Critica Sociale - Anno VI - n. 19 - 1 ottobre 1896

CRITICA SOCIALE 2'J3 economica costituiva. qui in Inghilterra. tanti centri or– ganici, altrottanlo cellule di vita nuo,•a, che poi si ricol• legava.no in un complesso l'errco ormai indistruttibile. Quest'aziono si ò svillupalo. per mille vie: col mutuo soccorso,collaresistenza,colla legislazione OJ>craia, ecc. Ognuna di queste rormo vi ha portato il suo conlri• buto. Riassumendo, poi, in una frase sintetica, qual"è stato il suo prodotto deflnitivoi io dirci che le Tl'lule"& ("nion, hanno ;\.\'uta cd hanno ancora la grande fun– zione storica di dare la vita economica alla classe pro· letaria. Il carattere capitalo della classe proletaria C stato som1>rc quello di mancare di vita economica. Essa ra1>· presentava la materia inorganica, la nebulosa, di fronte ai vari tipi delle altro classi, economicamente organiz– zalo. Di qui lo. sua immonso. dobolozza, la sua impo• lonza radicale: di qui il ratto che la vita della classe proletaria non è mai stata che un rifle~so di quella dallo altre classi, sia nella politica., sia nella morale, sia nell'arte. Fate che questa materia dispersa si organizzi; che questa nebulosa precipiti in un sfera, in un nuovo pianeta. organizzato, secondo le qualità, le forze e le leggi della. materia da. cui deriva, o allora sulla sua solida crosta si svilupperlì tutta la ,•asta vegetazione, uno. flora nuova, llella vita sociale. .. Tale ò stata l'opera od Il carattere dolio 'Prade'sUnion.s. Essa ò organizzazione economica di nuove classi sotto lo classi capitaliste gih. organizzate e sopra la materia amorr,l dei disoccupati. Anche in ciò le astrazioni vaghe o brillanti, ancora nganti pel ciclo del socialismo po– litico, come quella di fntollanta, sono spietatamente smentito dal freddo materialismo storico. E le Trade's Union.s sono una classe aristocratica di fronte ai dtsoc• cupo.ti, ai disorganizzali. Questo può parere poco, può sembrare anche in parte tristo e crudele, in confronto agli splendori umanita1·i 1 allo vaste profondità ideali del 1>rogramma. socialista mondiale. Ma., <l 1 altra parte, es!So ha la grande supe– riorità. di rappresentare giò. un ratto, di essere una conquista reale. E non parlo della sola conquista materiale. In essa no ò contenuta una morale di ,·aloro superiore. In questa elaborazione di una organizzazione così vasta o complessa; in questa aziono pratica che mette di continuo la classe operaia, abbandonata. a sò stessa, di fro11te ai tipi pill vari di questioni economiche, finan– ziario e legislative, essa si abitua alla vita J>olitica, non già. solo nel senso di comprendere una rormula gene– rale, ma noi senso di adattarsi al maneggio preciso cd esatto dPgli affari. Lo seduto dello r,·aCUù Unions sono ,•et'Oseduto di un Parlamento, ben inteso di un Par• lnmento inglese, non di un ilnliano. Quale differenza col Congressi socialisti politici, rorma ancora ambigua, che tiene ancora del meeting 1rnbblico 1 di cui ha tutto l'imprevisto, il vago ed il sentimentale, e che non ò ancora riuscita a cristallizzarsi noi quadri esatti della rappresentanza. proporzionalo! . . . A questo proposito ò notevole un altro fatto. Uno dei principali appunti, dirotti contro i Congressi socialisti intornazicnali nello seduto di Edimburgo, ò stata l'incoerenza dello rappresentanze e la loro bislacca organizzazione. Parecchi delegali hanno affermato di non ,·olor più partecipare a. Congressi, nei quali il loro voto, rappresentante la volontà di diecimila operai or- n ganizzati, Yeniva parificato al voto di un signore .e, rappresentante di sè stesso o di un suo amico. Oppure noi quali il voto della potente legazione inglese veniva annullato da quello del signor y, rappresentante, met– tiamo, di un'Australia o di un Giappone, nel quale 11011 ha umi messo piode. Quest'obbiezione è solida, inconrutabilo: non solo lini punto di vista formale, ma anche )>iù dBI punto di vista della. sostanza. Uno inratti dei caratteri fondamentali del socialismo, più fondamentale ancora delle sue ipotesi collottivi8le, è la sua natura democratica. Quando si definisce il so– cialismo, si può essere in llisaccordo su tutti gli altri J>unti, tranne su·qucsto 1>erò,che esso Lemiead organiz– zare la società. secondo l'inter·csso del numero massimo do' suoi componenti. 1:: pc1· questa via che esso tondo ;i rondcro la società. sempre più società rcalmonte; e,1 ò in forza. di questa leggo madre del progresso sociale, che l'epoca borghese è stata un avantamcnto civile in conrronto delle altre. L'Cra borghese ò più ricca, più giusta, più forte delle altre, pcrchò ra1>presenta la ~in– tesi degli interessi di un numero maggiore. Ora, J>erchè noi socialisti dobbiamo abolire, propl'io noi stessi, questa leggo organica della nostra vita.1 questa garanzia fondamentale del nostro progresso1 Eppure, in virtù del veleno settario serpeggiante ancora nello nostro vene, noi, o meglio voi, socialisti esclusi– vamente politici, rnrreste abolirla di tratto in tratto, por vostro conto. Colla scusa che voi, eletta aristocrazia <lollaquestiono sociale, a.vele chiaro le grandi idee nella monto, tornato al vecchio sofisma dol conlemplus vulgi, o fato rivivere in voi la psicologia delle vecchio classi. E noi "ostri Congressi, per l'amore della ommora , it– loria delle votazioni, abolito un momento il materia• lismo storico, la grande arma che usato contro i nemici. Quando i tradunionisti protestano contro tali melo.li, non solo hanno ragiono, ma dimostrano di a.vero t>iù chiam che non ,•oi la coscienza della nuova vita ll0· mocratico-socialista. . . . Un'ultima osservazione. Uno dei caratteri elio mi ha. più colpilo nel Congresso di Edimburgo ò stata la limi– tazione delle hlec; di cui mi rallegro. Verchè le idee parche sono le ideo forze. L'energia umana ha i suoi limiti, come qualunque altra torma lii energia naturale. Non è impunemente che si fanno i magnifici o lussuosi sciupii intellettuali. Tullo ciò, che è dato di troppo all'idea, ò tolto all'azione. Ai paesi in cui, sia pel deficiente s,•iluppo dell'orga– nizzazione, sia per lo arretrate condizioni politiche, l'idea. non può trovare l'addontollato colla realtà, a questi ter1·itori infelici della gran carta dell'umanità presente, l'esuberanza delle idee ed il grande vano flusso lici sogni. Ai Congressi di questo socialismo che si sviluppa solo, e dolorosamente, nella sfora intellettuale, la di• scussiono sulretica, sulla scienza o magari sull'arte tlella società futura. Anche questa ruga di nubi iride– scenti ,•ia pel cielo cristallino del futuro può a.vere il suo valore, in mancanza d'altro . Ma qui lo. terra è già preparata e la realtà. aspella . Alla realtà limitata, idee limitato, od aziono. Fin qui il nostro corrispondento e antico colla– boratore, al quale ci siamo fatti sc1·upolo di lasciare intiera libert..-\ di parola e di apprezzamenti. Ma il suo punto di veduta non è il nostro. B, poiché l'argomento lo merita, ci proponiamo di tornarvi sopra in un prossimo numero. Noi.

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