Critica Sociale - Anno VI - n. 18 - 16 settembre 1896

280 CRITICA SOCIALE Quesnay é in grado di spiegargli come qualmente la cosa stia proprio così ('). Dubito molto però che questa teo1·ia del nostro professore ~ia per essere accettata dagli spregiudicati trattatisti di finan1.a. Questo preteso mlnim.o dei salari, oltre il quale ò impossibile spingersi, ò una g1·aziosa invenzione cli partigiani; purtroppo il proletariato conosce come vi siano minimi che ne ammettono altri ('). . .. Il rnio pcnsio1·0 è dunque questo: l'imposta 1 tanto proporzionale quanto progressiva, tanto sul l'addito quanto sui consumi, esenta dal peso tributario la classe capitalistica e lo impone a quella proletaria, talchè il processo distributi, 1 0 della 1·icchezza (fra le due grandi classi sociali, ed in ciò è la disputa fra il prof. Flora e me) ripete !°identico ritmo. Ora sorge naturale la domanda, come avvenga che tanto e cm:i largo dibattito si accenda per l'imposta pro– gressiva, e come sia possibile cho la legislazione positiva realizzi quel sistema d'imposta, il quale non sembra che irnmuti ti·oppo nell'ordine della società presente. E evidente infatti che, se la teoria materialistica della storia, nel periodo capitalistico, protendesse di ridur1'e tutti i fenomeni che vi si ,·erincano ad opisodì dell'unica lotta fra prole– tari e bo1•gl.iesi,essa sarebbe del tutto in uffìcionte a spiegare il ratto del prevalere qua e 111dell'im • posta sul reddito e del progresso della legislazione in questo senso. In tale errore ò caduta la sove1·– chiamento schematica e grotta alterazione che della teoria mat·xistica fece il p1•of.Loria, la quale, a spiegare il fatto, è stata costretta a ricorrere ad una teleologia sociale affatto in contraddizione con lo spirito della clotti-ina del mate1falismo storico ( 3 ). Ma fra le due grandi classi, che formano i due maestosi arnuenti del grande fiume della nostra storia 1 si stendono i modesti confluenti ed i rivoli sottili e serpeggianti 1 portati ad ingrossare or l.'acque del dest1·0 ed or quelle del sinistro braccio. E agli interessi delle classi inte1•medie che la teoria non può negare, come non nega, la sua atte11zione 1 poiché nell'ope1·aro silenzioso di queste si cela non piccola parte del mistero della nostra istoria. ti prof. ì\fazzola ha cercalo recentemente una spiegazione del fenomeno dell'imposta progressiva - partendo da concetti ben diversi dai nostri od arl'ivanclo ad altre conseguenze - che ci sembra la pili giust11,appunto perchò la più ovvia. Mentre, egli dice, le spiegazioni pii1 profonde del fenomeno sono ricercate con minuta ed elegante analisi dalla scienza sociale, ropinione pubblica 1 quella del grosso pubblico che paga o ò sg1·avato, quella dei suoi or– gani immediati, presenta una spiegazione piana e superficiale, cho pure ra. tenuta presente, perchè anche essa conta un poco. come la. voce p1·imitiva e confusa delle cose, che a I primo svolta,· cl i strada indica: < l'imposta progressiva è un. pro– dolio dello spf1•ito democralfco dei tem,vt mo– cterni ~ ( 1 ). Nè questa modesta o significativa indi• ( 1) Ql't:SNA ,., Second 11roblémeico11omtqw:, nelle Opere. edizione Onken, palt'. 6?G-a1. Il prof. fllora conosce Marx come io l'ebraico. l,'.L dottrina n,nrxisllca del s:il:trlo, lo sanno I murlccluoli, è Il 1>ii1 egregio del con~raneltmi a quelli\ lnsipidiu!ma del vecchio Turgor, ri– J>!luta d:t Kngels giovine e ricopi.'