Critica Sociale - Anno VI - n. 24 16 dicembre 1896

CRITICA SOCIALE 3i5 i poveri e gli affitti, comuni a. tutti i libri religiosi ed antireligiosi dell'antichità., non hanno nulla. a rare col socialismo moderno, il quale non ò semplice aspira• zione, ma ò sopra.tolto un'azione energica che vuole raggiungere uno scopo pratico. Non ogni malo, dunque, Yiene sempre per nuocere, anzi, da questo lato, tllnto di guadagnato per noi. . .. Ma la. introduzione dell'insegnamento religioso nelle scuole eserciterà veramenle quell'azione efllcace che i borghesi se no ripromettono! Potrà. corrispondere allo speranze che i borghesi ne concepiscono 1 Francamente stimismo ch'essi s"ingannino, e per le seguenti ragioni. Anzitutto, dall'educazioue borghese, a base di miscre– denza e di rh·oluziono, sono rimasti solchi cosi pro– fondi nello spirito pubblico, che assurdo è volerli can• celiare. Coloro, che fino a ieri predicavano l'ateismo, non meritano più Cedeora che con notorii secondi fini vengono a. predicarci la religione; coloro, che flno a ieri erano pretofobi, riescono molto sospelti nel ,·olerci ora. inculcare il rispetto al clero i questi pentiti non hanno più nessuno. autorità quando elogiano la man– suetudine e l'obbedienza, mentre fino ad ieri elevavano al cielo la rivoluzione, cui devono tutto. Poi, le nostro generazioni hanno accumulato negli organi tanto e tali esperienze scientifiche, che impos– sibile riesce farlo pensare ed agire in senso contrario. Ormai molti pregiudizi, molti abiti f11.ls i 1 \•itali per ogni religione, più non esistono; la ragione ha acquisb.lo la.lo predominio nelle umano azioni, che il volerla sostituiro col cieco ossequio ai pretesi comandamenti di un onlo superna.turale, rappresentalo da quo· bei soggetti che sono i preti, è assolutamente inconcepibile. L"ambiente socio.lo pure è così tra.sformato, o cosi diverso tlall'antico, ò insvmma cosl antireligioso, che qualunque insegnnmento in senso contrario, non che penetrare alle midolla, non può sl lora.ro nennco la.pelle. La nuO\'&coscienza pubblica, educa.la in un nuovo climtL storico, micidialissimo ad ogni sorla di eentimenli re– ligiosi, non può che ridersi o reagire contro qualsiasi imposizione, specialmente so si tratta della vecchia e sratata dotlrinetta cristiana. La casta dei preti, inftne, che t.ile insegnamento dove Impartire, è cosi stremata di numero o scarsa. di rodo, ò cosi ignorante o cori·otta, è geno1•11.\mente così invisa, che non può non deprezzaro l'insegnamento stesso, cui è preposta. I pregiudizi dei preti sono cos\ antisociali, le loro regolo cosl antiumant', ch'essi, mentre preten– dono d'imporle agli altri, sono costretti a \'iolarle quo• tidianamente. M11.ncaperciò l'esempio, che è l'elemento primo di ogni educazione i la contraddizione li ammazza e l'ironia li seppellisce, mentre sperano di risuscitare gli antichi credenti. Questa agitationo religiosa, portata violentemente in seno alla scuola, non approderà che a poco o nulla i sarà como uno spruzzo di liquido sopra un rerro in– candescente; un leggero crepitio ne nccorterà l"immo• diata evaporazione. Non va trascuralo un altro Callo di capitale impor– tanza nella noslra questione. Tanto la vecchia che la giovane generazione provengono appunto da quelle scuole, dove l'insegnamento religioso vigeva e trovava riscontro nella famiglia d·auora, mollo più religiosa che non sia quoJla. d'oggi. Eppure, malgrado l'insegnamento religioso, malgrado tulti gli atti di devozione cui ve- nivano educato, malgrado il rispetto massimo