Critica Sociale - Anno VI - n. 23 - 1 dicembre 1896
360 CRITICA SOCIALE mente una massa cliproletari intellettuali, è appunto la causa del nosh·o ordina,nento scolastico chiuese ? Vorrebbe lei forse sostenere che i proressori, in questo sistema chinese, siano migliori e più morali degli stu– denti; se i primi sono usciti appunto dal seno di questi, da questa massa artiflciale e Immorale 1 E Yorrebbe essere così spietato da mormorarocontro la.loro ma– lintesa ùtdulgen•a, la ,ieuuna coscr'en-:adella p,·opria 1·espon1abilitd., e altri motivi ancom più brutti, mentre per questa medesim& malintesa indulgenza. molli di essi, e anche di quelli che stanno più In alto, sono di· venuti professori, e mentre non hanno coscienza della propri& responsabilità appunto perché, quando erano studenti, non l'avevano del proprio dovere! Cosi mi pare di aver assodato por intanto un ratto semplicissimo, che a lei è sfuggito i che cioè i prores– sori sono come gli studenti, acqua. della medesima ronte, e che non c'è da sperare nulla da loro; mentre appare dal suo articolo che lei speri molto. Quanto poi alla ma.T&aartifi-ciafe, mi dispiace, ma anche qui lei s'inganna. Questa massa è tutt'altro che artiftciale i è anzi naturale, naturalissima, spontanea piò di qualunque altra rra le moltissime strane appari• zioni di questa fine di secolo. A sentir lei, par proprio di vedere il mondo m0der110 trasrormato in un artefice, che fabbrica per suo capriccio una quantità di spostati; mentre esso, poverino, non li rabbrica per capriccio, ma por necessità. E anche qui, per vederci dentro, ci sarebbe voluta quell'acutezza che lei non ha avuto, ma che non è poi grande e che ha qualunque socialista. cosciente. Prim& di tutto, a me sembra che tutto quello che succede al mondo avviene per causo naturali, e d'ar– tificiale in questa complicatissima corrente, cho regge i fatti della storia, non c·è nulla. Il Macbiuelli diceva nel suo Prit1cipe, e il Foscolo ripeteva noi suo tratta– tello Della servitù dell'ltalia: « Le cose del mondo corrono a gran torrenti da. sè: strascinano chi vuole arrestarle >. La ma.ssa degli studenti non è artificiale, ma è pro– dotta dal sistema moderno. li sistema. moderno, che è spostato, produce, come è naturale, una. massa. di spostati. E qui finalmente ci slamo. Oli studenti, signor Sighele, vanno considerati as– sieme all'altra massa enorme di lavoratori senza lavoro. Considerarli separatamente è un err.>re. Gli uni e gli altri sono prodotti e vittime d'un medesimo si– stema. Provi a impedire in qualunque modo (sebbene nessun modo è possibile nella società presente) questa. affluenza. spaventosa di studenti ai licei e alle univer• sità, e poi mi dica. lei dove possiamo metterli. Lei dice che, ,e mille laureati, indegni di questo ti– tola, sono 1m capitale perduto, anzi pa.1&ivo,pe1· la &ocietà,mille operai o mil!e co11taclini10110 per es&a 1111 capitale che rende. L"uomo, dal punto cli vista fisico, è una quantità che, quauto piU c1·e1cedi nume,·o, tanto più p,-oduce, cioè è utile i' ctai pu,ito di vista intellet– tuale, no. Dunque a lei!... prenda i mille laureati e li melta a posto: puta caso, a. fare l tipografi, i mura.tori, i f11.bbri .... Crede lei che questi poveri artigiani non direb– bero nulla 1 Non sono già abbastanza numerosi essi soli1 E perchè dunque ci sono tanti disoccupati, spe– cialmente adesso che ci avviciniamo all"inverno1 O mentono i giornali e mente anche il Corriere <le/laSera, il quale, tratto tratto, registra il numero dei disoccu– pati di Roma.,di Milano, di Parigi, di Vienna, ecc. 1 E 81b IOt G:l G no H1a o se ora, che ci sono tanti studenti, ci sono tanti disoc– cupati, cho cosa sarebbe so anche gli studenti andassero a ingrosso.re quelle f\let .. ~ltLfacciamoli raro i conta– dini .. Sono false adunquo quello cil'ro dell'emigrazione dei contadini in America (ogni anno più grandi !) 