Critica Sociale - Anno VI - n. 10 - 16 maggio 1896
CRITICA SOCIAl,E di redeltà delle classi dominanti polacche ai loro tre governi lo traduciamo nel linguaggio dei loro inte– ressi materia.li, ne dobbiamo concludere che la riunì flcazione della Polonia. non ò nell'interesso del suo sviluppo economico, il quale si incarna. appunto nella borghesia. polacca. In Germania, ad esempio, dove l'unità. politica co– stituiva una condizione essenziale dello S\ 1 iluppo ca– pitalistico ed era già stata preparata, sollo il regime dei piccoli Sta.li, dalla unione doganale, vedemmo di buou·ora la borghesia lottare per l'unità politica. Tulto diverso t\ il caso della Polonia presente. I rapporti economici fra le tre parti della Polonia sono cosi scarsi, da avere un'importanza. minima nella vita. economica di esse. All'incontro, i rapporti economici di coteste tre parti cogli Stati cui sono annesse dominano il com– plesso della economia. polacca. in ciò che essa ha di più moderno. Perciò la borghesia. polacca di nulla si preoccupa. così poco come dell'uniticazione della Po– lonia, e di nulla tanto si preoccupa quanto della pos– sibilità. di sfruttare le condizioni economiche favorevoli che le sono offerte dalle rispetti\·e annessioni: tendo cioè a giovarsi dell'enorme mercato di lavoro e del protezionismo doganale della. Russia, del mercato dei grani dolla Germania, della costante domanda di ma– terie prime della bassa Austria o della Boemia, ecc. E sebbene la Polorlia russa sia un paese di grande in– dustria, mentre in Galizia. e nella Polonia prussiana la classe dominante è di grossi proprietari terrieri, ciò che differenzia per molli riguardi i rapporti sociali da quello a questi paesi, tuttavia. essi si accordano in co• testo punto decisivo, e il proprietario rondiario di Galizia o della Polonin prussiann tiene alrnnnessione quanto il grosso borghese russo-polacco. Cosi, mentre in Germania opera. fra I vari paesi rattraziono economica, la ten– denza centripeta. del capitalismo, in Polonia invece lo sviluppo economico agisce in dire1.ione opposta, o più esattamente in tre opposte direzioni, verso la rusione delle sue tre parti rispettivamente coi tre Sta.ti cui sono annesse. Questo processo di incorporazione è più attivo nella Polonia russa, ma si fa sentire, bencltè len– tamente, anche nelle altre due parti. Perciò la ricosti• tuzione della Polonia, !unge dalressere la condizione del suo sviluppo sociale, starebbe anzi in diretto con– trasto con esso. Da tutto ciò ben sì vede che la. conquista dell'indi– pendenza della Polonia colle rorze del proletariato po• lacco ò un còmpito cosl difficile quale non toccò a verun altro proletariato del mondo. Non si tratta qui di strappare certe concessioni politiche, per quanto avanzo.te, come la Costituzione in Russia, o il suffragio universale in Austria. - concessioni che non ripugnano punto allo sviluppo capitalistico di questi paesi, anzi ne sono il risul1ato naturale. No, i socialisti patrioti danno al nostro proletariato una ben più dura noce da spezzare coi denti. Mentre fln qui rurono le classi pos• sidenti che nel loro proprio interesse si foggiarono nuovo forme di Stato, giovandosi come di inconscio strumento delle classi popolari, sarebbe qui il proletariato cosciente che dovrebbe suscitare un nuovo Stato di classe. Peggio ancora, esso dovrebbe trapiantare la sua borghesia, anzi le sue tre borghesie, che non lo vogliono, che non ci hanno interesse, che vi rilultano con tutte le loro forze, e dovrebbe insieme violentare l'evoluzione eco– no!llica. del paese. Per conquist.are in tal modo la in– dipendenza della Polonia, dovrebbe il proletariato non solo spezzare la. resistenza dei tre più potenti go,·erni B1bllot a G 10 B1 n d'Europa, ma. essere al tempo stesso così forte Ja vin– cere gli Interessi più vitali della sua stessa borghesia In altri termini, dovrebbe, in cambio della sua condi– ziono di classe asservita, assumere quella. di classe do• minante e servirsi del proprio dominio per creare co– scientemente un nuovo Stato di classe, ossia un nuO\'O strumento della propria soggezione. Basla formulare il problema perchè no erompa la. rillessiono che, se il proletariato polacco è giU. in grado di ricostituire la Polonia a dispetto dei tre gO\'erni che la dominano e della sua. propria. borghesia, allora esso deve anche essere in grado di tentare la. rivoluziono socialista. La rorza. e la coscienza necessario al primo di questi intenti devono più che bastare al secondo: per quest'ultimo si tratta. di giovarsi dell'evoluzione economica, per quello si tratta di contrastarla e di in• frangerla. I partiti socialisti dei vari paesi si pronun– ciarono già. sopra una. questiono analoga. Nella disputa sullo sciopero generale in ca.so di guerra, dovo non si tratterebbe che di una semplice resistenza passiva alla decisione dei governi borghesi, i Congressi int.ernazionali ritennero che il proletariato non possiede la forza di paralizzare, durando l'attualo ordine sociale, le più im· portanti funzioni dolio Stato di classe. Ma. se il pro– letariato non è ancora in forze da. impedire alle classi dominanti di rare la guerra o di modiflcare la carta politica d'Europa, tanto meno lo sarà, evidentemente, da creare nuovi Stati in opposizione agli interessi vi– tali delle classi dominanti, distruggendo gli Stati esi– stenti. Il programma dei socialisti patrioti si palesa dunque altrettanto irrealizzabile quanto teorie.unente sbagliato. Fin qui la scrittrice socialista polacca. la quale continuer::\ la sua esposizione c1·itica in un prossimo numero della autm·e,·ole Rivista di Stoccarda. E le sue osservazioni ci sembra debbano esser messe sott'occhio al Consiglio nazionale del nostro partito non meno della risoluzione che il prof. Labl'iola ci ha raccomaudata. LA CRITICA SOCIALE. Il metodo sperimentale el apolitica I. Oli intelletti educati alla. osservazione sperimentale dovrebbero proporsi lo studio di un fenomeno non a\·· vertilo, forso porchè costante o sistematico in alcuni paesi d"Europa, la tendenza, cioè, a generalizzare con rigorosa uniformità tutto le leggi, applicandolo, senza limite di tempo e di spazio, a un intero paese. Regola. questa che il plebiscito di un consenso quasi generale ha sottratto alla discussione e alla critica. Av\'iene in politica quello che nel mondo della cri– minalità, ove lo studio del delitto come entità. astratta tien luogo dello studio del delinquon'to come individuo. I nostri uomini polilici, cioè, scambio di considerare lo Stato nella sua struttura organica e negli elementi che la compongono, amano di rappresentarselo come un onte fllnta.stico sempre pronto ad accogliere le ri– forme sociali più ardite o più caro ai teorici, ovvero come una divinità. che esiste al disopra della società e che la domina. Obliosi delle resistenze o degli attriti che le leggi incontrano e sprigionano nell'ambiente e tra gli uomini sui quali debbono a&ire, non si danno pensiero della. varietà. dei coertlcienti della vita di un popolo in un dato momento della sua e\'Oluzione sto– rica.
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