Critica Sociale - Anno VI - n. 24 16 dicembre 1896
B CRITICA SOCIALE 3il le origini della nostra lotta in Italia e con le prin• cipali espressioni di questa lotta nelle capitali stra– niere. Infatti fu con l'Avanti! di Imola prima e poi di Roma, che Andrea Costa segnò alcune delle prime e più importanti tappe del nostl'o cammino: e Avanti! (Vorwifrts!) si chiamano il valoroso quo· tidiano dei socialisti tedeschi, il settimanale sup– plemento alla Gazzetta J}0pola1·e dei socialisti new– yorkesi, e più altri fogli socialisti di questa e quella nazione. . ia dunque Avanti.' - e il nome sia promessa, sia augurio, sia rullo di tamburo che suona a rac– colta. Il Governo, sospinto dagli inconfessabili interessi che ne sono ragione e condizione di vita, accumula ogni sorta di violenze contro di noi, gridandoci : Di qui non st passa! Noi rispondiamo A·vanli! - e passeremo. Passeremo colla legge. colla libertà, col pensiero, con le armi della civiltà, che sono tutte per noi; con le stesse paure e contraddizioni o brutalità degli avversari nostri, le quali si con\·ertono, 101·0 malgrado, in nuove forze, in simpatie che s'allar– gano, in aiuti effettivi por la nostra causa, che ò quella dei più, degli uomini utili, stretti a difesa dai pochi degenerati e parassiti del mondo. Avanti! - e chi rimarrà inrlietro, peggio per lui; e chi si pianterà sul cammino a sfida e minaccia, peggio, un'altra volta. per lui! Quello sai·,\ dimen– ticato dalla vita che vola; questo saril tr:.wolto dal destino che incalza. . . . Abbiamo assistito, in Roma, ai pt·imi lavori pe1· l'impianto del giol'nale. e i dubb'ì pratici che ci avean fatti ansiosi e dubitosi. gi:°\.tempo. sulla so– lidità dell'impresa, data la l'elativa esiguità del ca– pitale iniziale, se ne svanirono allo spettacolo di entusiasmo. di armonia, di volont.\ poderosa degli amici che se l'assunsero. La direzione del Bissolati; la competenza o lo zelo amministrativo di Morgari e Mongini; la coo– perazione affettuosa dei collaboratori e dei compagni di Roma, tutto autorizza a sperare, tutto conferma che ru buon consiglio l'osare. Il giornale vivrà: nel peggior caso, quando do– vesse, tenuti i suoi impegni, arrestarsi un istante, esso snà. stato un esperimento serio e necessario: la sua opera non sar,\ penluta. i\la è qui, nel fare che non sia soltanto un espe– mento utile ma una vittoria definitiva,'che si pal'l'à la nobiltit del partito; si ,•edrà. se alle sonore pa– role, alle siano JHll' nobili ambizioni per:5onali, co1·– rispondano b vil'tll ciel sacrificio e la sostanza dei fatti. Avanti! - esempio nuovo in Italia - nasce libero da compromissioni capitalistiche, e non conosce pa- 4roni, franne il partito. Di qui i doveri del partito. E que~ta condizione speciale che impegna noi tutti. Chi non ci ha pensato, ci pensi: chi non ha sot– toscl'itto, sottoscriva: chi non s'è abbonato, s'abboni. Non s'aspetti la sesta giornata; non si stia a vedere dicendo: c'è tempo domani. Gli operai. la più pal'le, han fallo bravamente il dover loro. Troppi abbienti finora hanno mancato, o r·isposto debolmente, all'appello. •rocca ad essi mostrare che l'unità del pa1·tito ò cosa 1·eale, che fra noi è sparito il sordido egoismo di classe. che il vecchio antagonismo della giacca e della blouse è vinto per sempre dove la luce socialista ha irra• diato: ch'essi hanno infine ragione e dil'itto di do• mandare, nella lotta comune, il loro posto cli bat– taglia. J no B1arco . .. Noi traggiamo un buon augurio dal sorgere del• l'Avantt! anche per gli altri giol'nali, e l'iviste. del partito. Per conto nostro combinammo un abbona– mento cumulativo, vantaggioso agli abbonati dei due giornali, e le cui condizioni i lettori tro, 1 e1·anno nell'ultima pa11ina di questo fascicolo. Il