Critica Sociale - Anno VII - n. 1 - 1 gennaio 1897

URl'l'ICA SOCIALE 9 Sparta, e non invoco una ragione di malcontento nel con• fronto tra la impossibilità. che essi hanno di soddisfare i loro bisogni attuali o la possibilità che hanno dì sod– disrare bisogni pressochò uguali (perchè creali dalla medesima. civiltà.) le altri classi sociali del loro tempoJ f~ lecito che ci si ,•enga. a ricucinare quella facezia, ammannita anche dal Boccardo, delle milio libbre tor– nesi che al tempo di Carlomagno avrebbero reso annua.I• mente L. i2.000 e oggi L. 38, per provare che la con– dizione dei capitalisti vo. piilggioro.ndo,quasich~, fra l'altro, quello povero milio libbre non avessero avuto il tempo dnl Natalo dell"SOO al Nalale del 1896 di im– pinguarsi di una discreta quantità. di lavoro non pagato, sufficiente per mo.ntcnero il loro primitirn redJito e aumenta.rio 1 ~la poi, so ò vero cho il reddito del capi· tale ò andato o andrà continuamenlo diminuendo, fino a ridursi ai minimi termini, e che tulli quindi saranno condotti alla « salutare> necessiti\ del ICLvoro (pag. 2i), non vi accorgete che ciò viene in rondo a dar ragiono a. noi, viene a dar ragione alla teoria, socialistica., di Achille Lorin, il quale sostiene che il profitto finirà per elidersi, por cadere al disotto del minimo, e per con– seguenza che la terra tornerà. libera dal dominio indi– viduale, perchè nessuno avrà più interesse a mante– nerla in proprio possesso 1 (') E questo si chiama dimosl1•aro che il socialismo ò « un·allucinaziono di cervelli ammalati > ! (pag. LII). Decisamente il socialismo è un poco corno la milica iJra a cui rinasco,·ano lo testo toglia.tele. Ciascuno di coloro cho si mettono a combatterlo lo annienta, lo annichilisc<\ lo polverina i (l3occarJo si vanta. di aver ri<loUo il Marxismo « ad una gallozzola. di sapono che con un soffio so no va>)('); ma.poi c'ò sempre qualche allr,, a cui non paro annientalo abbastanza e che sento il bisogno di polverizzarlo di nuovo. Ora ò la volta del conto A. nousies o del sig. Nicolra Dertuccio. Ma. vio, consoliamoci! non saranno nemmeno questi po,·eri un– torelli cho riusciranno a spiantarlo! G. RExsr. (1) I.ORIA. Anall.rt ddla p1·op1·1erd MJJltall.rta, voi. I, cap. VI: Bocca, !8S9, (t, BoCCARDO, op. eit, 1>:ig. i9. LOTTE DI CLASSI e lotte di collettività umane r. Quando Ma1·xed Engels, concepito il funziona– mento materialo della storia, ne illusll·a,·ono il contenuto economico e diedero, insieme alla co– scienza dell'indirizzo della produzione capitalistica, la spiegazione di tutta la storia spiegando di essa l'essenza generale concepita nelle < lotte di classi,, sorso la dottrina del materialismo stol"ico, pe1· cui sarebbe possibile, o quasi, spiegare la supe,·strut– tura politica, morale, l'eligiosa, familiare di ogni periodo storico, conoscendone il relativo intimo meccanismo della produzione: nuovi ol'izzonti si aprirono allo studio e alla ricerca degli scienziati, perchè la nuo, 1 a dottrina dava il crollo alla meta– fisica o assodava semp1·e più quel meccanicismo cosmico che è l'essenza intima delle cose e che, divenuto coscienza scientifica, illustra il pensiero del nostro secolo di luco fulgidissima. La concezione organica della storia, basata sulla conoscenza della casualilà delle leggi economiche e sulla teoria della lolla di classe, si disse bastasse, conosciuta la relativa Economica di 1m'epoca e specincamente le classi che in essa si s,,ilupparono, a darci spiegazione, rispetto a quella data epoca, di tulli i falli e della soprastruzione politica e giuridica. La concezione materialistica della storia dà la chiave della spiegaziono della storia stessa: non cred9 però che i due soli elementi di questa dot– trina debbano ossere il fattore economico e le lolle di classe. li fattore economico determina la sopra• struzione politica e mo,·ale e giu,·idica e religiosa; la lolla di classe, delorminata anche da esso, spiega le lotte interne cli una data collettivil.:\ umana in un dato periodo storico e determina la trasforma– zione della sua forma di 1wocluziono - manca il fatlo,·e che spieghi le lolle esterne, le lolle delle colletlivilà umano fra loro, lolle che hanno una importanza massima nella storia passata. Questo fattore, che finora mi pare sia sfuggito alle rice1·che dei sociologi socialisti, io lo chiame1·ei p1'oprio ~ lotta fra le col/eltivilcì umane >, ed ò sempre, e ciò ,·edremo, come la lotta di classe, determinato dallo stadio della produzione. . . . L'umanità ha fatto la sua storia, diciamo cosi, quasi senza coscienza, pcrchè, obbedendo a quel– l'istinto cieco cli conse1·vazione che è insito in tutto lo forme organiche, e sospinta dal bisogno del– l'alimentazione, cercò di migliorare ognora le con• dizioni della sua vita organica; quella sua storia, che parve ad essa poi c1·eata volontariamente, non fu che l'effotlo di quella lolla pel miglio,·amento economico. Nello nostre nzioni noi, pl'esi indivi– dualmente, ci illudiamo, guardando semplicemente agli effetti o alle fo,·me più esteriori dei falli nosti·i, che· siam stati noi coHa nostra volontà a provocarli; non pensiamo che essi sono avvenuti perchè un cumulo di causo li hanno determinati fatalmente: così l'umanità si illude di creare la sua storia, mentre leggi inesorabili economiche, di ambiente, di svilup1>0, di eredità, la sospingono con moti latenti. La scienza o la filosofia positi\la han gi<.\incon– teslabilme11te dimostrato l'inesistenza del libero ai·Dili•fo negli individui - la doltl'ina del mate– rialismo storico dimost1~a l'inesistenza anche di questo libero a,·Mt,•io nelle socielil, sviluppantisi in continua lotta fra loro, fra gli individui che lo compongono e fra essi e la natura, per quel mi– glioramento economico che ò la base adunque di ogni moto cerebrale individuo o collettivo. E se la ontogenia, come l'illustre nalul'alisla di Jena ha dimostrato, non è che una rapida l'Ìca– pitolazione della filogenia, lo sviluppo della vita iudi\ 1 iduale non sar.\ che una ricapitolazione dello sviluppo della vila delle società umane: anche questa è una verità consacmta dalla scienza posi– tiva, ma fino1·asvolta ed esemplarizzata dalla morta clottl'ina della filosofia della sto,·ia con metodi più o meno hegeliani. Colla concezione scientifica e materialistica della storia potremmo (dico votremmo perchè ancora ci mancano infinili dati) nell'incli• viduo soi·prendere e studiare lo sdluppo storico e quindi lo sl'iluppo dei sistemi di produzione delle società umane - studio questo, che potrebbe essere cli influito valore nel pensie1·0scientifico moderno, cli somma importanza pel metodo nella didallica, ma che mi distoglierebbe dallo svolgimento di quell'idea della « lolla fl'a lo colletlivita umano• che mi pare possa dare nuova luco allo studio critico delle forme di produzione o delle lolle che precedettero lo nostre. Si può desumere dalla storia che, in generille, la produzione ha per lutti i popoli uno s,•olgimenlo

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