Critica Sociale - Anno VI - n. 21 - 1 novembre 1896

328 CRITICA SOCIALE quali le cattive lingue dicono abbia attribuiti, mol· tiplicandoli, gli anni che ella si toglie: ecco, per sommi capi, il bellissimo romanzo illustrato di questo pl'ocesso. La coperta del libro poi é opera iasi~ne della magistratura, la quale solo, per sbadataggmc, lascia fra foglio e foglio sfuggire di sotto il torchio la macchietta più importante e più bella. Che cosa dire di tutto ciò! Io dirò solamente che la giustizia in Italia è quella che ò; cioè quella che per necessità di cose deve essere; ma non certo quale gli illusi credono che sia o che almeno vo1·- 1•ebbe1·0 che fosse. Qualche cosa di simile è bene anche altrove; ma almeno si ha l'accortezza, e quindi politicamente la saggezza, di illudera meglio con qualche esempio opportuno la gente: ciò che se non altro dimostra che si dà qualche peso all'opi– nione di questa. Così iu Francia, nel processo del Panama, fu1•ono condotli a giudizio e condannati un ex-ministi--o ed una vera gloria nazionale; mentre in Italia, in un pt--ocesso consimile, me1·canli di campagna, 1·egi impiegati, semplici avvocati e ladri coufes:si lutti furono, fra gli applausi, prosciolti. Ciò che, come protesta, sarebbe stato bene; se la gente si l'icordasse che quelrassoluzione e quegli applausi non vollero significa1·0 riabilitazione agli accusati, ma scherno alla giustizia. . .. Quali lo ragioni palesi di questo decadimento della giustizia 1 Due p1·incipalmente. Primo: la corruzione. E 1 sia detto subito ad onor del vero ed a mino1· disonoro dei nostri magistrati, più che altro la corruzione politica. Ma politica più in senso soggetti\ro, che obbiettivo; più cioè per opera degli uomini politici, che per fini politici. Ciò perchè gli uomini politici sono oramai in Italia onnipossenti: ne hanno bisogno i vecchi ed alti magish·ati pe1· non pegsiomre la loro ca1•1·ie1·a;110 hanno bisogno i giovani ed umili pe1• migliorarla. Poichè lo cosiddolte garanzie della magisfratura sono più apparenze che altro; e d'altronde la tutela di esse ò anldat.a ad altre persone, le quali possono pur cedere, se non allo minaccia, almeno alle lu– singhe; perché, se per tl'ovarsi in alto hanno poco a temere, hanno pur sempre qualche cosa a spe– rare. Onde basta che un uomo politico sia comunque implicato in un processo, o come imputato, o come avvocato, o come testimone 1 perché la bilancia della giustizia penda subito un po· in suo favo1·0. Non è escluso del resto che corruzioni o almeno tl'avia– mcnti della giustizia non avvengano anche pe1·fini politici; o ciò specialmente nelle cause d'inte1•es~e fiscale. Un defunto p1·csidente della Cassazione ro– mana si vantava di aver fatto t·isparmiare all'erario parecchi milioni. Ed a questo proposito convien confessare, a maggior vergogna dei nosfri magi– sfrati, che presso di noi danno molto maggiori ga- 1·anzie d'equit...\ i giusdicenti amministrativi che i magistrati 01-dinari. Questo cor1•ompimento della coscienza dei giudici per ragioni d'ordine politico, oltre che dal palteggia1·e con i governanti 1 o dalla spe1·1.rnzad'ingraziarsi presso di loro, cle1·iva anche dalrave1· quelli un falso ed antiquato concetto dello Stato, dei suoi fini, della sua azione. Ciò porta a considerare la seconda ragione del decadimento dell'amministrazione della giustizia: l'ignoranza dei giudici. Ed igno1·anza, intendo, non già del testo della legge, ma dello spirito del diritto in confo1·mità a quello dei tempi. Che anzi frequenti sono fra i vecchi magistrati giureconsulti dottis– simi, profondi romanisti e canonisti i ma ossi con ciò, e forse appunto pe1· ciò, credono che il mondo sia ancora quello dei tempi di Giustiniano o di Gra– ziano e che possano applicarsi