Critica Sociale - Anno VII - n. 1 - 1 gennaio 1897
IO CHl'J'ICA SOCIALE per cosi dire unifo1·me, cioè, non che i popoli ab– biano in un dato tempo un identico metodo di produzione, ma che, presi in generale nel tempo, sorpassano più o meno rapidamente stadi di una produzione generale qualitativamente analoghi. Gli è come se una quantiu\ di individui dovesse cam– minare per una via lunga all'infìnito; vi sat'..\chi corre, chi va piano, chi va a cavallo, chi tira dritto, chi si compiace di arrestarsi e guardare d'at– torno, ecc.: tutti costoro,contemplati in un dato mo– mento, offrono le più svariate forme e modalità di cammino, ma lutti si muovono per quella \'ia e dovran sorpassare presto o tardi certi luoghi. Ebbene: la via sarebbe il sistema di produzione generale per cui si muovono le società, e i punti, in cui si trovano quegli uomini guardati in un dato momento, rappresenterebbero i diversi stadi storici della produzione generale, in cui per con– dizioni o ambientali od organiche si trovano le società medesime. Considerata cosi la storia, e collo studio anche e precipuamente delle lotte economiche che sono avvenute, presenta un aspetto definito, chiaro e ve,·o. Quando un singolo popolo si trova a un dato scalino della produzione generale, per quella legge di evoluzione che è del cosmo. in esso si vanno sviluppando forze produttive tali che non possono più esser contenute nelle ormai vecchie forme di produzione. Allora è naturale che una missione rivoluzionaria sia il bisogno di una parte degli individui componenti quella collettività, perchè fattore sociologico eminente è, oltre al bisogno meccanico delle forme produttive, la coscienza che negli uomini si riflette di questo bisogno medesimo. Nell'interno allora di quella data collettività si sviluppano lotte fra le sue varie classi, delle quali alcune significano l'indirizzo fatale alla nuova tappa della produzione, altre la conse,·vazione della ca– dente. Queste lotte assumono aspetti nuovi, forme dir– ferenti, secondo la natura, la qualità, la Yarietà del momento stol'ico in cui si producono,ma si son ridotte sempre a rar passare lo sfrutk,mento e le condizioni della lotta stessa da una all'altra classe - fatto naturale finora questo, perchò la vittoria di una clas e non ha significato che il trionfo e il benessere di una piccola parte della società. Dall'accoglimento adunque dei nuovi bisogni di una collettività per parte di date classi e dai ten– tativi poderosi, ma vani,pe1·la conservazione del barcollante ordine di fatti economici per parte di altre classi, cioè dalle differenti tappe della pro– du>.ionegenerale che queste classi rappresentano, son sorle le lotto interne in una data collettivik~ umana, lotte che hanno, come dissi, spinto di un passo quel dato popolo nel cammino generale della p1'0duzione. Orbene: quello che le classi rappresentano di rronte a un dato popolo, i divel'Si popoli, cioè lo diverse collettivi!:\ umane, rappresentano di fronte all'umanità: come le classi, le diverse collettività umane sono l'espressione lottante dei differenti momenti evolutivi della produzione generale, hanno quindi la missione ciecamente determinata di so– spingere l'umanitll in questo cammino, lottando rra loro. Happ1·esenta11ti dh 1 ersi stadi economici, lottano tante volte per apparenti ragioni futilis. sime, mentre le sollecita a tergo quell'intima e inconscia l'agione organica della società. Così i popoli son sospinti dalfe lotte di classe o l'umanità ò sospinta dalle lotte fr-a le collettività in quel cammino indefinito della produzioob, il cui futu1•0 stadio più prossimo a noi sa'"\ il socialistico, che risulta però da condizioni di lotta speciali alle nostro forme produttivee che accenneremodi volo pii, avanti dopo di avere dato uno sguardo generale alla sto1•ia nelle sue lotte culminanti, onde cercare di esemplariz,.are e di dimostrare come. oltre alle lotte economiche di classe, si sono svolte infinite lotte economiche di collettività umane aventi la propria sfacciettatura pii, superficiale nelle guerre. Il. Narra la Bibbia che Oiuseppe figlio di Isacco. andato in Egitto e fatto 1•icerè di quel popolo, vi compi importantissime riforme. Colta l'occasione di una fortissima carestia, ridusse in mano del 1·0 tutti i ter,:eui, tramutando i liberi proprietari in fittaiuoli. E facile arguire da ciò che a una più antica proprietà comunistica, per mano del potere violento di uomini pil't forti, più ene1·gici e più astuti, aiutati dall'autorit,\ e dal ragf;il'o sacerdotale, era subentrata la prima forma srruttatrice del la– voro umano - la rorma di proprietà a schiavitù, ohe ebbe un processo lunghissimo con infinite fasi per quelle antiche agglomerazioni umane; fatto naturale questo, perchè, quanto pii, noi discendiamo nei profondi strati della coscienza, tanto più lunghi sono i periodi di tempo necessari al graduale svol– gimento dell'attività umana. Giuseppe chiama in Egitto le affamate tribù dei suoi fratelli, i quali si sparsero e si propagarono conducendo sempre la 101-0vita pastorale. Ci è noto cosi che gli Ebrei e gli Egiziani si trovavano a differenti tappe del processo della p1-oduzione:era naturale adunque che ci fosse fra loro incompatibilità, perchè $li Egiziani avrebbero voluto imporre la propria vita e quindi anche la p1-opria religione e i propri costumi agli Ebrei, i quali invece si mostravano naturalmente conser– vatori delle rorme di vita che le p1-oprie condizioni economiche loro imponevano. Allora, si dice, Ramasse li li artligge della più dura oppressione. • Oli Egiziani facevano vivere i figli di Israele nella amaritudine, adoperandoli intorno all'argilla e ai mattoni o ad ogni servizio dei campi. » Do,·evano allora o lottare apertamente, salvo, se sconfitti, venire distrutti e assorbiti,e se vittoriosi, accoglio1·e la civiltà pili avanzata degli Egiziani; oppu,·e emig"1re. Emigrarono infatti, sotto la guida di un Mosè, che non è se non l'espressione cosciente dei bisogni economici di quel popolo. l Oiudei en– trano nella Palestina colle armi in pugno, vi trovano popoli più barbari, cioè meno avanzati nel cammino generale della produzione, e li stor– miuano. Si narra però che c1uelli che rimasero in piedi furono oterni nemici degli in\·asori; c'era adunque un distacco troppo reeiso tra la vita di questi due po~li. Chiara, nitida e determinata nelle sue linee generali è la lotta h'll queste collettività umane nel sen o economico che ho detto. Le classi sono pure distinte nel popolo ebreo; lo sfruttamento in nome della divinità è ingenua– mente palese Però queste classi tra loro lottano poco, pe,·chò in quei primi tempi la gestazione dello svolgimento graduale delle fo1·meeconomiche, più che essei· 01>e1·a dello classi, era opera delle varie collettività lottanti. Spa1·tae Ateno 1 in un tempomenoantico,offrono pure uno splendido esempio di due popoli che, tro– vandosi a diflòi1'0ntigradi del cammino della pro– duzione, intendono semplicemente gli effetti cli questa intima 1·agione01-ganicadella storia (spe– cialmente è la gelosia della potenza, la quale non è che una difnwenziazione economica), vi obbedi– scono e lottano; pe1•chèla lolla pel passato è staia il cieco mezzo di quel ,-avvicinamento e di quello
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy