Critica Sociale - Anno VI - n. 23 - 1 dicembre 1896

304 CRITICA SOCIALE E che questa, infatti, sia la serietà con cui quasi tutti gli auti-m:tlthusiani si accingono a mettere al inondo i cittadini rutu1•i. lo J>l'O\'a l'assoluta ign<r 1-an1.a dei novantanovemila novocento novantanove conlr'O uno, dei genitori, sull'igiene, sulla psicologia, sulla pedagogia, su lutie le molte, le grandi, lo difficili coso che dovrebbe sapere e saper rare chiunque si accinia all'altissima opera di rormal'e fisicamente e spir1tualmeuto l'uomo dell'av\'euil'e. Per essel'e legiltimamente ocoscienziosamente anti– maltl1usiano. biwgnerebbesapersiperfettamentesano di corpo e di mente, pe,·rettamente bello, perfet– tamente buono, perretL,mente saggio, perfettamente puro, o almeno molto 1·iccodi ogni miglior qua– lità umana; e sapere uguahnonto dotata anche In persona scelta a collabo1·atrice noH'opera sublime. Chi ha questa coscienza, si accomodi pure. Noi mal– thusiani. e non por ostentazione di falsa modestitl, confessiamo di non avol'ia; o ci t'assegniamo, ma senza l'iuscire a fraltonero il sorriso indulgente di un'ir•onia senza fiole, ad ascolta1·e la chi1Jsa po– chissimo lusinghiera del 1·e,•erendo Cla1·ke, il quale, contrariamente allo buone e saggio premess~ finisce col dire« che chi pecca contro Natura e conll'o Oio, può essere agli occhi del mondo un citiadino ono– rato; ma agli occhi del Creatore è molto più col– pevole del vagabondo, che trascina per le vie la sua oziosa esisten1a ... Amen! MAHIO PILO. STUDENTI CONTEMPORANEI In molli atenei della penisoh,, se non in lutti, è stata una vere. gauarr& di studenti dinanzi alle tabelle in cui uno spe<:iale disposto accademico annunziava la proroga. della. sessione autunnale. Pareva che una grando felicità. rosse discesa a. Illuminare quegli scien– ziati in embrione, meglio di quanto non facciano soli– tamente I loro libri o i loro proressori. Il triste spet– tacolo ml ricordò la frase Incisiva e troppo esatta con la quale gli stranieri bdttezzano gli italiani popolo di fe1taioli: mi pan·e di ritornare alle pagine della storia romana dove son dette la corruzione e l'ignoranza che sostenevano l'impero. Il grido col quale per un fau,to avvet1imtnto si disertano le aule universitarie suona come un·eco di quell'altro che accompagnava gli schiavi alla suprema lotta nel circhi : Ave, Cat1a1·, morituri le 1al1ttant. Degno riscontro a tutto ciò le notizie statistiche, che di quando In quando appaiono noi periodici e noi fogli quotidiani; notizie che, attraver$O alla crudezza del numero, valgono come proro?la di un &V\'enire anche più buio o pauroso del presente por tanti proletar1 della penna. Senonchè, mentre la. gazzarra studentesca ha Il plauso della burocrazi&i che, volendo dimostrare tutta. la. coerenza del suo libero regime, non rispetta. nemmeno le libertà ph\ S&cre del sentimento, e im– pone, con la Ji,,rea..,una gioia. fittizia alle sue migliaia. di funzionari; gli articoli di allarmo non hanno neppure l'onore di una rapida. lettura per parte degli interes– sati. E sfido io! Ora c'ò di meglio; ora è tempo di 1rnntellare le istituzioni bnt.lendo le mani, non di sudare sul volumi. Veggenti ce ne sono anche troppi, e ì libri, I giornali hanno il guaio di Ingrossarne il numero maledettamente! Si aa, Il còmpito della polizia, di ogni tempo e paese, è tutto nella rormola pootinata dal Giusti: ltrurnenll tltthl di octbhlla rapini. Fu scritto in queslo periodico dal suo direttore a propo,ito dei giorMlisU: e Per una contraddizione che sembra lnospllcabile tutti quoati