Critica Sociale - Anno VI - n. 22 - 16 novembre 1896

310 CRITICA SOCIALE Vogué, il Carducci, il Fogazzaro, il Brunétière han fatto la grande scoperta, dari vandota, peraltro, dal Sillabo, ed hanno trovato che bisogna ritornare alla religione perchè la scienza ha fatto bancarotta. La scienza non ha risoluto alcuno dei problemi rondamentali umani, non l'origino, non l'essenza, non la nnalità dell'uomo; non il problema del libe1'0arbitrio, non quello dell'origine del linguaggio, non quello dell'o,·igine delle sacre carte; la scienza . non ha saputo dar ragione della meravigliosa dif– fusione del cristianesimo; non ha saputo trovare una legge fondamentale della storia; la scienza non ci dà nessuna norma di condotta e non può soslituirsi alta religione sotto il punto di vista morale; finalmente la scienzanon ha dato all"uomo la felicità. Queste accuse dei sullodati liquidatori della scienza dimostrano la loro ignol'anza e la loro ingratitudine, e fu cosa molto facile al Berthelot-,al Richet, al Mosso, al Morselli ed ad altri, che possono di cose scientlncho parlare con competenza, il distruggerle in modo completo. Altri dicono: il sentimento religioso è una ne– cessità dell'anima umana; traviata ed illusa per qualche tempo, bisogna che essa vi ritorni fatal– mente. Ed in questo ordino di idee anche certi positivisti soggiungono: è una questione addirittura organica, il sentimento l'eligioso ò una funzione cerebrale e delle più fondamentali. Ed altri ancora: il ritorno delle masse alla reli– gione e più. precisamente in grembo alla santa madre chiesa catlolica è stato determinato dalle immoralità e dalla inettitudine del cosidelto partito liberale. Quale è il pensiero dei socialisti su questa vera– mente grave questione 1 01· sono tre anni in questa stessa rivista io scri– vevo:(') « Le minaccia di questa terribile nne di secolo allargano molto l'orbita clericale e pietista, entro la quale a poco a poco si vanno raccogliendo molti elementi del multicolore partito liberale. Ciò ò lo~ico, è naturale, è necessario. È una questione di difesa. La borghesia ripete oggi, dopo un secolo, il motto di Robespierre: Se Dio 110nesistesse bfso, unerebbe c1·ea1·/o; perocchè bisogna bene che ad un ente imaginario, che stia fuori dell'universo sensibile, che si sottraiiga all'osservazione ed alta esperienza scientifica, s1 possa affibbiare la respon• sabilità delle enormi ingiustizie ond'è contaminata la società.• li nocciolo della questiono è, a mio parere, tutto qui. Sono proprio la bancarotta della scienza, gli spropositi e le immoralità del partito liberale, la necessità, a base di atavismo, dell'anima umana di crede1·e nel soprannaturale, sono queste le ragioni del cosi dello l'isveglio del sentimento religioso, oppure la vera ragione della commedia è nell'afo– risma che un po' di Domeneddio vale più dei ~en• darmi, pili degli eserciti, i quali, essendo fath in grandissima parte di p1'0letari, potrebbero, per la propaganda di quei demoni di socialisti, fare un bel giorno coi proletari causa comune? La scienza ha fatto bancarotta! Ed il grido, in verità, parte da uomini ignoti nel campo scien– tinco; ed il grido echeggiava forle proprio quando la scoperta dei raggi del Rtintgen permetteva ai sensi ed all'intelligenza umana di allargare di tanto il proprio dominio sui fenomeni naturali; perocchè, in confronto del valore n1os0Hco della scoperta del Rontgen, le applicazioni pratiche della stessa, che hanno fin h'Oppo colpito la fantasia popolare, sono ben poca cosa. La scienza non ha risoluto il problema dell'ori- (') C,·Wra SO~lalt:, IG ;.gotto 1893. B1b IOL L U IU D è:I L.) gioe, non quello dell'essenza, non quello della finalità umana. E qui si distrugge d'un