Critica Sociale - Anno VI - n. 20 - 16 ottobre 1896

310 CRITICA SOCIALE individui. Prodromi dell'avvento di questa coscienza collettiva totale sono l'estendersi della legislazione del lavoro, dell'istruzione gratuita, del socialismo. Quanto pii.t una società è numerosa, tanto più è difllcile che sorga a coscienza collettiva totale; le difficoltà sussisterebbero anche nell'ipotesi che tutti i suoi componenti fossero in uguali condizioni ma• teriali, intellettuali e morali; ma aumentano mol– tissimo là dove queste condizioni sonodisuguali.A questa difficoltà del numero e della disuguaglianza delle condizioni, fanno contrappeso le invenzioni umane, Le ferrovie, i piroscafi, il telegraro, il tele– fono, la stampa, i gio1·nal i, i rn.eelings, i Congressi, le associazioni, le grandi a~glomerazioni nelle città sono gli strumenti odierni che facilitano il sorgere d'una coscienzacollettivasemprepiù estesae sempre più perfetta. Anzi il fenomeno più grandioso del secolo XIX, quello che ne è la caratteristica priu• cipale, è appunto il sorgere d'una coscienza collet• tiva mondiale e sempre pili estendentesi alle donne e alle classi operaie. ~Ieravigliosa manifestazione di questa. coscienza collettiva ll}Ondiale fu la prima celebrazione del 1. 0 maggio. E questa coscienza collettiva mondiale che abolirà. la guerra creando l'arbitraggio internazionale; è la coscienza collet– tiva estesa anche alla donna che a poco a poco la fa sorgere da uno stato ingiusto d'inferiorit..i e già negli Stati Uniti e nell'Australia quasi la eleva alla dignità dell'uomo; è questa coscienza collettiva estesa anche alle classi diseredate degli operai che ha fatto sorgere la questione sociale odierna e che otterr·a una distribuzione delle ricchezze più equa, come fu l'estendersi della coscienza collettiva alla società borghese che fece sorge1·e nel secolo scorso la questione dei diritti dell'uomo e travolse nell'89 il regime feudale. Potrebbe però darsi benissimo che gli atti di una società. retta da una coscienza collettiva totale e perfetta non fossero quelli necessari per assicurare la futura vittoria a tale società nella sua lotta per l'esistenza contro le altre società; e allora le so– cietà con una coscienza collettiva più sviluppata sparirebbero di fronte a quelle aventi una coscienza collettiva inferio,·e. Anzi è ciò che alferma il Kidd citando l'esempio delle repubbliche greche an– tiche e della F'rancia odierna.; e sarebbero, secondo lui, i sentimenti religiosi che ostacolerebbero questo formarsi d'una coscienza sociale perfetta i quindi il sopl'avvivere eterno delle religioni quale organo so• ciale fissato dalla selezione naturale fra le società. Ma si può osservare che questo ostacolo al fo,·– marsi d'una coscienza sociale perfetta non esiste più se tutta la società umana sorge a un'unica CO· scienza colletti va tota.le e perfetta, in modo che 11011 abbia più a lottare con nessun'altra società di co– scienza collettiva inferiore; e questo appunto è il fenomeno caratteristico dei nostro secolo. In tutti i modi quelle condizioni di vita sociale, che una coscien1,a colleltlva totale e perfetta con– siglierebbe e che sarebbero vantaggiose nel tempo stesso alla società in lotta con altre, è certo che ver,·anno adottale da tutte le società col progredira della loro coscienza collettiva e che sopravvive– ranno. F'm queste condizioni di vita. sociale non dubito di porre quelle per cui le condizioni di lolla per la vita o per la mag~iore intensità di vita fos– sero uguali per tutti, 111 modo che ogni individuo a~ulto fosse ricompensato esattamente secondo i propri meriti. Kidd afferma che queste condizioni, che sono quelle del pro~resso, sarebbero ripudiale dalla grandissima maggioranza degli individui CO· scienti; alferma che, in una società cosciente com• posta di individui dotati di ragione, i suoi membri potrebbero sottrarsi a quella lotta