Critica Sociale - Anno VI - n. 22 - 16 novembre 1896

342 CRITICA SOCIALE zione morale; ma, data la forma. cho la. lotta per In vita. ha. assunto in grazia dell'odierna forma economica di produzione fondata. sulla divisione del lavoro, lo qualità che rendono un individuo pil't adatto alla. lotta. sono in generale, salvo qualche eccezione, anche quelle qualità che lo rendono più utile alla. società. Da.Ire– gime borghese deriva.no pure duo conseguenze im~ portanti: 1.• chi per le suo qualità. naturali potrebbe rendersi più degli altri utile alla società. è spesso im• pedito di esserlo quanto potrebbe mediante mezzi arli· flciali (p. es., mancanza di capitali che lo spinge nel salariato da cui difllcilmonte può uscire) i 2.' esiste un forte incentivo per gli individui, specialmente per quelli artificialmente più favoriti, a gareggiare nel rendersi utili alla società.. Il ratto cho ciascuno singolarmente ha tanto più quanto più grandi sono i suoi meriti, che uno, nato anche in umile condizione, può salire anche ai posti socia.li più elevati per ricchezza o per dignità, fa nascere in tutti il desiderio di elevarsi nel rango sociale, di godere quanto quelli che sono ritenuti i più felici; fa scorgere ciò che v'è di artificiale nella disu– guagliania delle condizioni della lotta e f& nascere il desiderio e scorgere la possibilità di togliere queste differenze arlitlciali; facilita dunque il perfezionarsi o il diffondersi della coscionza sociale; fa iusommii na– scere la questione sociale odierna. Il regime feudale era quindi stabile perchè, se lo condizioni di lotta erano disuguali, ciascuno però rice– veva indipendentemente dai suoi meriti, ciascuno era costretto a rimanere nella posizione sociale che la na– scita gli aveva destinato; il regime borghese invece non poteva essere che instabile, perchè, pur continuando a mantenere artificialmente disuguali lo condizioni di lotta, commetteva l'en·ore di concedere a ciascuno tanto più quanto più grandi erano i suoi meriti, di rendere possibile a chiunque di elevarsi a qualsiasi posizione sociale. Il regime feudale era stabile perché, non con– cedendo l'uguaglianza economica, non concedeva nem• meno l'uguaglianza~ivilo e politica i il regime borghese è instabile perchè, non concedendo la prima, ha con– cesso invece la seconda. Ciò spiega perchò mai, mentre il regime feudale dell'Europa del medio evo, il regime dello caste dell'India, della China, degli lncas, e il re– gimo della schiavitù greco e romano hanno durato tanti secoli, invece il regime borghese già. senta non sicura la su11.base dopo un solo secolo di vita. Il regime ruturo, verso il quale tende la società. a ma.no a. mano che la sua coscienza si estende, e che chiamerò regime perfettamente contrattuale, renderò. uguali le condi,zioni di lotta e darà. a ciascuno propor– zionalmente ai suoi meriti. Lo sue conseguenze saranno quindi: 1. 0 che colui che avrò. maggiori meriti sarà., ap– punto per questo, messo in grado più. degli altri di rendersi utile alla. società perché non ne sarà impedito da nessun ostacolo artificio.le (p. es., mancanza di ca– pitali); 2. 0 l'incentivo per gli individui a gareggiare nel rendersi utili alla società sarà (orte al massimo grado perché le ricompense saranno proporzionali ai meriti. E se questa possibilità. data a tutti ugualmente di sa– lire ai posti sociali più eleva.ti per ricchezza o per di· gnità. rarà. nascere in tutti il desiderio di elevarsi al di sopra del prossimo, di godere più degli altri: pure, appunto perchè questa possibilitù.sa.rh. data ugualmente a tutti, non sarà più possibile di scorgere nulla d"arti• fl.ciale nella disuguaglianza delle condizioni della lotta, questa disuguaglianza apparirà, come sarà. infatti, natu– rale, necessaria, non possibile a togliersi ; non potrà 810 1meca I.JlnO n1ar o sorgere quindi il desiderio e il tentativo di toglierla; non potrà nascere una. vera questione sociale. So di due liberi proressionisti, medici, ingegneri. avvo– cati, pittori, che incominciano la loro carriera in con– dizioni uguali, uno dei due va avanti e guadagna. più dell"altro per propri moriti persona.li, per maggiore intelligenza, per maggior attitudine e volontà allo studio, all'altro può forse venire il desiderio di mutare gli ordi– namenti sociali in modo che la. sua ricompensa. sia uguale a quella dell'altroi No, perché se esiste uno superiore per meriti a lui, ne esisterà. un terzo a lui inferiore e questi offenderebbe il suo sentimento egoi– stico della giustizia se esigesse uguali guadagni ai suoi. li ratto che, se ciascuno ha qualcuno superiore a. lui, ha pur sempre qualcuno a lui inreriore, non ren- . derà. possibile neglì uomini il sentimento comunista della giustizia, non renderà. possibile che gli uomini considerino come giusto il dare a ciascuno secondo i suoi bisogni anziehò secondo i suoi meriti. Il senti– mento comunista della giustizia sarebbe possibile in uomini perfettamente altruisti, non in uomini egoisti quali sono quelli attuali. Dunque la disuguaglianza. delle ricompense, c8gionata dalla disuguaglii.\nza dei meriti naturali, non potrà far sorgere una vera que• stione socia.le , una questione di principì fondamentali come l'odierna. Le questioni possibili saranno soltanto sul decidere quale ordinamento della società. sarà. più adatto a garantire che ehi più merita più abbia; p. es., fe il sistema collettivista. della produzione irreggimentata e lo Stato unico capitalista o unico industriale, op– pure il sistema individualista., del libero contratto, della libera o benefica iniziativa. individuale; saranno que– stioni tecniche, non più questioni di principi. Il criterio per risolvere questo questioni secondario non potrà. essere che la massima felicità del maggior numero, fine ultimo ed unico r.he possa proporsi una società. perfettamente e totalmente cosciente. Ma è questo criterio stesso che spingerà la società. cosciente a passare dal regime borghese al regime por– rettamente contrattuale. Quest'ultimo inrt1.tti spronerà, come ho dotto, al massimo grado gli individui, più di quello che faccia il regime borghosG, a rendersi utili alla società; e faciliterà il loro cOmpito agli individui più adatti a rendersi utili, appunto perché tali. Ma ciò non solo; infatti il regime borghese attualo, che mantiene le condizioni di lotta artificialmente disu– guali, implica che i meno favoriti (proletari-salariati) lavorino per la (eticità, per la soddisfazione dei bisogni dei più favoriti (eupitalisti) senza che questi ultimi lavorino per loro; così ai meno favoriti resta il dolore procurato da quel di più di lavoro che compiono por gli altri senza la fo\icità che procurerebbe loro la sod• disrazione dei propri bisogni che questo lavoro-extra permetterebbe; ai più favoriti invece spetta la felicità. senza il dolore del h1.voro; e, se dunque i mono favo– riti sono in maggior numero dei più favoriti, il dolore dei primi sommato colla. felicità dei secondi dà (per il fatto che nella quasi totalità dei casi un aumento o una diminuzione nel numero degli individui felici im– plica un aumento o una diminuzione nella quantità totale di relicità collettiva) dà una somma. algebrica di felicità. minoro che se in questa somma al dolore dei primi si aggiungesse anche la loro folicità. per un nu· moro maggiore di bisogni soddisf11.ttie alla. felicità dei secondi si aggiungesse anche il dolore che ora ver– rebbe loro imposto obbligandoli al lavoro; oppure mi– nore che se da questa somma si togliesse e il dolore

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