colpo la zoologia, l'anatomia comparala, l'embriologia, la psicologia positil'a, la geologia. la paleontologia, la etnograna, la lingnislica, un immenso patrimonio di fatti e di leggi rischiaranti l'origine, il fatale andai e e la meta dell'uomo, per sostituirvi che cosa 1 Un detto biblico. L'uomo è nato da un pugno d'argilla animata dall'alito divino, passerà per questa mila di lagrime guadagnando il pane col sudore della fronte (le sacre carte hanno ,•olute dimenti– care etvour cause gli sfruttatori che non lavorano e vivono parassitariamente e lautamente del lavoro altrui) ed avrà nell'altra "ila il cie!o oppure l'in– fe1•noa seconda che a ,11·à operato bene o male. Non v'ha dubbio che la spiegazione biblica del– l'ol'igine, dell'essenz~ e della nnalità umana ha, in confronto di quella dello scienze naturali ed an– tropologiche, il merilo della semplicità e della b1·ecttà! La scienza non ha saputo spiegare il libero ar– bitrio. Il libero arbitrio è un'affermazione, un dogma, epperò non suscettibile di spiegazione. Si prorino un po' a darla questa spiegazione i soste– nitori, se ancora ve n'ha qualcuno in buona fede! La scienza si è limitata a negare la libera volonl'l. ed a sostenere che la psiche, dalla percezione fino all'ideazione, al sentimento ed alla volontà, è una funzione dell'organismo e specialmente del sistema nervoso. Quanti e quali sono i sostenitori del libero arbitrio che abbiano una conoscenza sufOciente dell'anatomia e dell'istologia umana e comparala del sistema nervoso, della fisiologia e della pato– logia del sistema nervoso, della psicologia positi\'a e della psichiatria 1 Con code,te egregie persone è impossibile qua– lunque discussione, perché ignorano i ratti, le leggi e pernno il linguaggio delle scienze positivo. Ri– cordo che due anni 01· sono, in un corso sulla dottrina dell'e,·oluzione che tenevo in uno dei piU illustri atenei italiani, dimostrando coi ratti alla mano che l'evoluzione psicologica ò parallela alla evoluzione del sistema nervoso, che gli stati mor 4 bosi del cervello sono accompagnati spesso da stati morbosi dell'anima, che gli atti psichici si compiono con sviluppo di calore per combustione degli ele– menti nervosi, che per la produzione dei fenomeni psichici, e dello stesso pensiero, occorre un tempo mollo più lungo di quello necossario alla produ– zione di renomeni puramente fisici, quali i luminosi e gli elettrici, dimostrando insomma cose che da un quarto di secolo ranno parte del patrimonio scientifico, ebbi a scandolczzare più d'un commen• datore e di un cavaliere, corno so io raccontassi delle novità eretiche ed assurde: ed un preside di liceo, autore di antologie per l'educazione dei gio– vanetti, invocò pernno le muse contro il sacrilego e credette con quattro sonetti d'aver liquidato me e le mie(!) diaboliche teorie. La scienza non ha trovato una legg9 roodamen• tale della storia. ~la scusate: il funzionamento della lotta di classe in tutte le olà (eccettuato il comu– nismo primiti\'O) e presso tutti i popoli, il conflitto fra proprietà privata o lavoro, nell'economia a schiavi, in quella a servi, in quella a salariati, la dipendenza della morale, del diritto, della forma politica e pernno dello sviluppo scientifico od arli• stico dalla struttura economica di un popolo, non è questa la vera, la sola Ie11ge fondamentale della stol'ia, la sola capace di spiegarne in modo esau– l'iente i fatti 1 E la lolla delle classi sociali prepa· rante un avvenire migliore, più giusto, più umano a tutti gli uomini ed anelante alla finale abolizione delle classi contendenti, non è la continuazione, il perfezionamento della lotta per la \'ila, nel senso

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