Critica Sociale - Anno VI - n. 24 16 dicembre 1896
CRITICA SOCIALE 370 MAOOLIANA L"on. Ferruccio Mii.cola,Il pili bellicoso dei deputali della maggioranza, direttoro della Gazzella di Ve,ae.:ia, cl invia una lettera per llare un paterno consiglio al nostro amico e collaboratore avv. Enrico Mimiola, il quale ti permise - vedete tracotanza! - di discutere, nelrultima Ori1ica, il progetto di legge dello stesso on. Mft.eolasulla emhtraiione. Il parere che vuol dargli è d' e Imitare i collaboratori della Ct·ilicaSocia~, scri– ,·endo solianto di ciò che sa ... •; e qui se,rue un ap– preczamento, che non è, diremo cosi. parlamentare: <'Omenon lo è il parlare di sotrerle e strigliate• (o chi fu mai raslnaro f) e di e sollazzevoli pretesti • a cui Il Mimiola M'rebbe ricorso per dire, a lui Mli.cola,delle insolenze. l. .'on. Ml\cola ci prega di pubblicare la. sua. lettera. « o a titolo di cortesia o o. termini di legge :, ; e o. buon conto la invio. al nostro gerente, raccomtiudata e con ricevuta. di ritorno. . Non possiamo proprio contentare il nostro, a doppio titolo, collega; e questo non ,rià. perchè l'intimazione non ci sia stata ratta con tutti i sacramenti legali. A questo proposito possiamo soltanto sorridere della sua ... lngenui1à giuridica, quand·egll cl 11oerte in conftdenia, o e lo l!crive per la pratica •, che e la ricevuta di rl• torno vale, per la inaerilone, corno la intimazione le– galo per mano d'usciere , - I..& ricevula di ritorno prova che egli ci mandò un peuo di carta, magari nndldo come una ranciullll decenne, magari la nota delln lavandaia. Se l'on. Màcola vorrà provare che quel peuo di carta avesse un contenuto, e si rirerisso al– l'articolo che parlttva. di lui, à ancora sulla noslra buona redo e cortesia che dovrà rare affidamento. Ma, ~~~ ~~=s~i•c::1~m::::~r~:I:; g~: r:=it~~~o n~? 10 s~~~e;;: senza spesa, il certificato d'usciere. E non à neppure che possa spiacere al Mimiola di rice\'ere un'ingiuria dall"on ~ti.cola. I socialisti, l'ono– re\'OIO Mlicola a quest"ora lo sa. sono, su questa ma– teria, di manica la.rga. !fanno, diciamola alla borghese, poco sviluppnto e il punto d"onore >. Ai tribunali, salvo cnsi estremi, per la propria dlresa non ricorrerebbero mal. Della « ca.valleria •, poi, della quale, crediamo, l'on. Màcola à tenerissimo, ridono sgangl!eratamento. Non sono, Infine, punto e gentiluomini >. E ciò, dicia• ~~ 1 ~ 0 r~~~~~tc~:~o pt:~li~v~, 1~1!~edl~ros.apore alle ingiurie O"nltrondo - com·egli vedo - nl contenuto della sua lettera accennammo assai largo.mento. Quel che non possiamo, à dargli la soddisraziono, ch'egli domanda., di pubblicargliela. tal quale. •: ci pare strano che al– l'onorevole Micola, pubblicista provetto, sia balenato 11 pensiero che noi potessimo venir meno, fino a questo punto, ai doveri elementari di un direttore di giornale: quello della. 1olidarietà coi propri collaboratori. Ancor più è strano ch'egli abbia pensato di svinco– larci ds cotesta solidarietà, con un elogio a noi, che rimbalza come vilipendio all'avv. Mimiola. E ben chinro ch'egli non poteva ottonoro so non l'effetto contrarlo al desiderato. M~ SO.J>CA.tutto à paradossale ed incredibile ch'egli faccia appello alla nostra e cortesia > per indurci a ~~:::r~rd 9el~~:t!~ 1 ~i~i :hf ~:a« ul~gff:li~ J.er indurci a Poichà l'ingiuria - e non ad nitro che a questo si riduco I~ sua.. lettera, che, por quanto breçe, poteva compond111rsl rn una sola parola trissillaba - à un ra~to precisamente conteml>!ato da quel Codice penalo, eh egli forse ha invocato p1u volto contro di noi. Non sa egli, !'on. Milcola, non ha egli appreso in una rocont~ssima. discussione allo. Co.mora, che noi siamo eccessivamente e Ioga li tari > t Ora., l'on. Mti.cola.aveva piena. bnUo. di mandare al nostro giornale ogni mnniora di rettifiche e dichiara– zioni. Non gli avremmo loslnato lo spazio: non avremmo cercato se rossoro