queste se– zioni si nomina un presidente e si ap1•0 la di– scussione. Ogni cittadino ha di,·itto di pigliarvi la J1) t: stato 11O1alo troppe ,•olle c11ela campa1tnn conlro la CO• 1t1tu1:tone parlmuentare è principalmente conèfotta dn quelli che l'hanno a temere. Non ha ror110 la T,·1b1ma ,,ersato lagr1me com– move11t1 sulla degeneratlone J)11rlAmen1a re J 1s11 ~j;';'d~ 11 1t.l'1t:ùT:i;.~a~,~~;.,~r,~!:~1a~~:~;~~ 1 d~t ~Òlk~~~ 1et.:geb1mg 1 ecc-., Sluugart 1893, png. !ii. parola e di esporre il suo avviso sulla materia. Chiuso il dibattito, si procede alla votazione, e po– scia al computo dei voli. I presidenti delle dil·erse sezioni si riuniscono fra loro e determinano dai calcoli l'opinione che ha riportato la maggioranza dei voti; tale opinione diventa legge dello Stato. Nulla dunque di più semplice. Ma, tralasciando obbiezioni di altra natura che faremo in seguito ed ammesso ciò che non sar.\ mai, cioè la possibiliU\ di aver voti uniformi, nella loro espressione pro e contro, nelle diverse sezioni (mentre l'impossibilità di ottenere \'Otazioni omogenee ò re3a evidente dalla s,•al'iatezza dogli avvisi che son possibili su ogni caso). noi ci doman• diamo: sarebbe questo un modo sel'io di far fun– zionare la macchina politica di un grande Stato 1 . Ma le questioni che possono interessare una na• zione crescono in ragion diretta della sua esten– sione! ErJil modo come gli affari di una nazione sono intrecciati e mutuamente in dipendenza è \'O· ramente straordinario! Qui occorrerebbe pensare ad una nazione la quale, anziché preoccupar3i della sua vita materiale, stesse tutto il santo giorno nel fo1~0ad ascoltare i novellissimi Ciceroni pronti ad imbrogliarla non diversamente dagli antichi. Ora,se ciò era possibile nelle vecchie democ1•azie, che erano 01·ganizzazioni di liberi divisi in- classi fra loro ma egualmente sfruttanti il lavoro degli schiavi, oppure gli stranie1•i e la campagna, come nelle democrazie italiane del medioevo, non lo ò punto nelle democrazie mode1·ne, fra le quali si sup· pone che ciascuno abbia da procurarsi da sè stesso il Jll'Opriosostentamento. L'attività legislativa infatti cresce di giorno in per giorno ed i parlamenti, come hanno una tendenza storica a divonii· permanenti, acco1·ciano oggi sempre più i periodi delle vacanze. Il Parlamento inglese, cioè quello della nazione più densa di vita sociale e di attività economica, e quello che più • lavora •• come si dice nel gergo ufficiale. Immaginate voi che sarebbe la vita della repubblica felicissima iuteg1·almente amministrata dal popolo come la pensa il Rittinghausen 1 O, come ho già detto, il popolodovrebbe starsene cion– doloni nelle pubbliche assemblee per tener dietro agli « affari pubblici • - e ciò deve escludersi senz'altro, data la forma moderna e rutura del modo di produzione - o dovrebbe limitarsi a dare, in due o tre riprese, nel corso dell'anno, dei responsi gone,·alissimi. i quali poi sarebbero interpretati a capriccio dagli impiegati dello Stato, e messi in esecuzione come a costoro piacerebbe. E siccome non si può sfuggire a questo secondo corno del di– lemma, la conclusione e che la pretesa democrazia andrebbe a fi11i1·e in una oligarchia di burocratici, oligarchia, è superfluo dirlo, molto pii, pericolosa di qualsiast altra. Fu l'istessa legge generalissima della divisione del lavoro che creò storicamente il sistema rappres~n– tativo. Il progresso della vita sociale tende ad eli– minare sempre pili l'intervento diretto ecl imme– diato del popolo - come mossa legiferante - dal• l'amministrazione dello Stato. li consumo di energia, il dispendio economico che esso produce, il gro– viglio, la confusione e la baraonda del suo funzio• namento, sono tutte cause che lo rendono sempre meno adatlo alle forme progredite della vita sociale. Noi ·\'edremo nel prossimo numero che, 1·idottoalle proporzioni modeste di un cor,·etlivo del parla• menlal'ismo, come ò nella forma del ,·efe1·endum e della iniziath•a quale si riconosce in !svizzera, esso è pienamente frustrato. Certo il sistema par– lamentare, come agisce ai giorni nostri, dà luogo ad inconvenienti e mali che devono reclamare da parte dei socialisti studii diretti a migliorare il meccanismo del sistema. Maanche qui non bisogna
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