Critica Sociale - Anno VI - n. 20 - 16 ottobre 1896
B CRITICA SOCIALE 307 alla. rin(usa: io mi sottrassi alla razzia nel modo che ti ho detto, saivopreSentarmi il giorno I~ senza sapere nè come nò dovo dormirò alla sera. I proprietari esultano, la polizia gongola, le madri e le mogli piangono i ftgli ed i mariti, e il terrore go– verna il paese. Dopo lo scioglimento della Società, lo sciopero con– tinuò altri pochi giorni, ma, comincia.ti gli arresti, tutto ru finito; i contadini ripigliarono i lo.vari per non farsi adocchiare e ricominciarono a subire i soliti soprusi, aggravati dal veleno degli insulti borghesi. Come flnirà.1 L'abbrutimento è grande e non credo ad un serio movimento qualsiasi, ma vedo che l'emigrazione è im– mensa, e avantieri, dalla sola Corleone, con un piro– sca.ro per l'America, ben 500 individui lasciarono questa terra, disposti a morire di febbre gialla, pur di finirla con questa. vita di stenti e di rame cronica. Ti bacia rralernamento il tuo Bt.:H.NARDINO VERRO. Questo - e non è, ce ne avvede il Verro in una postilla, che un palli<lo frammento del quadro - per quanto riguarda i contadini. Pei solfatai, però, s'è fatto di meglio. S'è votata una legge che auto– rizzava un pingue monopolio a pro di una Società. di speculatori; si sono aboliti, a suo JH'ofitto, dei dazii; si emanarono delle circolari. li Pattolo, che, pel rincaro degli zolfi, fluiva nelle casse delle So– cietà, avrebbe diramato aurei rivoletti nelle tasche bucherellate dei picconieri e dei carusi. Si poteva rorse dubitarne? Non abbiamo. Rudinì imperante, la provvidenziale armonia delle classi f E non è la lotta di classe un reato f Ma il Pattolo capilalista fu meravigliosamente arginato da chi a\'eva all'uopo pietre e cemento; e, dei promessi ri\'Oli d'ol'O, arri\•ò sul viso dei martiri una minuta spruzzaglia, che parve un insulto. Intanto l'inedia erra intorno ai casolari: dalla Conca d'Oro salpano - narra il Gim·nale ai Si– cilia - a migliaia in un sol giorno i lividi disertori della fame, e vanno al Brasile in traccia di altri supplizii. novunque si geme estenuati: vane e la• v01·0! Ma il gendarme s'avanza e impone alla mal'· maglia il silenzio cli Varsavia e della morte. E, dietro al gendarme, il Vicerè. Egli accorre sui luoghi dei minacciati tumulti. Per saziare le fami irrequiete, l'alta bordaglia gli appresta banchetti lus• suosi. Ma esso, tra i fumi delle laute cucine, odora, o gli pare, un puzzo di ova infracidite, ~me un pre– sentimento di solfare in combustione. E la rnalat·ia del paese: e un tremito, che dev'essere di terzana, lo assale e lo 1·icaccia a precipizio a Palermo. più giallo di quando ne usciva! Avanti 1 o conti, o marchesi di governo, avanti con le vostre follie; avanti, o eccelsi galantuomini, con i vostri delitti! Quella cui voi lavorate ò bene - e non può essere alt1·0 - la guerra civile. Ma è insieme - ironia degli aggettivi! """'7 la guerra selvaggia della fiaccola e della scure. E quella che narrava Giovanni Ve1·gadall'82 e che si ripete, per fatto vostro, eternamente la stessa.< Ai galantuo– rntni.' Ai cavpelli! Ammazza~ Ammazza! Addosso ai cappellt ! • Ve l'abbiamo detto le cento volte dai nostri gioi·• nali; ci avete imbavagliati perchè non si udisse il presagio, Ve l'abbiamo schiaffato in faccia in pieno Parlamento; i Sadducei ci si affoltarono intorno e ci abbracciarono commossi per la bella parlata. L'hanno stimata - come le loro - una girandola di pirotecnica oratoria; e hanno applaudito alle faville. IO 1.. no B1:1r e Applaudite, Sadducei; seguitate, galantuomini, pel vostro cammino. Negate ai miseri, insieme, pane e libel'tà. Ormai è affar vostro. Le armi della ci– viltà. ce le avete spezzate nel pugno. 