Critica Sociale - Anno VI - n. 24 16 dicembre 1896
CRITICA SOCIALE 373 L'anno 1:.oppl1 In w.>rrlti, i f:nonii un1nli portano od ogni cu., un'all~gra canzon; o holl'ann, ftor,lo, o beli'.anuo che canti, tu i»,ul e non mi g:u:irdi j e pur T«cbi, non son. F,ori aut mio cammino, belli senu pec.:.ato, buoni ""u do?ore, 1..,vi ch:edo pietà: una ruga aolllle la. mln fronte ba 90lcato, e n6 un bacio di dl)nn.a n. sp=anula verrà. Del resto gli spettacoli dell& n&tura. e della vita pi– gliano sempre, sollo la ponna tlel Bellini, un aspetto nuovo, bizzarro, cho sentite essere un lembo di ,·oro, cho voi pure aveto visto (orse, ma non &V\'erlito.Sonopiti spesto duo tratti, come in 01rnLe,che vi evocano tutta una sceno. vi,·11, parlante. K un fugace raggio di sole cho r~ ridere por dieci minuti lo immondizie di un cortiletto; ò una. ftLnclullotta che lava panni alla cor– rente, in giorno di festa, mentre due bambini varano barchetto, o l'organetto lnf,,stidisco col suo rumore meccanico; ò la. campn gna rnsa a.u tunnale, nella nebbia, riquadrata o. rotta.ngoll, ohiazzn.ta da. alberi gialli che hanno un riso da pazzli sono lo c olline di Pies(lle,dove lo cicale, stridendo all'lnnnito, erodono di cantare, e che moatrano eolle ugome discrete d'user nate in eillà; ò la linea. delle montagne vedute dal treno, le cui aperte llnestrolle luel:ano e:ilrue li vento come un amico io eu:i, linea che, alzandosi ed abbassandosi bruscamente, ricorda le montagne dipinte sul muri delle osterie suburbane; sono insomma le coso più usuali e insignificanti che, rh'h•endo nel suo ,·orso, acquistano come un sapore di bellona o d'arguzie. Ma non ò la. des:riziono obbiet– u,·a, Impass ibile, di ch i ha noi cervello un dagherrotipo piu o mono porro1.to: anche quando descrive, rreme nel Bottini l'emozione e l'atTet.lo. Ecco un modello: l.e cJ1 •rme e lo om :ine bnnn:> una elera lri1le colle 11qualllde calcino e le r,1gno Mn vlsle. lvi l'uom, poltriscn o studi, lin Il cuor dlanmornlo o non y:u:irda nl muri nudi oJ nl vetro llpozzfllo. Alaeehlo o trnceie di dolJro prl•1enln ogni nbilalo i ,we un uom 11'ammaln e mu1re l'1111lro d:\ f,uta. a lnto. Mil la eaan pii) meJChina, H l'amor e'é vl11ulo, :rnche , uolA cJ lo rovina e:tllL:llnnan,i al cuor mulo. A tanta semplicità e spreuat.ur.1. d'artista l'animo delicatissimo del lletllnl univa proronJa la poesia. dei ricordi. Vogliamo d:irne un saggio citando ancor.i questi pochi versi che lu~nno per titolo: La fi7Iia <le/la Mad– dal~na. OuanJo ,·enh·I era giorno di sole; o ao 1>lorcm1,13. pioggia e:tntua. lo tulio l'anno quel giorno :upetLwn per lnnlare perline con le. Belle perline, diacioltosi il rete, 1Cminnvo.10 di spr:u:d il corlilo; ma tu no a,·evl noi grembo allre file, 110nv~vl quanto la llglla d'u:, re. Sol morln prulo, gcnlile ,•mana, o colla pnsqun J',1prile elle \'ione, la httl memorlo, cui vodlio o.ncor bene, torna, rocnndo Il passato con wO. ~lontre &ull'crbl, ch'ò Il tuo monumento, nel cimitero del borgo &ilcntc, lnfUa pe, lo la ploy:gin eaddnlo, lnlllo rime, fanclulll, 1>erte. Questa ci pare la caratlerislic& più notevole tiella poetica motinconla del Bellini: che essa. non posa.. Egli non ha la nnità del suo esser triste. Quando la rolla dei ricordi lo assale, dà. una. scrollata di