Critica Sociale - Anno VI - n. 23 - 1 dicembre 1896
B ORITIOA SOOIALE 363 Se si ammetterà senza contrasto, egli dice, che si possano impunemente disconoscere i p1·incipi di una legge naturale assoluta, sicchè agli sposi venga permesso di usare artifici per non procreare dei figli, perchè sa"\ loro vietato di disfarsi cli quelli già procreati 1 Se, considerando come cosa crudele e immorale il generare un essere destinato proba• bilmente alla miseria assoluta o relativa, se ne potrà senz'altro impedire il concepimento, perché mai dovrà essere proibito, per esempio, a una po• vera vedova cui nasce un figlio postumo e che non sa come sfama1·0nò il nuovo venuto nè i suoi fra• tellini maggiori, di addormentarlo pili dolcemente e durevolmente con un narcotico un po' troppo ca– rico 1 Ed ecco l'infanticidio non solo tollerato, ma anche incoraggiato! Per l'amor di dio, reverendo Clarke! Andiamo adagino, coi narcotici e con gl'infanlicidì! Con una logica di questo genere, voi assirnilel'cste il povero diavolo, che, avendo un troppo piccolo apparta– mento e un troppo sguarnito bufl'et in sua casa, non si sente di da1·vi ricevimenti e soinies, al for• senna.lo seh•aggio che prodigasse gl'inviti alle pro– prie ftdsto,e poi cacciasse trucemente dalle finestre o precipitasse gil1 dai balconi i cavalieri e le darne convenuti a onorarlo della loro presenza. Con le loro pratiche reticenti, i neo-malthusiani non torcono un capello a nessuno, non offendono alcun diritto, non ledono minimamente anima virn, tranne sè stessi, che privano eroicamente del su– premo ed ultimo « u,,uuw apex ineffabtlis •; mentre invece chi sfrozza o avvelena o accoltella il frutto maturo delle sue viscere, distrugge una creatura sua simile, annienta un esse1·e già effet– tivamente umano, una persona oramai nettamente distinta dalla propria, e che, come sua pari, ha tutto il diritto al suo rispetto, e della cui esistenza i go• nitori hanno, liberamente assunta e voluta, epperciò non revoca.bile, la g1•ave, la sacra responsabilità. . .. Terzo gruppo d'argomenti : con le nuove dot– trine, sCguita il Clal'ke nel sunto della l'iline1·va, si dà un colpo mortale alla castità femminile. Tolto il timore di certe conseguenze altamente disono– ranti, chi potrà pil'11·attene1·e la gioventù dal pre– cipitarsi per la china del vizio e della dissolutezza? Ecco dunque che si va ciecamente incontro ai più gravi pericoli, per evitare un male che non è af– fatto, generalmente parlando, il risultato di un ec– cesso di popolazione, ma dell'alcoolismo e dell'in– fingardaggine. Ah, no, re,•erendo collega, no! Con le nuove dot– trine non si dà nessun colpo alla vera castità fem– minile: si dà un colpo mortale soltaato a quella castità. falsa e a quel pudore di convenzione, che ora sostituisce alle gioie sel'ene ed oneste dell'am– plesso bisessuale, gli spasimi vergognosi ed ipocriti della venere solitaria, le porcheriole vigliacche del tribadismo, le turpitudini oscene dell'uranismo. Tolto il timore di certe conseguenze altamente di– sonoranti, e, aggiungo io, economicamente disa– strose, la gioventù dei due sessi si precipiterà infrenabilmente, non già « per la china del vizio e della dissolutezza :t, ma semplicemente l'una nelle bi-accia dell'altra, come comanda mamma Natura ...., con quelle giuste riserve, peraltro. e con quel saggio mode1·a1nine tnctilpala: tute tee, che le prescn ti con– dizioni sociali impongono loro. E nulla pil1.Per parte mia, non solo non ci vedo nulla di male, ma ci vedo anzi u11 grandissimo bene. lo quanto poi all'affermazione che il malessere attuale non sia punto l'effetto dell'addensarsi della popolazione, ma la conseguenza dell'alcoolismo e dell'infingardaggine, essa rivela una troppo pro- u