alla vita moderna B1b1otecf.3Gino H1arco gli stessi principi d'allora, modificati tutt'al più con quelli della l'ivoluzione francese, riveduti e COl'l'etti sotto la monarchia liberale del luglio. Ond'è che si son potuti vede1·e alcuni illustri ed onesti magi– strati apporre in buona fede la loro firma ad inique sentenze, le quali ritenevano i socialisti come costi– tuenti un'associazione a delinquere, od invocare gli sfratti principi del diritto ,·omano quando si trattava cli l'egolare i rapporti di migliaia di operai di fronte ad uua società anonima imprenditrice. Ma pili dell'ignoranza dei vecchi che se ne an– d1·anno deve preoccupare l'ignoranza dei giovani che vengono. Non è il caso di parlare ciel corno nelle nostre scuole vengan fatti gli studi, special– mente giuridici: vediamo piuttosto che cosa a,·viene delle migliaia di giovani che ogni anno escono dallo Università italiane con la laurea in giurispru– donw. I più forti po,· ingegno, ,·olont:'J, o scorta di capitale. tentano l'aningo della professione libera: essa può divenire splendidamente rimunerati-ice ed aprir l'adito a quella tale carriera politica. Gli altri si buttano agli impieghi: fra cui ,,a compresa anche la magisti-atu1·a, la quale, screditata com'è, non si considel'a pili come un alto officio ma come un impiego simile agli altri; anzi peggiore, perché di più lento progresso, di mag(!ior disagio, e perché s'inizia con un anno di servizio ~ratuito. Ond'é che i t'Tligliori fra i concorrenti agli impieghi, quelli cioè che per necessità di subiti e certi guadagni si tro– ,1ano costretti ad abbandonare il lungo ed avaro tirocinio delle professioni libere e ad impiegarsi, rifuggono dal concorrere agli impieghi giudiziari e coutendouo o ottengono i pochi, relativamente migliori, presso le alt1·e amministrazioni dello Stato. I vh1ti, quelli cioò che furono scartati da tutti i concol'si, scoraggiati, disgustati finiscono, come ul– timo rifugio, col gittarsi tra le gran braccia della vecchia magistratura, della qualo più facili sono lo carezze, quanto minori gli adoratori. Infatti menti-e negli altri concorsi per ogni posto si contano sempt·e decine o centinaia di candidati, negli esami per uditore giudiziario sono spesso in minor numero i concorrenti che gli eligendi: onde la necessità d'infornare anche i peggio impastati. Che pane ne uscirà fuo1·i è facile immaginarlo; nè dico solo della crosta intellettuale, ma anche della midolla morale; quando si pensi all'alto concetto che della magistratura debbono avere coloro che ad essa si sono sposati per disperazione. come ad una donna un po' chiacchierata e vecchiotta per lucrare quel tantino di dote. Già non vi è nessuno che eserciti in peggio,· modo l'ane sua, di chi fa per mestiere ciò che si dovrebbe compiere per missione: preti, mi– litari, gio1·nali.sli informino. E dopo tutto questo che cosa concludiamo? Molti altl'i ordini di fatti, necessariamente connessi, biso• g11erebbe - e meglio - esaminare e criticare, per giungere ad una conclusione che, senr.a sembrare affrettata. potesse dirsi esauriente. Aaticipandola in parte diciamo, che non può sussistere a lungo una socie I~\, la quale non sappia - o, meglio, non possa, per le necessarie contraddizioni che il frammettersi o l'aflermarsi di nuovi elementi inducono fra le cause e gli effetli - custodire ed applica1·e quelle leggi che a suo vantaggio cd a sua tutela credette o dovette san ci 1·0. Rosc1u::.. Il modopiù spiccio per abbonarsi consiste nel mandare cartolina vaglia da L. 8 all'Ufficiodella CRITICA SOCIALE, Portici Galleria, 23, Mi– la.no (scrivere chiaro l'indirizzodel mittentee indicaresa si tratta di nuovo abbonatoo di semplicerinnovazione).

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