più o mono pertinenti· ci bnstava rh'esso non rossero l'opposto: che non ròssero ... im• pertinenti. Por ron. M,i.cola, come uomo e come scrittore non sentiamo veruna antipatia. Egli è de' nostri avvèrsari più fieri, ma anche p11'1rranchi. Se nella sua reroee rr1nchezza c"è un zinzino di ostentata spavalderia, la preferiamo al gesuitismo di tanti altri cosidetti e mo– derati >, che ci danno le pugnalnte nascondendo la mano. L"on. M&cola ci ammazza In sette, ci stroppia in quattordici - la nostra salute non ne soffre - ma almeno lui non si cela. e non si rannicchia. Non ci spiacerebbe, caso capitando, averlo, una. volta tanto, collaborat.ore straordinario. Ma egli, scambio di dichiarare o rettificare, ha pre– rèrito Irritarsi. li che proverebbe cho ha torto, se do– ''ellsimo credere alla e sapienza delle nazioni •· È ben \'ero che egli - sempre in confidenza - ci dice di aver diritto a quella rorma di replica perchà ru insolentito nelle nostre colonne. In altri termini egli specola su quella. che I giuristi chiamano « la 1crimma,ue tiella ,·ito,·,ione •· Sononchè t·on. collega cado in un duplice errore. Innanzi tutto, la. ritorsione suppone che la risposta non sia ecces,iva. Ora la. maggiore Ingiuria {1) dirotta dal Mlmiola all"on. Mii.colaru di chiama.rio non troppo nmleo dei poveri. Della qual cosa non sappiamo come !'on. Mii.cola,dato il partito che serve e gh arLicoli che srrive notoria.mente, possa ritenersi offeso E si noti che quella parola non era che un rrizzo d'innocente Ironia, perdulo in una discussione su un progetto di legge e sull"opera di un uomo pubblico - ossia su ciò che •I è di più sinda.cab1le al mondo. In secondo luogo, la r1tor1ione è bensi una scusa subieuiva.. che può invocarsi po1lfactum, come quella. che derivò dall'impeto d'ira per l'ingiuria sorrerta .. Ma che hL si ipotechi in prevenzione, e vi si calcoli soprn rreddamente, scrh·endo a. tavolino una lettera da pub• blicarsi qualche settimana più tardi, è ciò che nessun Papiniano nnora assentl. I Tr ibunali no n decisero an– cora che l'uomo, che si crede ingiuria.lo, abbia, a cosi dire, sulronore del suo Ingiuriatore, un credito aperto da. riscuotere quando meglio gli torni, come agli spor• telli di una Banca si riscuote una cambiale a. presen- 1aiione. Probabilmente l'on. Miicola.,che scrive per la pra– tico, queste cose lo ignora. arebbe il caso di dirgli: e ascolti un consiglio i imiti i collaboratori della ... Ga::eua lii Vene:ia; scriva di quello che sa ... • - senza. aggiungere il resto. Ad ogni modo l'on. Mii.col&può chiamarci, pel nostro rinuto, nantl il compotento Magistrato. Egli può ben OS$erecerto che, se v'ò un modo decente, i giudici del Rogno saranno più disposti !~ dar ragione a lui, che non a. noi che scriviamo. Nel qunl caso potrù. darsi che pubblichiamo la. su& lettera. Ma non ra\•r.,mo ratto di nostra elezione. Non avrom1J - per sola \'igllaccboria. - mancato a un d o– vere elomentaro della proressione, e concorso a sta.bi• lìre un precedente, nel costume giornalistico, del quale ogni nostro colleaa - ron. Mticola pel primo - avrebbe, un di o l"altro, diritto di rimpronrarci. LA DIREl.10:SE. IL CONCORSO MATTIA Presso a termine ormai l'esame della Commissione aggiudicatrice - laboriosissimo, quanto al primo lri• mostre, pei motivi che più \'Olto rammentammo - in– seriremo certamente in un numero di gennaio pros– simo Il vordotto della Commissione stosS& relativo ai 1>rimi duo trimestri l&J6, e successivamente, entro il marzo, quello dei due trimestri successh·i, mettendoci cosi in pace coi termini del concorso e r.olle giuslift .. cabili impazienze dei concorrenti. k u,cito: GIÙ LE ARMI! Almanacco illustrato per la pace 1897. rollaboratori: De Amici,, G. Ferrero, Foga::aro, :,r~~~r:::&nf.artto~ Montla, Mor1elli, \'ir(ari, ecc., COI\ Ne parleremo i11 (Jl/ro,wme,·o.
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