.lla dal l.assalle, cui quest'ul• timo dette Il nomo Inelegante di oi: l<"gge di bronzo ... I.e leggi mernlllche Marx le lascia i.I.... fabbri. i 1) v. Uoo MAZZ?l,A, Clmpo.st.1 m•o?re.sdca tn ero11om1a Jl111·ae ,oc1ate. Pa\·la (ediz. fuori commercio) 1~!15,cap. 11, pag. 15-!li, o,·c l:l cosa è discussa da altro punto di ,-!sta. P> Vedi la bella critica che, nello stesso libro, ,:e hn fatto Il Alauol:t, cap. v. (t) M,.uou, op. cli., pay. 3.,. Bib 1otecaCJ1no B1arco cazioue dell'opinione pubblica va tradotta nel senso che l'imposta progressiva l'ipeta il motivo della sua attuazione da una qualche speciosa co1Tente cli«:pen– sie1·i » e cli < convinzioni» astratte. L'imposta pro• gressiva coincide, nei di00renti paesi in cui venne mano mano attuandosi, col tl'ionfo delle istitu:doni democratiche, cioò, per ultimo 1 con ra1•venimento g1•aduale al potel'e, o con l'incremento della po– tenza sociale ed economica, dei medi ceti della so– cietà. La provvisoria alleanza ed il confluire della lolla del proletariato contro la borghesia con i par– ziali intel'essi della borghesia media dà a volta a volta all'agitazione per l'imposta progressiva o pro– pol'zionale sul reddito un sapore rivoluzionario che essa per sè stessa non ha. La piccola borghesia si it'ova di fronte all'im– posta progressiva, notiamo noi, in una posizione ben diversa del proletariato. Mentre questo, per la mancanza d'allt·i redditi che non siano i salari, non può 1·ipercuotere su altri lo imposte che soffre, la piccola borghesia parlecipa dei vank,ggi della grande, di f1•011te al fatto della traslazione. La capitalizza– zione dei piccoli redditi si trova agevolata por l'im– munifa tributaria di cui viene a godere la piccola borghesia, la quale, per un tal mezzo, tl'ovasi favo– rita nella lotta della concor,·enza, di fronte all'alta borghesia: od ecco come. La piccola borghesia, nella sua qualità di pro– duttrice o consumali'ice in propo1•zioniche non su• perauo il minimo esento (1), non soffco tributi e quindi non li considera come un costo cli produ– zione. Ammesso che sia 100 il reddito esente, oche un piccolo capitalisl.1. p1·oduca prop1·io in p1•opo1·– •dono di questo reddito, si vede chiaro che il suo costo di produzione ò inferiore - per questo ve1•so- al costo cli produzione cli un capitalista, il quale, ottenendo un reddito 200 dai suoi prodotti 1 ò co– stretto a pagare un tributo del 5 °/G- A parità di con– dizione1 il costo do! primo sarà inferiore del 2,50 ° 0 • e quindi il prezzo delle sue merci ugualmente. Ciò assicura alla piccola industria una evidente ragion di prepondel'anza sulla grande industria, la quale, cosi all'ingrosso, spiega sufficientemente le istintive antipatie clel grande capitale per l'imposta sul l'ed– dito, defìnito come un attentato alla proprietà ed un l'ibultanto arbitrio ('l1hio1·.s),e spiega ciel pari la decisa simpatia pe1· OS.i!l. delle classi popolari. Ma quosto motivo, qui altrettanto evidente quanto lo– gico, ò l'istesso che determina la condotla del partito socialista e della classe lavoratrice in favore del– l'imposta progressiva. Cel'to, un tal motivo non può interpl'eta1·si nel senso che il partito socialista debba favorire le condizioni cli sussistenza dei medì ceti della società, chò esso anzi ha un interesse diretto alla loro sparizione; ma egli è appunto nella ap– parentemente cont1·addittoria logica dei fatti di produrre effetti, a distanza di tempo, in opposi– zione fra loro. L'imposta sul reddito nella sua fo1·ma p1·ogres– siva \'iola il principio fondamentale cli esistenza della società capitalistica: l'eguaglianza del s3ggio del profitto - 1>osto,naturalmente, che l'imposta ven:uota cd incida equamente tutte lo unità con• tribuenli C). Un tal fatto, in contraddizione con la ragion prima c1·essere della società attuale, genera noi seno della classe capitalistica un apprezzamento della non convergenza dei suoi interessi collettivi, ( 1) Il minimo esente non è 111:i.\ il minimo l11di111en11:iùile per l'eslstcnu, ma. lo su11era e di molto. \1 J Altrll\'e dimostrerò che anche l'imposta pro11Jr1ionale run .. ziona :\110 steuo modo.

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