Critica Sociale - Anno VI - n. 14 - 16 luglio 1896

CRITICA SOCIALE 213 precipitosa, che ci parve sorpassare la misura ed il segno. Egli pose infatti come punto di partenza che i nosti-i programmi minimi devono essere qualche cosa di esclusivo al p3:rtito socialista, senza riscontri nella legislazione vigente e non accettati od accettabili da altri partiti; come, allora - chie– diamo noi - avranno mai attuazione? .B giunse, per questa via, a una conclusione che si risoh 1 eva in una negazione: « noi non possiamo che rendere meno aspri gli inevitabili peggio1·amenli della con· dizione delle masso, e in realtà di programmi so– cialisti non esiste che il programma massimo. > Fra tali estremi la controversia si allargava smi• suratamente; e fu buon consiglio, in quelle condi– zioni di tempo e di. temperatura, rimanda1·la, come propose la Kuliscioff, a un prossimo Congresso, no– minandosi fin d'ora una Commissione per lo studio del tema, con impegno di propor1·e rra sei mesi le sue conclusioni. Per tal modo la questione è posta e formerà materia, fin d'ora, di studi e riflessioni utili, ai giornali e alle associazioni del partito. La questione au1·al'ia, intendiamo dire della pro– paganda in campagna, ru la parte più soda e la pili sodamente trattata - non diciamo discussa, poiché la discussione anche qui non parve 8''-an cosa. Ri– mane di essa la relazione che il Btssolati svolse maestrevolmente e che noi riproduciamo in alt1·a parte del periodico. Il Congresso ne accolse le con• elusioni, in particolare insistendo sullo leghe di resistenza fra mezzadri, sulrabolizione delle appen– dici, regalie, ordinanze, su un'agitazione per assi– curare ai mezzadri il minimo necessario all'esistenza e per or~anizzarli contro le angherie padronali; noochè, rnfine. sulle cooperative di consumo che, come quelle del nelgio, de\rolvano parto degli utili a pro del partito. Finalmente, sulla taltlca elettorale, le tre cor– renti principali si concretarono subito in tre pro– poste distinte, essendo stata pregiudizialmente eli– minata quella discussione generale che avrebbe provocato assai pit1 spreco di parole che non mu– tate le convinzioni di alcuno; la proposta degli in– transigentissimi (Sambueco di '1'01·ino), 1•icusanti ogni appoggio a candidati di altri partiti, anche nei ballottaggi; quella, che a noi pareva la pii, oppor– tuna, del Bonomi di Mantova, concedente facoltà di appoggio ai candidati che accettasse1·0 pal'te del nostro programma mi11imo, sia nei ballottaggi, sia nelle elezioni amministrative, quando si trovasse utile, d'accordo colle Federazioni provinciali, di proporre liste amministrative di minoranza; e in– fine la proposta del relatore Enrico Ferri che, a conchiusione del rapporto stampato, sosteneva la tat– tica di Pa1·ma,ossia lo ::;tatu quo. C) Questo termine medio ebbe la prevalenza - guastato ancora, a senso nostro. da un emendamento 1->odrecca,pel quale l'aiuto elettorale non può da1·si che a quei partiti che siano politicamente organizzati. Il che, ove debba intendersi con qualche rigore, ci porta a questi due controsensi: che noi suppo– niamo l'organizzazione in partiti la cui natura 11011 la compo1·ta e che organicamente non ne hanno bisogno; ciò cho viene a di1·e che la proposta Sambucco, cacciata dalla porta, rientra così dalla finestra; e che (nel supposto che questa 01·ga11iz- ( 1) l.liclamo male lo atati, quc,. Polchè, mentre a Roma si voto facoltà di appoggio al ca!ldldato che Quarentlue le libertà es– senziali, qui la s1 ricu!O a chi non acrettl tutto tntitro il nostro (che, dunque, cena di euer ,ioao·ol ))ro1tramma minimo. Il che ,·orrà dire, nel pili del casi, \'Otare non per dei J>rctti dcmocra• tlcl ma pn dei pcrretti soclalldoldt. Jn ogni caso, non è a tuuo il programma minimo che si avrebbe da mirare, ma a quel punti che di volta In ,,olla servono di J>iattaforma