Critica Sociale - Anno VI - n. 24 16 dicembre 1896
B 37G CRITICA SOCIALE Alr.uni stimano ciò un assurdo, e noi ne con,•eniamo nno a certo punto. Ma qualche cosa in questo senso si ,•a racendo dalla borghesia; l voli dei lati(ondisti siciliani, riuniti nolla sala lhgona di P<llermo, durante lo stato d"asseJio, non vanno dimenticali ; non "• di– menticalo cho molte scuole popolari, specialmente se– rali, sono sta1e già. soppresse; non va dimenticato che il Mlnist(lrO, con nlcune recenti circolari, designava precisamonto le scuole per raro delle economie. Al partito socialista.., cui ormai ò affidata la. civiltà, in– combe Il dovere di spiegare lutle le sue energie in dl(csa dell'istruzione, che è la difesa della libertà di pensiero e di coscienza; al po.rtito socialista incombe Il do,•ere di rare una propaganda un po' più an1ireli– gioso, por rondoro coscienti Lutti questi atei , ·olgo.rl. 0. BONAOIUSO. IL PROFETA DISARMATO « Proretn disarmalo, chiamò Nicolò Machia\·elli il Savonnrola, non rammento bene rirercnd03'i a quale momento della , 1 ita del frate, o se nel senso di e inerme> per chi ordinando uno Stato non \'UOI fare uso delle a1·mi o le esclude dal suo reg· gimonto; o ~o nel senso pili prop1·io di uomo e a cui sono stato lolle le a1·mi, spil'ituali o di rerro, di cui sor,•h•asi per il comando. Uw ,,uesta espressione nel senso men proprio applicandola o Leone Tolstoi; e lo faccio a propo– sito della enciclica ultima da lui diretta ai credenti della suo rede per le appendici del Journal ,tes tlt'bats. Siccome da qualche tempo io mi preoccupo dei soldati in relaziono con i fatti della nostra politica in Afric.,, questo sc1•itto ha destato singolarmente Il\ mia attenzione. Racconta dunque 'l'olstoi 1 quasi a guisa di apologo p1·emesso a tutto uno svolgimento di considerazioni. il ruLto di un olandese, Van dei· Veer, che 1•ifìutò di ser•viro pe1· un per•ioclo d'istruziono nella gua1·dia civica del suo paese. I motiri del rifiuto sono detti in uDa loltel'a mandata dallo stesso Van det· Veor al comandante. Questo Van der l'eer dev'essere, nella sua qualità di olandese, un seguace di Domela :Xiuwenhui~, l'anarchlco del quale lutti ammirano il \'iso da Cristo hwecchiato e del qu11lo tutti scherniscono, ni Congr·essi internazionali del partito socialista, l'idea dello e sciopero in caso di guerra». ~a ecco dunque qui uno cho comincia a scioporal'C. La lettera di Van de,· Veer po1·L, come ep;graro il comandamento e Son amma:;a1·c »; ma egli dice J)Oi di non essere cl'istiano, per quanto intenda meglio della maggioranza de' cristiani quel coman– damento. Sopratutto egli 11011 , 1 uole e uccidere per ordine,; 111 sua ripugnanza a uccidere o anche a veder uccidere ò tale ch'egli ne ò diventalo vege– tar·iano. Oli si può 1•i,i.pondo1·0cho lo scopo della -i:tua1"<liacil'ica ò sopl'atulto quello di mantene1·e l'ordine; ma quale ordino? e Perchè, signor comau– •cJnnte, cercare di ingauna1·ci l'un l'altro? Noi sap– ~1iamo bene tutti duo che co3a siguiflchi conservare 1l'o1·dino p1·csente; signinca sostono1·0 i 1·icchi contro i la,·orntori che comincinno lVI aver coscienza dei 101·0 dil'itti ». Van do1· Vce1• non concorrerà mai a mantonoro quest'ordino. PorciiJ il comandante è n, 1 , 1 crtito che non lo vedrà ubbidire al richiamo ~otto lo nrmi. Tolstoi dà un grandissimo valore a questa lettera. Le ragioni di Van der Veor sono cosi chiare, egli dice. da non C3sor possibile che non direugauo di tutti, e che verctò resempio non sia seguito. D'or innanzi andare sotto le armi presupporrà questo ragionamento: li mestiere di uccidere mi piace, ecc. Tutte