1 e porehè ci sono andati e perchè ci vanno1 Forse perchò qui non era.Ilo in numero su(Ucionto per lavorare le loro vaste campagne~ forse perchè avevano bisogno dell"riiuto degli studenti 1 Per carità, signor Sighele, non dica di queste cose, perchè è un miracolo se gli operai milanesi non hanno ratto un Comizio di protesta contro il suo articolo, te– mendo di vedersi accresciuti di numero per quella grande massa di studenti che lei dico. E lei dice che mille opc,-ai o mille co11tadini so110 per la società un capitale che rende... Lo erede ancora 1 In altra società, nella società. socialista, questo snrù. vero, ma nella presente mi pare che, quanti meno siamo, sarit meglio. E anche il dire che l"uomo dal puuto di vi,ta ji.Jico è una quantità. che, quanto più c,-e,ce <li 1mme1·0, tanto più produce, cioè t~ utile; dal 1>u,ato<li vista intelleUuale, no - è un'asserzione un po· troppo avventata. e meriterebbe di essere dichiarata meglio. Nel sistema presente, ripeto che il .: quanto più, ta,1to pi'U :t per il caso nostro è un rapporto matematico semplicemente ralso, come appare dall'ingenua rormola seguente: lavorato1·i pane la1101·at01·igiorni I~ kf 1~ ~ a testa 1::0 I~ l f:;;~~~~na la proporzione insomma è inversa e non diretta come sembra a lei. Quando In produzione non sarà. più sog– getta alla. concorrenza e alle crisi, quando non si lavo– rerà. por arricchire i padroni, ma per il consumo e per il mantenimento della società, allora ci sarà lavoro per tutti e pane per tutti (sebbene il lavoro non sarà più di 14 ore al giorno); allora soltanto la proporzione ri– tornerà. diretta. Ecco un caso di aritmetica lla T'isolv"rsicon duo ror• mole opposte in due epoche diverse! Dal punto di vista intellettuale invece, io ammetto senza restrizioni che, quanti più studiano, tanto meglio. È ,·ero che anche questo per la società. moderna è un danno 1 ma è un danno più apparente che reale. Ap• punto da questa massa di spostati escono ogni giorno quei turbolenti, quei. rivoluzionari che sono una spina negli occhi della borghesia: i socialisti. Lo spostamento li fa pensare, lì ra cercare o molto spesso anche tro– vo.re lo vere cause dei mali sociali; e questi sono gli onesti. !. 'altra turba. di studenti spostati, che nou vi comballe lealmente dal ,uo camJJ0, ma ,i insinua nel vosh·o, e corrompemlo,i, vi corrompe, non ra che nffret,. tare la dissoluzione di questa ,•ergognosa carcassa che è la società moderna, e va ad ingros~are le t11eborghesi nelle quali è ben (acile corrompersi e anche corrom• pere: da quest'ultima turba, signor Sighele, si svilup– pano i ruturi commendatori, che tanto onore riversano continuamente sulla società borghese. Ma appunto perchò, per la nostra propaganda, lo. sovrabbondanza degli studenti o di tut.Li gli spostati In generale ò un bene, anche solo per questo per i borghesi è un male. E in questo si11mod'accordo come due anime in un corpo solo. E molte altre cose ha detto lei, che non sono vere o che lo sono soltanto in parte e nella parte più su• porftciale. Quanto al pubblico che ha applaudito alla cfrcolare
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