elettorale: ieri la liberti\, oggi l'Africa e le s1>esemilitar,, domani Il decentr:imento o l'latruziune pol)Olare, o Il sutrraato allargato, ecc., ecc. B ote n e no B1ar o zazione fosse ad essi possibile) i socialisti stimole– rebbero i partiti avversari a fol'tificarsi; mentre invece l'interesse nostro non ò già di organizzare quei partiti, ma al contrario di giovarsi di essi, spingendoli, scindendoli, assorbendoli - insomma disorganizzandoli ogni giorno pili. La proposta F'erri riportò 147 voti contro 71 ; l'emendamento Podrecca 126 contro Q I. E non si mancò di aggiungere - a proposta Danielli - e di includere poi nel rinnovato statuto del Partito, la solita minaccia di scomunica e di espulsione dei contravventori. Era questa una soddisfazione a cui fa maggioranza del Uongresso non av1·ebbe rinun– ciato pe,· tulio l'oro del mondo. . .. li Congresso - e qui ru molto accorto - re– spinse quelle p,·oposte dell'Utllcio centrale cho tendevano a bu1·ocratizzare sempre pili l'azione del Partito, istituendo dei propagandisti ufficiali sti– pendiati e una Sezione speciale per la stampa degli opuscoli di propaganda. Rinviò agli studi la que– stione ponderosa del giornale quotidiano; accettò val'ie modi(ìcazioni allo statuto, una sola delle quali ci parve affatto irragionevole: quella che costringe ogni membro del Partito ad aderire alla Sezione locale, quand'anche circostanze personali e locali glie lo rendano impossibile, o, in mancanza di Sezione locale, alla sezione pili vicina. Il che, massime dove il Partito non è fitto, può voler dil•t, ch'ei deve iscriverai in una città lontana e sco– nosciuta, dove non ha interessi nO amicizie, dove non porrà mai piede. Confe1•mò la sede centrale del Partilo in Milano e l'organo centrale nella Lolla di classe, r.he sarà direttamente assunta dal Consiglio nazionale; conrel'mò in carica quasi tutto l'Ufficio esecutivo cenli'ale quale si trovava; clererì al Consiglio nazionale di provvedere alla rappre– sentanza nel Cong1·essodi Lond1·ae di fissare l'epoca e la sede del Congresso dell'anno venturo. Non volle separarsi senza lanciare un platonico quanto super– fluo anatema contro il duello - che non farà che i socialisti di origine borghese non continuino a baltel'si dove e quando e fin quando ragioni im– prescindibili di ambiente loro lo impongano. E i futuri Congressi accorderanno loro ogni sa– natoria, come questo la accordò al De Felice che, chiamatovi come davanti a Consiglio di guerra con minaccia di fucila1.ione, vi ru invece coronato di fiori, dietro un atto formale cli sottomissione, che nessuno certo - egli meno di chiunque - poté prendere sul sel'io. E questa fu la parte meno seria di tulio il Congresso o quella che noi - che pur non an·emmo mai proposte scomuuiche neppure pel De Felice - saremmo stati assai lieti, pel de· coro suo e nostro, di poter sottacere in questo som– mario resoconto. 'l'anto più ne saremmo stati lieti pel valor grande che attribuiamo a questa consue– tudine del nostro partito, veramente democratica, :11~ 1 :b~.,~~s~,;~~~1:.~ ~~:1~ r 1 :u~lt%~n~i.~~/rmare Così si sgravò del còmpito suo il lV Congresso socialista nazionale; molte cose sfiorando appena, alh·e rinviando a miglior tempo, altre dererendo al Consiglio nazionale, ad alcune dando una solu– ziono che é certo suscettiva di revisione molto p1·ossima. l\fa è a un dipresso, ripetiamo, tutto ciò che dare ci poteva. La stessa relazione Ferri rico– nosce che la tattica elettorale oggi prevalsa ò <1uella che si conviene ad un pa1·tito immaturo, e che dov1·à cangia1'0 tostochè siano mutate queste con– dizioni. A muta1·le, ad affrettare la maturanza, con– correrà l'espel'ienza - sop,·atutto nelle elezioni amministrative - nelle quali si toccherà con mano, specialmente dall'elemento opei·aio, che differenza

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