le considerazioni di 'l'ol~toi sono di questa nntu1•a o potrebbero servire di modello del modo d"inte,·pre~,re i ratti umani come il prodotto della ru1·1.adelle idee o dello convinzioni individuali. Tutto sia nell'intonrlero la concezione cristiana della ,•itn, o Van der ,·eor l'ha bene inteJa qu111- tunque egli dica di non OJ.Sere cristiano. In quella stanno come in garme tutto le ve1·ità, o ,,engono man mano sbocciando, segucnrlo un proce3so rago· lare. ln(atti, secondo 'l'olstoi. il cammino della verih\ nel mondo procede co31: quando una ,·orit:\ ò chiaramente osp1·ossa co11 parole, essa deve vin• cero; co:ii l'ide.1 dell'uboli1.iono della schiavill1, pro• annunziata cltl Cl'isto, non fu fu1·mulata chiaramento che dagli scritto,·i della fino d1I secolo scorso, e non passa1·ono cent'anni che in tutto il mondo cri– stiano la s.:hiavitù era scompnrga; cosi soltanto doJ)o lo gue1·re napoleoniche ru chiaramente mpressa. ridea cf1e rumanit:.\ può viro,·e senza. guerr.1; non pa!Serauno cent'anni o la guerr,\ non sarà più. Questo modo, che poh·abbe ridur•i a un mate– rialismo molto 1Mlei-tate, pcrehè l'ufficio dei mo– son vien cosi ad C3sere quello di segnare con una Osslta anliciplZione l'ora (movimento delle idee .... a 01-.:>logeria) in cui certe clasJi possono far a meno di certi mezzi di sfruttamento o di diCesJ, e invece per il Tolsloi qualche co,a che tiene della cabala. 1,•Juttuano per l'aria certo parolo magiche in cerca runa dell'altra pc,· combinarsi sintatticamente a egprimero un pensiero; quando la combinazione av,•ieno l'urto ò tale e tauta è la luce che se ne spri~iona, che il mondo ò costretto ad aprire ~li o.:ch1 alla nuo\'a verità. Come quelle semplici combinazioni musicali di cui quasi si ha il presen– timento, e un bel giorno lo quattl'O note si C:ispon– gono nel conello di un artista, e allora tutto un popolo le afferra come cosa sua e le canta. Ma non ò di questa concezio110 tolstoiana della stol'ia che io mi voglio om occupa1·e, e troppo mi son lasciato anda1·0 a dirne. •rolstoi glorifica qui o pl'opone ad esempio una diserzione. Di più egli mostrasi sicuro, poìchè quello tali parole sonostate delle, che l'esempio sarà molto se 00 uito. E fa pro– ponimento di seguitare la sua predicazione. fìo che gli rcsH vita. Egli afft-011ta o risolre nobilmente que,lo problema di ro,ponsabilità. • Tu, rncchio come sei, sruggi alla pro, 1 a e non pensi a quelli che pagano con tutta la viL, un rifi_uto di ubbi– dienza. » E che de,·o duuquo ruref )h può essere im1>edito, perchè io souo vecchio, di segnalaro un male del quale l'evidenza e la certezza saltano al miei occhi appunto porchO ho lungamente \'h1suto o pensa.tor Del resto non so110 poi cosi recchio che nou mi si pos3a più colpire in qualche modo. In– somma mi si lodi o mi si biasimi, si perseguitino o no i 1·errattari, non ce:1se1-òm1i, fìnch'io vl\ 1 a, di dire ciò che dico. . .. E va bene; 01•a sarobbo ulile far sapere a Leone 'l'ol,toi che il paeie nel quale egli può ese1·cilare la sua p1·edicaziono con miglioro enetto, anzi con certezza. rii successo, quanto a con,•crsioni d'ideo, uon ò la Russia dov'egli sta, ma l'Italia dov'è an– com sl poco conosciuto. L/ltnlia, il paese per eccel– lenza disamo1·ato dell'csol'cito, dove nemmeno pili lo donne sì affacciano ai balconi quando passano i soldati, l'Italia dove nemmeno pili i bambini. mar– c,ino il passo dietro la banda militare, dove 1 sol– dati minacciano scioperi o le popolazioni rl\·olte quando si parla di guerra, questo è il vero paese per il proreta disarmato.
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