Critica Sociale - Anno VI - n. 14 - 16 luglio 1896
B 212 CRITICA SOCIALE rimpianto alle discussioni nutrite, ricche di entu– siasmo e di sintesi, discussioni vero e non mono– loghi o dialoghi o frastuoni, che si tennero tre anni sono, durante alfri tre giorni, nel dolce set– tembre di Reggio Emilia. Ma nè il luglio è sel– tembre, nò Firenze ò Reggio. Firenze non è Reggio. A Reggio eravamo anche pilt giovani, non diciamo come uomini, ma come par– tito. Ma vi era, colà, nella terra di Prampolini, tutto un ambiente congiurato alle propizie sorti delle nostre riunioni; l'ambiente che Prampolini aveva fatto, l'ambiente dei diecimila contadini calati a salutarci con una gran face di ideale accesa nei cuori. Quella selva umana di speranze vergini e vive gettava dentro il Congresso un intrico di propaggini fresche, delle quali a Firenze non si aveva pure il sospetto. 'J'antochè, nella designazione dei sei presidenti diversi per le sei sedute floren– tine, non si pensò a trovar posto fra essi a un solo operaio. 'ò, forse, il farlo era facile: così scarso, cosi assente era l'elemento operaio e contadino fra i 300 e più delegali. Firenze non poteva darci neppure quel che Parma avea dato: quando, sotto il grandinare della perse• cuzione ribalda, convenimmo, cospiratori fatti tali dal borbonismo imperante, a rinnovare il sacro patio della nostra battaglia. E la ne,·e, che fioccava a falde, o il freddo, che penetrava le ossa, e quella immensa mestizia della citt...-\desolata e deserta, tutto ciò consuooava mirabilmente allo stato degli animi nostri, nei quali la tristezza attizzava e srerzava il fervore. Amedeo Mornndolli, nelle briose sue lellere alla 1·cpubblicaua Italia del Popolo, ha notato, nel Congresso, tutta una serie di lati spiacenti: dal sans 9éne sbarazzino dei delegati che si mettevano in libera e sudante camicia, allo spirito gretto e settario di col'le deliberazioni. Amedeo Morandotti si è la.-cialo andare un po' troppo alle tendenze pessimisto del suo spirito critico, lievemente an– noiato per vezzo letterario. In lui, la genialità del giornalista ha p1·eso un po' la mano alla serenità. del compagno. Quanto a. noi, senza srrenare inni, laudi e ma• dl'igali, non ci sbattezze1•emo da socialisti, né man• deremo lo nostre dimissioni da membri del partito perchè il Cong1·esso non abbia coronato ogni no• sh'O desidcl'io. Riconosciamo che i socialisti italiani, a Firenze corno altrove, hanno fatto tutto intero e bra\'ament0 il IOt'Odo\'el'e. Sull'esito di talune di– scussioni non ci eravamo falli - i lettori lo sanno - h'Oppo illusioni. •ape"amo che il partito aveva ancora da srognre ce1·te febbl'i di crescenza - allo quali il tempo che passa è il rimedio migliore. 'futt'assieme, quel che oggi il pal'tito nostro è e può essere, si ò riflesso abbastanza fedelmente nelle deliberazioni de' suoi delegati. - Riassumia- mole. (') • .. Furono approvati i rendiconti finanziario e mo– rale dell'U'11cio centmle del PartitG. Qui, se noi non fossimo stati, quella prima giornata, costretti a lotto dalla febbre, avremmo esposto un deside1fo, che in noi non ò nuovo, e che potevamo esporl'e tanto pili liberamonto quanta è in noi maggiore - per conoscenza personale - la fiducia nella p1·obità ineccepibile di quei memb1·i dell'Umcio cui lu ed ò lutto1·a aITTdalala gestione dei fondi co– muni. Noi vor1·emmo cioò che i rendiconti finauzial'i non fosse,·o solt.nnto rendiconti contabili, ragg1•up- (') Uoa relai\one J >lùdltr.sa - In attesa del rendiconti 1teno- 11raftcl ~- al può legg ere nel numeri 30, 31 e 3! del Domani di Ylreote, e ti 1ro,erà nel prouimo numero della Lotta di claHt. ate panti in cifre riassuntive, quali già emergono a un dipresso dagli elenchi di sottoscridone dell'or– ga11Ocentrale, gli incassi e le spese relative. Chi può dir di sape,·e, per esempio, dopo i rendiconti pubblicali, con quali crite1·i e su quale numero e su quali catego1•ie di perseguitati venne diffuso il beneficio dei soccorsi cosi largamente raccolti f Le relazioni si diffondono sulle proporzioni topogra– fiche, che è un dato certamente importante, ma non il più importante nè quello in base al quale, dell'opera dell'Ufficio, possa recarsi un giudizio. ~~~of~ 0 :~~e~~lt~i:~~\~ni ~u~::: d~i a~~t!~!ad~1l~ erogazione venisse 'dato ampio ragguaglio, e non soltanto ai Congres i, ma bimestrafmente o trime– stralmente nel giornalo centrale 1 Il rappol'to, presentato oralmente, sull'azione parlamenta1·e diede luogo· a sfogare - e a seppel– lire - le querimonie, spesso astiose, e ingiustificate quasi sempre, che si muO\'Ono all'azione dei de– putati socialisti, le protese verso i quali raggiun• gono da parte di taluni i limiti dell'assurdo e delrinverosimile. Energicamente l'Agnini come il Costa risposer'O descri\'endo le condizioni vere in cui vive e si mo"e il nostro piccolo gruppo alla Camera, e la sua attività, dentro e fuori del Par– lamento, assai maggioro di ciò che sia ragionevole pretendere da osso. E il Congresso mostrò di com• prendere tali condizioni nssai meglio che non riesca a· quei certi censori, la cui inesperienza assoluta delle coso non basta a giustiflcnre il fiele onde condiscono le loro perpetue querele. Il Cong1·esso fece voti perché il partito trovasse le forze in sè stesso di pol'l'e i suoi deputali non abbienti fuori dalle st1·ette dei bisogni della l'ila quotidiana, e raccomandò loro, assai giustamente, di l'astringere anzi nell"àmbilo pa1•lamentare la miglior parte di quoll"attivilà che altri vorrebbe prodigata ogni giOl'UOnelle più svariate funzioni, do\'e possono essere soslitt11ti da compagni meno sovraccarichi cli lavoro. Quattro erano, dopo ciò, i pl'incipali argomenti che reclnma\'ano le cure doi congressisti: l'orga– nizzazione del partito; i programmi minimi; la questione agraria; la tattica elettorale. Sull'01·gan1::.:a:tone - rimasto pacifico il prin– cipio dell'adesiono personale come titolo di inscri– zione nl partito - le co1·Pentisi accostarono mano mano e Hnirono pel' concretare le rispettive di\•er– gcnze residue net due ordini del giorno del Laz– zari e del Bissolati, la differenza sostanziale fra i quali non era che questa: che il primo prospettava esclush•nmente, como nucleo d"organizzazione, la cellula elettol'ale; menti-e l'altro faceva posto anche, nel ~artilo, ll formazioni politiche di carattere eco– nomico o d'altra natura (circoli di studenti, di istruzione, leghe femminili, ecc.). Con una maggio– ranza di 20 voti su 2:;,j votanti passò il primo or– dine del giol'no, che a noi pare, per ragioni che altra volta accennammo. troppo restriu-ivo, troppo disadalto all'ambiente della campagna e a quello - su di che insistò con belle parole il congressista Di Mn~ 1 O - di tuUo il mezzogiol'llo italiano, dO\'O rorganizzaziono elettorale (col 3 pe1· mille appena di elettol'i come, ad esempio, in icilia) appare uto• pislica; che ci sembra infine cscludez•e quasi a l'orza, nel presente stato della legislazione, il sesso femminile e assimila1·e troppo la funzione com– plessa del partilo a quella di una semplice ageuzia elettorale. Indubbiamente la questiono si rip1·esenterà al Congresso futuro. Contro gli attuali nosfri progranmit mtnim.t Arturo Labriola, l'elatore, correndo sulle traccie del proi;ramma di Erfurt, fece ~na carica ~ fopdo, cosi
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