diffondersi dell'idea è, infatti, un vantaggio per tutti i suoi militi. E il moltiplicarsi, quando risponda a un bisogno reale, della stampa socialista permette a ciascun periodico cli soddisrare meglio alla sua funzione propria e specifica. di rispondere meglio, nella gran legge della divisione del lavoro, alle 1•agionevoli esigenze del parlito e del pubblico. LA CRITICA SOCIALE. POMPEO BETTINI JfJ dicembre. Stiamo per andare in macchina o la notizia, che da un paio di giorni temevamo ansiosi, ci giunge. Pompeo Bettini, l'amico, il compagno nostro fedele, il collabo– ratore arguto e volonteroso, è spirato ieri a sera, alle 22, rra. le braccia trepide della madre, della so– rella, del patrigno che lo ama.va c0me figlio, assistito dagli o.miei suoi e nostri carissimi, Ettore Albini o Luigi r-.farimontisuo cognato, mentre un'altra silenziosa. tlla di a.miei andava e rediva per notizie alla sua porta. È spirato o.3-1anni, per meningite, quasi la natura si vendicasse su di lui dello srorzo assiduo, eccessivo, cui quella gracile compagine di giovine, forte soltanto nel pensare, nell 'ama.re e nel volere. sottometteva gli or– gani appunto dell'affetto, della volontà o del pensiero . E la scienza, la cinica scienza, non seppe fa.re altro per lui, che riscuoterlo dal torpore negli ultimi istanti, perchè assaporasse la. terribilità della. morte, scorgesse la. disperazione già impietrata sul viso de' suoi diletti, e potesse balbettare: ho ji,iito ! Ila finito. Ha ~onsumato il corso e ha servato la rede. Ma.iquesta. sacra parola sarà pronunciata con più pro– ronda rispondenza al vero, che domani, sulla. bara di lui, di lu: che amò dissimularla - la fede - sotto il rabesco di un sorriso di scettica e triste ironia. Egli sentiva che la rode scollacciata ed osWntata al sole non è che menzogna: e quel suo tesoro custodivo. nel profondo cuore dagli sguardi profani e non lo rivela.va . se non nella. ,·ita. Pochi uomini, quanto costui, parla– rono da scettici o vissero da credenti in una idea su– periore. La sua gracilità. fisica, la. sua ipersensibilità. nervosa, unite a.un senso estetico finissimo,ne avrebbero ratto un querimonioso imitatore di Leopardi, cui somi• glia va nelle fattezze e nella. dolcezza triste dell'espres– sione. Più fortunato del recanatese, imbevuto di col– tura moderna, nato quando la gioventù intellettuale si sentiva chiamata a più virili battaglio, egli potè de– viare quel flotto di amarezza, fondamentale al suo spirito, incanalandolo poi campi fecondi della lotta so• eia.le . Diventò socialista. È di lui la prima traduzione veramente italiana. e completa del Manifesto dei comu– nisti. I suoi articoli nella. Critica Sociale, l'icchi di ar– guzia critica, sono certo ricorda.ti dai nostri lettori. Ma non ru nè tribuno nè uomo di parte, nel senso gretto dello. parola. Prontissimo sempre al lavoro e al sacrificio pel par1ito (mori, si potrebbe dire. correg– gendo lo bozze dell'Almanacco sociali$la pel 97, la cui compilazione gli era afltdata), non era di coloro che si barricano nei dogmi e giurano nelle tormule. La sua mento spaziava. molto più alto. E il fondo suo era pur sempre quello di un poeta. Fu « il nostro poeta •; lo ru assai più di altri e di altre, cui la rama salutò ru– morosa perchè l:lepper ·ogitta.re nel ritmo sonante che piace ai volghi le esteriorità. dell'idea. mal compresa. e peggio senlita. Egli non potò essere « poeta popolare •; la volgarità ruggiva da lui, quasi sgomentata. da quel suo sorriso che penet!'ava dentro nelle cose come un trapano. Ma quante gemme, in compenso, nei versi che lasciò, e che pochi hanno letto I Forse rinasceranno, ora ch'egli è morto. Presentiva la. morte immatura. Questa nota, questo
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