Critica Sociale - Anno VI - n. 12 - 16 giugno 1896

CRITICA SOCIALI! 187 nario, non sono che piccolo-borghesi (I). Pure il 1·epubblicanismo mazziniano ha trovato finora racìle sòguito fra gli artieri, poiché, so all'operaio del– l'industria ò agevole lo intendere che una rivolu– zione, la quale cambiando l'assello politico della società non abbatta dallo rondamenta l'ordinamento capitalistico di produzione, sa1·à. rivoluzione bor– ghese ma non proletaria; all'arti~iano invece la repubblica può apparire come il trionfo magari del suo ceto senza che perciò sia necessario abolire il principio della proprietà /rivata e il capitalismo industriale. All'artigiano ·attronde si adatta a me– raviglia l'ideale economico mazziniano che propugna tt captiate e tt lavoro nelle stesse mani e l'asso– cta;,1one libera, ciò che, ridotto in buon volgare. si riduce su per gitl alla misera utopia di quel cooperativismo inorganico cho fa ancor oggi la popolarità operaia e la fortuna.... borghese del– l'on. pror. Luzzatti. Un altro elemento che concorre a costituire il gran partito radicale, anzi quello che più propria– mente si denomina radicale, ò di formazione 1·e• cente e si compone di mazziniani infracidiU (e non son pochi), i quali, non potendo far carrie1·a colla repubblica che si fa troppo aspettare ...., hanno creduto bene intanto farla colla monarchia. A loro si aggi1Jngono altre giovani reclute chè, senza di– sturbarsi troppo col presente, intendono democt·a• Uz::are la mona1·chiae quindi agiscono nella cerchia dolio alluali istituzioni. Il radicalismo è il partito dei piccoli espedienti, dei palliath•i, dei piccoli miglioramenti immediati: le riforme sono il suo obiettivo o in esse sta tutta la sua forza e la sua vita. Il flue è il benessere del popolo, ma un benessere vago, indeterminato, fram– mentario e a cui ciascuno dit il significato che pili si confà ol suo temperamento. Ma il radicalismo è sopratutto un partito politico. E perciò appunto il radicalismo è il partito storico dell'artigianato. Nei nostri paesi, come ho detto, la lotta tipica è quella fra possidenti e minuta borghesia disputantisi il potere e, quali che siano le conseguenze econo– miche, esso ha un carattel'e essenzialmente politico e democratico. Ma che perciò1 Forse io ti voglio concludere con questo, caro Angelino, che da noi il partito socia– lista non abbia una ragion d'essere, una missione? Tutt'altro. Come il nostro ambiente risente di ri - flesso gli effetli generali del regime capitalista, cosi è naturale che in esso abbia u11'inftuenzaed un'eco anche il movimento socialista. È qui. iu mezzo alle vittime della sua concorrenza, che il capitalismo va man mano fraendo le sue reclute pili docili e meno esigenti di salariati da contrapporre alle pro– tese o alla resistenza degli altri. È qui ancora dunque che il socialismo devo portare la sua pa– rola, perchè, quando l'artigiano proletarizzato sarà costretto ad emigrare nei centri industriali, sia gh\ preparato e disposto a reagire contro la pre– potenza padronale. (') A glustlnc:uione lii quest'epiteto buterebbe, se non foue nitro, un dnto 11orlco 11lntom11.tlco. I nunzlnl11.nl sogliono porcare come modello Ideale del loro go,-erno la Repubblica romann del 181~.Ebbene, I repubblicnni del 1810ernno cosi poco propen111 a rnvorlre 111 ,orti degli operRI, che Il Pilo11an1lracconta in unn lettera al lleghelli (f.a RtJpubbllca ,·0111111111, ecc., Lodi, Soc. coop. IIJ)ogr, 18il}: e .... Un quarto nrllcolo (dtJl progetto dl Dec,·eto ro"dttmentale detta /lep. ,·om.) mlr:ull 11.I 1 1odallsmo (,rie). Dlce\'ll: gli 11rorr.l della ne,mbblica roman:i.11arnnno princ.i p:ilmente rl,oltl nl mlglloramcnto materiale e morale di tutte l e elusi della SO• cleri\ .... l."articolo nell'AHemblell c01Utue1110non fu :ippog– glato che da. cnrlo Bon :1µa.rtee non 1>tHò.• E I famosi due o tre pro,·ndimentl 1oci:tll di Manlnl dllttlore sono di quelli che go. gllono preuntani :td ogni cambu1men10 di go•trno J)er ingr:t– tlar1I le molliludin!, 1c1nc Il partito socialista, non disinteressandosi dogli artieri, di questi salariati di domani, a differenza degli empirici e dei miopi politici del radicalismo, deve 101·0 indicare, non nel campo della politica ma nello condizioni reali dell'ambiente economico, la causa pel' cui man mano vien meno ad essi il la– voro e cresce sempre più il malessere, deve av\•ez- 1.arli a vedere fin d'ora nel capitalismo il 101-0 nemico, oggi corno produllo1·e concorrente, come loro padrone domani, quando li avr~Lridotti del>el· lati ai suoi piedi, e de\•e far comprendere infine che i loro interessi ultimi, per quanto in apparenza distinti, pure si congiungono con quelli del pro– letariato delle industrie o con esso quindi de\'O aver comuni le lotte o gli ideali. Facendo suoi anche i lamenti degli artigiani, suo le riformo democratiche e insieme tutti quei rimedi che, pe1·quanto .... effimeri, pure giovano a mitigare alcun poco le loro miserie, senza però trascurare di far comprendere ad essi che nessuno sforzo potr:\ sah·arli dal 101-0 finale destino; cercando di disci– plinarli in pal'!ito di classe, di dare alle loro lotte un indirizzo essenzialmente economico, e di metterli in opposizione alla classe possidente, come quella che, se non è direttamente loro sfruttatrice, è pur sempre detentrice dei mezzi di produzione, di cui si serve per sfruttare lavoratori e per mantenersi al potere; utilizzando il malcontento e supplendo col sentimento al difetto dello condizioni d'ambiente, il partito socialista fat•à si che il movimento operaio inter•nazionale, invece di temere nelle nostre 1·e– gioni un possibile rifugio della reazione capitalista 1 ,,i troverà all'opposto un appoggio e un aiuto. Va da sè che il partito socialista, come quello che è pili compl'ensi\'O, pili cosciente e pili 1·ispondcnte alla nuova situazione creata in modo diretto o in· diretto Jal capitalismo, come partito che non è di transizione, ma che ha con sb l'av, 1 euire e la fiamma di una rh•oluzione sociale, è destinato a sostituil>-si nl radicalismo e ad assorbirlo; ma finchè questo partito 1·adicale esiste, noi da uomini positivi non dobbiamo dimenticare cho esso tro, 1 a qt1i basi o giustificazioni storiche maggiori cho altrove e,invoce <lisdegnarlo, dobbiamo volge,·e sapientemente anche la sua forza a profitto della nostra causa. L'intransigenza, il far da sè (e in senso relath·o) ò dei forti, non dei deboli, che son po,·tati natural• mento ad afforzarsi e farsi valere appoggiandosi sui pili pro3simi o valendosi delle accidentalit..-\fa. ,·ore voli della lotta. Nella storia non vi Cesempio di classi che, troppo deboli per far da loro, non si siano alleate con altro anln1, o quelli cho in teoria pensano altrimenti, a meno che settariameuto in• tendano far dell'intl'ansigenza runico fondamento a1•tiflciale di distinzione fra un partito e l"altro, sono dei metafisici e non dei p1•a1Jcidella vita. Non nego del resto cho ragioni speciali di tempo o di luogo non possano far adottare ra~ione\ 1 01- mcnte l'intransigenza e magal'i l'astens1one, ma perciò io credo che, in materi:.L di tattica. invece dell'unitarismo democratico, tirannico e soffocatore. debba farsi luogo a quella benintesa autonomia,a quel federalismo sperimentale, che lascia adattarsi la tatlica secondo l'esperienza e le varie esigenze degli ambienti,e che il Con$'ressonazionale debba limitarsi a raccomandare in linea gene1-alequesto e quell'in– dil·izzo, ma non imponga ( 1 ), non scomunichi, non ( 1) A propo11ilodei giu11amente lamentali lncon\·enlenli dt!I· l'111u,,·epara1lontJe del mamlatio111)Gratlcl nel Congreui, 1>otrebbe senlre. ,econdo me, come rimedio Il rtferendum alle varie Se• doni. Nelle qul11tlonl In cui 1e ne rlconotceue Il ltlqno euo si applicherebbe su domanda di un dato numero di congreui1tl, e la dl1c11sslone In tal cuo 111 chiuderebbe con proposta di ordini del giorno senu votazione.

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