al prin– cipio d"autorità, malgrado un clero secolare o regolare numeroso ed agguerrito, tutto ciò non potè impedire alla vecchia generazione di compire le sue grantli ri– forme, non ha impedito alla nuova di organizzare il partito socialista, o bnto meno impedirà alle future generazioni - che si trasmetteranno sempre più ricca l'eredità della miscredenza e dolio. rivoluziono - di attuare nuove trasformazioni sociali. Così coloro, che dalla religione sperano la loro sal– ,·ezza, dimostrano tale una. decadenza senile, più o meno precoce, da rasen ta.re un caso di malattia dispe· rata, il rammollimento cerebrale. Le teorie più sicure, gli esempii più comuni non li salvano dal ralsillcaro ogni esalto concetto della vita e della. storia i poichè non è rinsegnnmento, qualunque esso sia, che può modi· fl:care la volontà umana, ma sono i bisogni dell'esistenza che alla volontà. umana s'impongono, costringendola - pena la morte - ad adattarsi allo sempre trasfor• mantisi condizioni sociali. I fatti si compiono sempre all'insaputa e, spesso, anche contro lo volontà individuali. La maggior parte dei grandi pensatori, infatti, dei grandi lottatori ed agitatori, non provennero dalle scuole clericali, dai seminari, dai conventi, dallo chiese1 Per non uscire d'Italia o per limita.rei ad esempi recenti, Ausonio 1',ranchi, Gaetano Trezza, Roberto Ardigò non provengono proprio dalle sacrestie 1 Si distrugga., se si può, questo fallo eloquentissimo, contro cui andrà ad inrrangersi og1ti cecità di credenti ed ogni cocciu– taggine di reazionari! Ernesto Renan, natura. d'asceta, venuto su da una. pia. famiglia della religiosissima Dretlagnll, educato in tre seminari - Sainl Nicola, du Chardonnet, d"lssy, Saint Sulpico - si meravigliava cho il birichino cen• cioso delle vie di Parigi rosse un libero pensatore come lui, che aveva dovuto studiare oltre venl.'anni per di• venirlo. Orbene, nella società moderna, per condizioni storiche ineluttabili, tutti siamo, più o meno, natul'al– mente miscredenti e conseguentemente rivoluzionari, senza. bisogno di una educazione o di una istruzione speciale. Gli stessi bigotti più zelanti - tutti lo ve– diamo - sono costretti ad agire come se non profes– sassero religione alcuna. Come una volta, dunque, si era naturalmente reli– giosi, senza studinre teologia. odirilto canonico, cosi oggi si ò soontaneamonte miscredenti sonia. a,•ere mai letto un sol libro di ftlosofta razionalistica o di mitologia comparata; parimente oggi, più o mono coscientemente, si diviene socialisli, senza studia.re sociologia. o soci11- lismo, e molti anche senza avere mai assistito allo con– rerenze dei ,obillalori. .. Niente paura, dunque, e nessun allarmo da parto no– stra. Possiamo pigliarci il gusto questa volta di assi– stere tranquilli a quest·attro piccolo esperimento bor– ghese, di cui sentono vergogna gli stessi autori, i quali agiscono alla chetichella., senza una legge del Parla– mento o un aperto prOV\'edimento ministeriale, ma. per simulato domande di alcuni padri di famiglia ai Con– sigli comunu.li. Alla nostra. tranquillilh. però corrisponda. sempre un lavoro tenace di propaganda e di organiz– zuione. Accresciamo quanto è possibile lo nostro file, assodiamo le ossa e rorliftchiamo i muscoli al nostro giovanissimo partito; perchè - fallito quest"altro suo tentativo - 111borghesia si accorgerà meglio che il male - per essa - ò implicato nell'istruzione e perciò tenterà di imporci l'ignoranza obbligatoria.

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