scombiccheratori di cartelle, questi ruanO\'ali dell'ingegno, non sono sorti ol livello di coscienza e di dil{nità che ha.nnoraggiunto i loro minori collaboralori, I compositori e gli impres• sori tipografi i che hanno raggiunto i guantai, i cappellai, quo. _elà pùrsino i c~nladinl ('). • L'osservazione può servire anche per gh studenti, affatto disorgaoinati disorientati, nei quali già. si accentuano tutte le deft~ cienze Intellettuali dt una civiltà. infrollita. E di ratto 11 prof. fo"erroglio C',, preoccupandosi di questo stato di cose, pone a riscontro del disilrdine universitario l'incremento della classe operaia dovuto, sopratutto nei paesi del nord, ad una rormlda.bile organizzazione. Mi paro nondimeno che l'esempio llegli operai non sia. di grande utililb. per là soluzione del problema universitario; perchè, mentre le Unioni di mestieri hanno avuto la loro prima. forza dalla. somiglianza. di condizioni economiche intercedente rra i loro membri dal generale malcontento delle classi soggette e srrut~ tate, questa singolare (orza di altraziono, questa unità d'intenti, generato cosi spesso d& comunanza di sven– tura, manca affatto alla.studentesc~ nella quale accanto al ricco strari~co troviamo lo spostato ed il povero, e di fronte a cht de,·e preoccuparsi di conseguire presto una laurea, c'è chi si può crogiolare nel dolce rar niente, spillando quattrini al genitori e creando intorno alle Università. la leggenda di una vera terra promessa per le spensierateue giovanili. Ancora in molti cervelli è radicata la convinr.iono che esista un tipo di studente sciupo.denari spesso, ma laborioso a tempo debito: geniale, simpatico nelle sue discussioni come nelle sue crapule; e la convinzione è tanto rorte, che si spinge fino ad a.Uribuirgli una truccatura speciale nella com– media della vita: cappello a cencio, cravatta negligen– tomento annodata, di colori chiassosi, ecc. Pur troppo questo ottimismo si devo confinare tra la polvere degli a.rchivt, dovo sono rima.sto le più belle pagine scritte dagli studenti nella storia del pensiero e dell'evolu• zlone umana. Oggi cl sono degli ,tu.denti, e molti, e troppi; lo ,,udente non c'è plò. Chi di ciò non rosse convinto non ha che da pene– trare un giorno in una qualunque aula universitaria. e uscirne poco dopo coi frequente.tori più o meno assidui. Vedrà. allora che, appena varcata la soglia dell'Ateneo, l'antagonismo delle condizioni sociali si lo,•a.In tutta. la sua crudezza. coprirà. tosto il gruppo degli aristocratici, damerini, sbadiglianti la loro nullità per tutti I teatri, cafTè, postriboli, ecc. Per costoro la ,•e1•nicedell'abbigliamento va di conserva con la vernice delle idee: sono i (autori dello istituzioni, che difen– dono con una donchisciottesca spavalderia dovunque ai può rar pompa di una mano accuratamente inguan– tata e di una frase presa a prestito nella retorica dei soliti discorsi. Ricordo che un giorno, avendo interro– gato un11 di queste macchielle sulle ragioni che la «plngern. a preferire il teatro ..e, quartier generale delle pocha te1, ol teatro y, dovo un'ottima compagnia re– galavo. al pubblico lo più forti produ1.ioni moderne, ml ru t'lsposto, con un sorrisetto a fior di labbra, che la ragiono della preferenza era tutta nella comodità.della sedia cltiu,a, che nel teatro :,: permetteva di schiac- \ 1 ) e Apptillo al proletari della 1>enna •• c,-mea Soclale, num, 7, 1.• 1prlle 1896. r, O f'aan.001.10, e Sul proletariato 1tcademlco ., RI/ONna so– elote, inno 111,'f'OI.•1, !3 ottobre 18'5.

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