Critica Sociale - Anno VI - n. 24 16 dicembre 1896

CRITICA SOCIALE 377 Soltanto, si può predil'0 sin da ora un'altra cosa sull'effetto della crociata antimilitare; il profeta potl'i\ convincere, anzi convincerà di certo, tulta la nazione, ma senza ottenere una diserzione di pili di quello che a,•vengooo ora. E ciò si p1·edice in parte per le ragioni accennate poc'anzi toccando del modo tolstoiano d'intendere i falli umani come dettati da ragionamenti e convinzioni individuali; ragioni queste d'ordine universale; o in parte per ragioni proprie dell'Italia; di queste mi voglio ora brevemente occupare. Svolgendo altrove un simile 01·dine di conside– razioni, io notavo la nessuna partecipazione del popolo alle venturo dell'esercilo, se non per quel che riguarda la vita del parente o dell'amico esposta a pericoli; e questo, quasi direi, esser fuori del mondo politico presente, per cui accado come una fnvevsione, pe1· dirla col Nietzche, det valort correnti negli altri paesi. Esempio, la nessuna im– portanza che noi diamo alla maggiore estensione di dominio tel'l'itoriale, aftrove considerata ancora come indice di forza e ricchezza della nazione conquistatrice; e que~to quasi unh·ersale, non in– tendere le ragioni della goer,·a, che per gli all,·i paesi sono iutuili\,e. Notevolissimo ò il fatto che nella guerra d'Africa il popolo non ha mai veduto altro che fornitori di muletti e speculatori di borsa; speculatori e fo1·nitori sono il retroscena di tutte le guerre; ma vien coperto dal gran scenario della gloria militare; e, se questo sì sfascia, gli spiriti reslano troppo turb,ti dal desiderio della vendetta per aver agio di vedere chia1·0. Da noi tutto si vede, o non si vede che quello. Posto questo, io mi arrischia,·a a conchiuderne che, come spirito, l'Italia par pili preparata d'ogni altra 11aziono d'Europa ad accogliere una civiltà nuova, anzi, se non fosse cosi sfinita di forze per altro cause, a darla. Ma vediamo. Questo nostro antipatriottismo mili• tare deri\'a ben poco da ragioni socialiste, e molto da ragioni di storia pall'ia 1 dall'assenza, cioè 1 d'una lrndizione d'armi italiane. Potrebbe dire qualche sdegnoso patriota cho trattasi di viltà vecchia am– mantata di rarrioni modernissime. Per essere li buona lega, questo antimilital'ismo dO\11'0bbouscire da una t1·adizione militare vivace e gloriosa, parallelamente al socialismo più auten– tico dal maggiore e pili glorioso sviluppo capitali• stico. novrebbe: ma ciò non accade, pel'chè quando noi ci illudiamo di aver scoverta la pista dei mo– vimenti umani, i fatti, come se ci deridessero, si mettono a fare certo scappate attraverso i còlti, che la miglior cosa eia fare per il filosofo della storia è lasciare la gravità e, se può, corrergli diet1·0. E cosi vediamo questo vecchiume mililarosco resistere pil1 vi\•ace nei paesi rlove è più di civili,\ e sono piu socialisti, e i socialisti francesi faro uno sforzo ogni volta che debbono ricordarsi di non essere sciovinisti. Ma in Italia le coso sono andate altrimenti. Le ragioni storiche del nostro antimilitarismo ognuno le conosce. Nel cinquecento, per non risa– lire tanto su, l'Italia era la nazione più moderna d'Europa, la più colla o meno religiosa 1 quella in cui l'individuo 1.n-eva raggiunto la sua espressione massima. E prop1·io allora spagnuoli, francesi e poi tedeschi corsero la penisola, la presero e la tennero. :\:Cachiavelli, proretn armato, predicava la costitu– zione d'un ese1·cito nostro e lo preparava, invano, per Fi,·enze. Diceva anche che la repubblica vene• ziana cominciava a decadere