eterna fra gli Bru uLt: a urna o a o organismi che ha reso possibile l'evoluzione delle specie. Ionego invece questa possibilità, perchè è nella stessa natura umana di lottare, se non per la vita, almeno per una maggiore intensità di vita; l'emu– lazione, l'orgoglio, la vanità di sopraffare il pros– simo, d'innalzarsi al disopra del volgo, d'avere più di quello che hanno gli altri, di godere più di quello che gli altri godono sono sentimenti troppo radicati nell'animo anche d'un uomo dotato di ra– gione, porchè una società, anche perfettamente CO· sciente, osi tentare di toglier loro ogni azione sulla condotta degli uomini. Una società, anche perfetta• mente cosciente, non oserà mai tentare di cam– biare la natura umana, non oserà lottare contro le leggi della natura; solo potrà tentare, e anzi Io rar,\ per necessik\ delle cose, di volgere queste leggi al massimo suo vantaggio. La questione è questa: dato che non sia possibile abolire 'a lotta pe1• la vita o per la miggiore in• tensiL.\ di vita, che cosa è pili favorevole a rendel'e massima la felicit:\ sociale e massimo il numero di quelli che vi partecipano: il far si che le condi– zioni di questa lotta siano uguali per tutti e in modo che ognuno sia l'icompensato secondo i suoi mel'iti, oppure il far sì che queste condizioni di lotta siano artificialmente mantenute disuguali 1 E\'ldentemente la ricompensa proporzionata ai me• riti, ai servizi resi alla società, ai vantaggi procu• ratile, è ciò che ma~giormente sprona gli in– dividui a rendersi utih al prossimo, pet·chè motivo a così operare sarà lo stesso egoismo, sentimento più forte che l'altruismo; e l'uguagliare le condi• r.iooi di lotta implica il dare a quelli più capaci, appunto perchè tali, maggior facilit.. "i.di operare che ai meno capaci; e quindi per due vie la so– cietà si avvantaggia. Mentre il mantenere le con• dizioni di lotta artificialmente disuguali 1 in primo luogo diminuisce l'impulso a bene operare per la felicità sociale, pel'chè i più favo,·iti potranno ma· gari anche poltrire nell'ozio e i più sventurati po· tranno anche essei• presi da scoraggiamento e per• dere l'allivit,1 febbrile e benefica dell'uomo che spera; e in secondo luogo il caso bene spesso J>UÒ porre quelli più capaci in impossibilità quasi d'o• pe1·ara e facilitare invece i meno cap1ci; e quindi per due vie la società ne solfre. Pdr ciò una società perfettamente e totalmente cosciente non può fare a meno di sanzionare quelle condizioni di vita sociale che assicurino uguali per tutti le condizioni di lotta; cioè non può fare a meno di sanzionare quelle che Spence1•, Kidd ed altri ritengono giustamente le condizioni del pro• grasso; ma tale sanzione verrà loro data non in quanto sono condizioni del progresso, ma in quanto assicurano la massima felicifa sociale. E ri sarà da ,sperare che questo p1-0~1·essocontinuerà il suo splendido cammino, non piu in ~razia delle spa· ventevoli ecatombi degli individui meno adatti, ma perchè solo i più adatti av1•auno la possibilità o il desiderio di avei· figli, di dar la vita a nuovi es· seri, eredi delle loro r1nalilil più adatte. Dunque la tendenza odierna ;a rendere sempre meno disuguali le condizioni di lotta, che Kidd so– stiene derivante dal sentimento religioso cristiano che invade gli animi delle classi dominanti, per parte mia all'ermo sia conseguenza clell'allar~ar,3i della coscienza sociale anche alle classi ope1•a1e. Cedo, gli individui meno fortunati vorrebbero 1 se dotati di ragione, non sottomettersi alle condi– zioni di vita sociale, che per loro, che non possono riuscire vincitori nella lotta, riescono penose; ma ~ono liberi questi individui di non sottomettersi alle condizioni che una società cosciente impone loro pel' il maggior benessere sociale 1 Una società cosciente può ed anzi deve per forza delle cose

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