spalle: li 1inablouo 6 salilo ptr la fpla ph) YOltt, cd Il mio euora ha rieorJato I Che Importa I non ti faccia pià parola del di felici; quel cli'6 sta lo é alato. Eppure al desiderio non soccorre la possa. E in nessun altro, (orse, poeta. e scriltore la melanconia del passato trovò accordi cosi eletti e commossi com') in questa poesia cho vogliamo riprodurre quasi intera, come un epitamo, oggi che il poeta gentile è pa·nato anehe lui: li p1:1!t1.I > dimo:-a. nel muni sl'en1i..1ii; neall ed In iii ,torici; nelle antiche rovin&; nelle leeho larlnte del libri polverosi; nel 1enlleri dl,moul eho sole.rn le colline; nello villette In cui dctllo griglio aorrate colano lunghe 1lrlJelo di vcrdo ao;mt i muri; noi p:m.1hl o,•o lo b1uebo di pietra abb1n lo11ate al coprilnO nell'ombra di mu8;hi umi11 o scuri; al piedi dol clpre11I di crdscluta tranquilla, do.-e la tura é piena dello lvg:lli, aghiformi lentamente cadute mentre la cima oscìlla e \"Cf4ll la trl1tena del ,oniferi enormi; Dogli 011arii dei borahl a 8a11co dei sagrati a eul sorgo ,·iclno una squallida croce, do,e pasundo I buoni nccbierelli ldenta.li aeopuo la Itala o 1>reganocon foJe ad alta TO.:e. D1 per lutto on tt me la lristeua par bella I:\ dimora Il passalo e ml rerma per via; una lr.tccla di COH~n quieta !nella per, ua.de ancl1e Il sole alla melaneoni•. Sf.J&llando le mie cute meno dimenticate ho lruv•lo zanzare Ji f,aa:ile alruuura, cbe chiuse fra due pagine e aui togli aehiacciate 111-;laron minor traccia dei 11egnl di acrit1:1ra. 04111 •olla che gu:ird> una. coJa In un giorno un non 10 che )li cambia o non r:torna. mai; ogni volta che taccio ad un IUOQ:'> ritorno lo penao un po' mutato t:!J è mutalo assai. Muojon gli nmiel, e •~mprc pna,a "ente per via; avvlulsc.:,no I norl, o rostnn \'Crdl i prnti; oggolU che parevano IHllÌ per ahnelria In bro,•e 10 ne vnnno dlacloltl e 1compag1rnli, Quant, forme di nubi deYo:10 In ciel passare prlmn e.ho le bulllehe di .-enllu venerande, quante ronJlul devono 1ul eamJllnil cianci3re e quanti aacrl,tanl 11uon1trla mrusa grande; quanti nori a mcrllllJIO volgon i giras,li mentre In genie h tnno puu Il caotonie~a; qn1nte f..lallo degli a.Iberi, m1rtit, nei picciuoli, 111lacean colla breu.'l che 11 leva di sera. Q1nnte a:oce·e di pioggia che mena. l'ur,gano, di cui poche el luchno le traccie sulle erel~; qu11nt1moli e lavori ba l.iUo l:i mi1 mano per quel tolebl 1ul palmo eh, s'incrociano a rete. La 11inlttra, che pongo dna.nli :i me sul foglio, ml b:i.sla ad untl lùlla di mo.norie già troppa; naL:l tpj)Ona, quand'era un carno10 germoglio, non 13pe,11 che 1tri11a:ereper ln:tllnlo la popp::t; ora é magra e bl1torla; un dito ba un cerchio d'oro; 1ul 1uo dOr40 alnn poli In minuta toreala: che atti,a. o alerminaln colonia di lavoro! o pure non mi scn·o elio a ponrvl la testa. Me:1tre In guarJJ o J)(lniK>, coll'altra mano scrivo, o 1111 sonto la mummia. del mio breve pa!ISalo, ml Renio re1;io111nbilod'un corpo lnterJ e viYO In meno 11ll'un1voraoelio si é sempre cambiato. Noi p1Hnr eho fnn gll nlllml quasi insensibilmente n si1aiil d'orol'>Jrlo di minuto in tr.lnulo, lo fluo gli o.:4i1\a cose troppo noie alla mente e pro\"O raec1aprlecio a URCJrelio ho viuulo,
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