per il ser,,irsi che faceva di soldati mercenari. Veramente cominciava a decadere perchè le sfuggiva, con la navigazione estesasi negli oceani, il dominio commerciale del B u Ul v mare, e in gran parte per simili cagioni, poco dipendenti dagli uomini, lo s,•olgimento della civiltà trovava luogo fuori d'Italia; ma ò pur certo che fu la mancanza c1·armi che precipitò la nostra ro– vina e che fece soccombere l'Italiano del l°lnasci– mento innanzi a quelle bande d'uomini ignoranti religiosi e disciplinati. Ma quelle magnifiche qualit,\ di razza, che fecero di noi i primi uomini mode1·ni, non si pote,•ano del tutto spegnere negli italiani vinti, e lo spirito di quelli rivive, pur di tanto afllevolito, in noi italiani c1·oggidì. Due origini hanno dunque i nostri sentimenti, che ci fanno essere come spostati nel mondo poli– tico presente: una grande antica debolezza, e l'a– vanzo di una straordinaria e magnifìca energia di sviluppo sociale, rovinosa soltanto pe1· la sua pre– cociti'l. Questa costituisce effelth•amenle una supe– riorità, che si manifesta in una naturale disposi– zione ad accogliere forme di civiltà nuove; l'alt1·a dà continuo impaccio all'attuazione. Per questo si può predire il l'isullato che ho detto a chi venisse a predicarci la civiltà senza soldati. Qoeslo prorondo dissidio nella nostra vila presente di nazione e di indi\ridui meriterebbe più attento e3ame; per ora mi basta di averne accen– nate le cause e di averlo messo in rilievo. Qualcuno che conosce la stol'ia del popolo italiano rispondera a questa domanda: - Insomma è superiorità, questa irreligiosità 1 queslo antipalriottismo del nostro popolo! - Sì, forse, so il popolo fosse pronto a fare Io baPricate pc1• non tollerare più le cose in cui non crede. AMl-:OEO MORAN'DOTTI. Gli ultimi deliberati delCongresso diLondra Non ,•ogliamo cho si chiuda. l'annata senza aver com– pletato questa raccolta. di documenti: ( 1 ) VI. 01'gauizzazionc internnziounlf. Relatore C. A. ùibson. Il Congresso 1 mentro erodo superflua oggi e troppo dispendiosa la fondazione e.li un giornale socialista. internazionale, raccomanda i punti seguenti: 1.· Si procurerà. lii fondare, in quel paese d'Europa che si tro\·erà più 11datto, un Comitato ir.ten1a4fonale permanente con un segretario responsabile. 2: Il Congresso ele~gerà una Commissione ristretta, incaricala di redigere le proposto atto a realizzare il voto di cui al n. I e di riferirne al Congresso. 3." Questa Commissiono fungerà da Comitato intei-• 11a.:ionalep,•01J1Jisorio fino al prossimo Congresso. Ogni nazionalità, che non avrà in osso alcun proprio delegato eletto dal Congresso, potrà mandargliene unu di pro• µria scelta, con mandato di parola e e.livoto, fino al Congresso futuro. 4." li Congresso riconosce la necessità sempre più urgente di informazioni internazionali. Raccomanda perciò a tutte le nazioni di fare ogni sforzo per rea• lizzare lo deliberazioni dei Congressi e.li Druxelles o 7.uri~o circa la creazione di un Ufficio ùtterna.:ionale cfinfonna~io11i. 5." In vista della grande emigra~ione dall'Eui·opa in America e in altri continenti, la. qualo otrre mollo al capitale di ridurre i salari o di trionra.re della resi~ stenza operaia.; e in vista inoltre del fatto che molti immigranti, già. organizzati nel loro paese. giunti in America non riescono (il più spesso per l'ignoranza della lingua) a entrare nelle organizzazioni loca.li e sono cosi altrettante forze perdute tanto poi movimento europeo quanto pel movimento internazionale; il Con-

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