'l'oglietevi quelle della barbarie, se vi torna. Sarete voi i più forti; lo siete senza verun dubbio. Noi non ci so– gniamo neppure di contendere con YOi su questo terreno. Ma la storia ha già scolpita per voi, adducei, per voi, manigoldi e sicat•id'alto bordo, la sentenza suprema. Essa si compendia in un nome: - Assassini ! LA C1H'rlC1\ SOCIALE. La politica delle Trade'sUnions Rispondiamo, b1·evema11te,alle osservazioni che al nostro O. Af. suggeri, nel numero scorso, il Congresso delle Trade's Untons. Egli scrisse, in sostanza: che è una grande illusione - come pro,rò il Congresso di Edimburgo - quella dei socialisti, di avere convertito a sé, o di poter convertire, le 1 1 rade's Unions: queste, simili a una bella ragazza, altrettanto civetta quanto fredda e calcolatrice, possono bensì gradire gli omaggi nostri e plaudire le nostre formule, ma si guardano bene dal « par– tecipare al movimento politico,; che questo fatto non deve 1•allegrare i re.:1.zio– nar'ì, perché, !unge dall'essere prova di debolezza, è prova di forza, è prova di un'organizzazione più complessa e perfezionata, che non sia quella cui può pretendere il socialismo del « facile mondo delle idee>. li socialismo politico assorba « le masse incoscienti e disorganiche dei contadini,. assorba • i proletari (1), gli spostati e i disoccupati >, i condannati alla « inazione pratica». Le JTra(le's Unions hanno una funzione più alta; quella di « da1·e alla classe proletaria la vita economica ~ di cni finora ebbe difetto. Questo è assai più serio, nel concetto di O. 1\f., che fare del socialismo po– litico, che- « spaziare nelle vaste profondità ideali del socialismo mondiale,. « Le idee parche sono le idee forze»: il socialismo politico è una « fuga di nubi iridescenti via pel ciclo ci-istallino del futuro», buona pei paesi arl'etrati, che non hanno altro, e di meglio, da fare. Noi non possiamo accettare, dall'epidermide in Riù, nessuno di questi concetti: non solo li cre– diamo sbagliati ad uno ad uno; ma crediamo mal posta a dirittura la tesi nel suo complesso. Il che, se è vero, dovrebbe far pensare all'amico O. AI. che il mondo delle idee non è tanto « facile• quanto egli dice e gli pare. . .. In linea di fatto, potremmo osservare, noi qui da Milano, ad O. 1\1.1 che scrive da Londm, che il Cong,·esso tradunionista non prese affatto, di fronte ai Congressi socialisti, quell'atteggiamento d'ostilità recisa, quelle risoluzioni di « aste~sio_ne»,_d! ~ni O.Af. ci novella. Il Congresso tradumon1sta s1hm1tò ad ascoltare i dubbi emessi dalla propria Commis• sione sulla convenienza di partecipare ai Congressi socialisti internazionali; non decise nulla d'assoluto in proposito; quel che decise fu piuttosto nel senso del pal'teciparvi; votò infatti che i Congressi inter– nazionali dovessero indirsi con le norme di ordin~ e di 1·appresentanza dei Congressi t1·aclunionisti.E questa una deliberazione che, dovendo aver effetto fra tre o quattro anni, è soggetta_a revisio~1~.La questione della rappresentanza net Congressi m.ter– uaz;ionali è più dinicile che non sembri a prima
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy