Critica Sociale - Anno VI - n. 22 - 16 novembre 1896
CRITICA SOCIALE (violento risultato d'umL violenta trasformazione economica), e qualo istituzione ausiliaria o co_nnel• liva (come direbbe il J.oria) di essa, che la odierna teoria morale dell'amol'o sorto o si maturò. E nolo inratti dalle ricerche del Morgaa, com– pletate dall'Engels noi suo libro sull"O,-tgine della famiglia della 71,-op,·tctli 71,·tvata e detto Stato, che la pt:imitivn condizione. i11 cui il commercio sessuato non incontmva ostacoli di sorta, andò subendo successive rosfri1:ioni, dapprima nella fa- 1ntulfa con.sangufnea, in cui i gruppi ~niugal! e1-:.rno separati genel'nziono. per_ gener~z1o~e; poi nella fmntulfa 1)tm.(tluana, m cui anche rn ciascuna ~ene1·nzione dal comme1·cio sessuale erano esclusi 1 fratelli· e fl1111hnonto (attl'a, 1 01-sole forme inter• medio sOOperto noll'Austrnlia dal missionario in• glese Lol'imor Fison) nella fam,iglfa sindiasmica, nella quale Il mat,·im,on~op~r grupp!, c_hecaratte– l'i1.1.a lo forme ai1to1·101·1, viene sostituito da una unione poi• coppia, ma froppo debole e instabile ::u1compoi· poter sop1wlmere del tutto il_ comu– nismo sessuale cieliepoc..'l precedente. Qui ancora quindi, corno nella famiglia pe1· _gr1~ppi, esse~do impossibile sapere con co1•tezzachi è 11padre d un fanciullo ma solo chi ne ò la madre, è soltanto riconosci'uta la filiazione feminina; la madre, cir– condata dalla pili alta stima, ha la preponderanza nella casa, in cui il marito è poco pili d"uoo_stra· 11ie1'0 (I)· il mnfriarcnto insomma è in pieno vigore. Ma a Qu03topunto interviene quel!~ ri\•oluzi~ue economie..'\che produsse e la grande d1sratta storica del sesso femmmile •· Fino ad ora la riccheua si limitava all'abitazione. ai vestiti, agli ornamenti grossolani, agli utensili necessari por preparai-e gli alimenti. ~la a quest'e; poca i popoli eastori infroducono una nuova e d1 gran lunga pio importante forma di ricchezza con l'allevamento del bestiame, con le immense mandre di cavalli, di cammelli, di asini, di buoi, di mon– toni, di co1·\•i.Questa nuova ricchezza da prir~cipio appa1·lenovn senza dubbio a)la {Jet_is; ma, già. fi~ su limitare delln storin, noi frov1amo le greggi 1)1'opriot:\par•ticoh\rOdegli ~omi1~i,come. gia n~l:– l'epoca precedente i p,·o.dotll dell arte, gh utanS1h, le armi. enonchò tale 1·1cchez1.a doveva nondnneno rimanere nella oe>is, i membri della quale, secondo il costumo orcditario primitivo, eredita\'ano dal membro derunto. Ma, imperando il diritto materno o a\•endosi riguardo alla discendenza della linea fem– minile ne a\•venh•a che i figli del derunto app..'l1'– tenevn'no non già alla ucns di costui, ma a quella della propria mad1'8. Quando aduo~ue Hpadre mo– riva le suo ricchezze passavano a1 suoi fratelli e soreÌlo o ai dlscendenli di questi, in una parola ai componenti della sua uens; ma i suoi figliuoli, che appartene\•ano alla uens della madre, rima– nevano cosl diseredati. Aumentata la ricchezza, ri– masta essa in mano dell'uomo per una tacita con– tinuazione del costume primitivo che in potere dell'uomo lasciava gli utensili e le armi, cresciuti cosi nell'uomo i mezzi per far valere la sua auto• rità doveva oascore in esso il pensiero e il desi– der;'o di 1-ovesciare a profitto dei p1-opr1figli l'or– dine di successione stabililo. E questa grande rivoluzione (di cui vi sono prove nei vesti~i del matriarcato raccolti dl\ nnchofen, e che s1 vede anche attnalmente nccado1·0in molte tribl1 indiane) fu compiuta col semplice statuire che i discendenti dell'uomo resterebbero nella sua uens, 11uelli della doonn passerebbero in qu_elladel pad!