C, u d u fonda.... ingenuità, per meritare di essere confutata. Son fdrse tutti alcoolisti i milioni d'operai e di braccianti che chiedono invano lavoro ai padroni del suolo, delle ofllcine, dei capitali t Son proprio tutti infingardi le migliaia di licenziati, cli diplo– mati, di laureati, che battono indarno alle porte della burocrazia, che aspetta.no inutilmente i clienti, che danno disperatamente la caccia a un·occupa– zione qualsiasi, che li sal\'i dalla fame e dalla ver– gogna? Andiamo! . . . Del l'esto, prosegue l'autore, il neo-malthusia– nismo non è, in fondo, che una giustificazione ben trovata del proprio egoismo. Ogni figlioche nasce, dopo i primi due o tre (ed anche prima. ag~iungo per conto mio), apparisce piuttosto ai genitori come un peso che come una sorgente di oddisfazione; e quando si dice cli ,·oler evitare ad altri esseri una \'ita di stenti o di sac1·Hìci,si maschera con queste belle parole il prOJll'io intimo desiderio di evitare a sò noie e fastidi. Ma anche questo senti– mento egoistico è male inteso, poiché i genitori che han procreati molti figlioli sono assai più sicuri di riceverne aiuto e conrorto nella vecchiaia. E qui la logica bolsa del reverendo di olti·e oceano zoppica fieramente da tutt'e quattro le zampe. Prima di tutto, è l'idevole quest'ultima afferma– zione: un buon collocamento dei propri figli, e, pog~io, delle proprie figliole, ò tanto pii1 arauo e meno solubile p1·oblema,quanto più questi e queste siano numerosi; quindi altrettanta maggio,·e pro– babilità di mise1fa da parte l01·0, e tanto mino1·0 possibili!:\ di soccorsi ai genitori nei loro ultimi anni, e tanto minor obbligo di g1•atitudiue ,·erso di essi, e tanto minore disposizione, anche, quando qualcuno dei figli, dalla disgraziata condizione in cui la balordaggine dei genitori li ave\'a posti nel metterli al mondo, si sia sollevato da sè, a. furia di sforzi immani, ad un relativo beues~ere. Certo, nei loro còmpiti, gli scolari di ginnasio e le gio– vinetto delle cornplemental'i non devono scrivere questo: ma nella reaWt Ye1•a e qua.sì sempre cosi. Chò se poi fosse invece il contl'a1·io,e dovessimo anche vede1·e il mondo con le lenti dell'ottimismo, allo1·a.avrebbe sempre pili torto ma,·cio l'articolista: e risulterebbe tanto più nobile e pura la condotta dei neo-malthusiani, che si prh·erebbero, ptn· il bene clell'umaniU1 1 di tanto conforto e soccorso nella vecchiaia. Ma veniamo al forte clell',u•gomento: dunque, 0 per evita1·si noie e fastidi che si fa del malthusia– nismo1 Ebbene. e se fosse? Non vi pare abbastanza cretino, ed anche immorale parecchio, procurarsi gratuitamente dello noie e dei fastidi, non soltanto seuza alcun utile proprio né altrui, ma a tulto danno di coloro pet cui li si pigliano e di quegli alt1·i infìnili che dalla concorrenza cli questi si ve– dono attraversata la via e conteso il posto al ban– chetto dell'esistenza I Non , 1 i pare più onesta e più coraggiosa la con– dotta di chi, pe1·evitare malanni a sè ed agli altri. si priva delle gioie (dio ne scampi persino i cani!) della gravidanza, ciel parto, dell'allattamento e della paternità, affi·onta.ndo magari il ridicolo d'esse,· creduto incapace; che quella di chi invece, per la vanità. tutta bestiale d'ostentare la prop1·ia ,•irilità, se è un uomo, o per la fatuità lutta puerile, se è una donna, d'aver finalmente una bambola viYa con cui trastullarsi da mane a sera e giustificare in un modo qualunque la propria e!òiistenzaoziosa e parassitaria, mette giù al mondo figlioli e figlioli, confidando che a tutti, in un modo o nell'altro, qualcuno, elio o il diavolo, i parenti o le opere pie, il comune o lo stato darà da mangiare?
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