·e. Ma, ins !e.me allo stabilirsi della filiazione mascolrna e del dl l'ltto ereditario pate,·110,la famiglia slndiasmica precipitò ( 1) crr. aneh• D'AOUANHO, I.a ~t/lU6I ti l'ffoltc.ilone del dlritt, e1e11t1. nocca, 1890, pag. t70 • ••r• nella pii1 strotL'l monoandria, necessaria oramai all'uomo per riconoscere con certezza la propria Oliaziooe a cui legare la propria ricchezza; e, da ultimo (dove la 1-eazionedella donna cooh-o l'ab– biezione In cui era caduta fu abbastanza efficace), nella monogamia, in cui rinte1'6Ssedell'uomo, uscilo vincitore da quo,ta gran battaglia economica,. si concilia\•a col minor danno della donna, che usciva vinta. La monogamia non ru dunque affatto il rrutto di una morale sessuale più sviluppata, ma soltanto « del trlonro della proprietà individuale sul comu• nismo s1>onta11eo primitivo » ('). . .. Ma le istituzioni giuridiche, che i rapporti eco– nomici basnti sulla 1woprleh\ privala estrinsecano dal loro seno, hanno bisogno di una serie di isti– tuzioni connettivo che 1•iescnnoa trarre in inganno, ci1·cnl'origino e la funzione di quelle, coloro che le subiscono. Una dello più importanti di questo istituzioni connettive ò appunto la morale ('). E1•a natumle quindi che sopra l'istituzione giuridica della monogamia i11rlls30Jubilosi fo1·masse una ideologia dell'amo,-e destinala a far apparire quella istituzione come una nobile conseguenza di un'etica progredita, e che nello steJSotempo giovasse a ralfor: zarne la venOt'3ziouo noll'opiniono pubblica. Cosi 1 rapporti economici fra i padroni dell'epoca romana p1'0dusse1-o il loro riflesso teorico nel diritto ro– mano; co.11;1 i fenomeni di redistribuzione dell'epoca nostra ebbero il 101-0necessario prodotto ideale nella dottrina economica inglese ('). E così la mo· nogamia, frutto dolio stabilirsi della p1-oprieh\ io• dividuale, ebbe la propria sop1-acosll'uz1onemtel– leltualo; e la morale che ne so1•se fu quella che naluralmonto do\•eva scnturire da un istituto san- 1.ionanto un legame ete1·no fra i coniugi; quella cioò della durata eterna del sentimento d'amore in rapJ)Orto colla sua elevatezza, nobil u\ e perrezione. '!'aie morale - come in ~onerale ogni sorta di morale unta in sono alla società capitalista - mil'a a due scopi: quello cli porverli re il giudizio della classe soggetta circa il suo ,,01-0 interesse, e quello di ram•e11a1-e l'ogoismo della classe dominante noi suo ve1'0 ma non facilmente avvertito interesse ('). Cosi l'odierna morale sessuale, da un lato, tende a pervertire il giudizio della classe soggetta - nel nostro caso, della donon - colorendo di religiosi Il\, di purezza. di idealità una istituzione, la quale non è se non il minor male che, come sèguito della sconfitta. pote1•a colpirla. Ed. è •~punto forse la coscienza oscura che quella 1shtu1.1one è ancora per la donna Il male minore (giacché, sempre nel· l'àmbito dei rapporti economici a base della pro– prietà privata e della pes,ibilità della trasmissione di questa ai figli, vi sarebbe pur campo per la po· ligamia larvata o umciale da parie dell'uomo) che ebbe a far si che la donna vi si sia più fortemente aggrappata e proressi con una specie di devozione la morale, che no SOl''go a sostenerla, della santità e dell'eterni!.\ deU-amo1-e.Dall'altro lato, quella mo– rale tendo a raffi·ena1-e l'egoismo della classe do• minante, dell'uomo, amnchò questi non ne sia spinto n una troppo larga violazione pratica di quella istituzione che il conseguimento della sua supre– mazia economica e sociale ha reso necessaria. Ma. nell'isles~o tempo, la coscienza che tali violazioni (I) crr. K'IOtCL!, 1:orlJt,1, dd la Pamllltl, ae la Proprlf!td ,wtt:dt1 tt ,1, l' J/tat. Pllrll, IS\).'I,lll\J{. 58•i8. ('1 t.on.u,, i~, ba11• tco,eomlqi.t1• dlf la co111lltutlo,e ,ocialt1, Hocea 13,J, l)ll(I'.D. (I) l,ORIA, Op. tU' parte ,, Cap. t.•. (IJ LoRIA, Op. Cft., parte Il, eap. t.•.
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