Critica Sociale - Anno VI - n. 10 - 16 maggio 1896

B CRITICA SOCIALE 149 democratica. della Polonia., come condizione e premessa o.Ilosviluppo del movimento opero.io. Se mai il mio voto personale, in favore dei polac~hi, e del loro programma, può valere qualcosa presso i compagni italiani, eccolo riprodotto do. un volumetto polacco dedicato al primo maggio ultimo (Pamialka Ma;"mca 1896), nel quale, a. pag. 55-50, in data 1. 0 aprile, mi esprimevo cosl : Ci fu un tempo, che i generosi ed eroici figli della Polonia combatterono per la libertà. d'Italia e, sotto lo. bandiera di quell'impareggiabile uomo di popolo che fu Garibaldi, bagnarono del loro sangue la terra italiana. Ci fu un tempo, che tutti i figli d'Italia devoti alla rivoluzione, pieni ciel sentimento di solidarietà che lega in un comune dovere tutti gli oppressi, chiedevano con ardore la libero.zione della Polonia. Degli italiani veouero in Polonia, da militi coraglliosi della libertà polacca nell"ultima sollevazione del 1863. . Il grido di: Viva la Polonia! non mancò mai in tutte le mani(estazioni patriottiche e democratiche dell'Italia, o prossima a risorgere, o risorta. appena. A quel tempo il tibe-ratismo e il patriottismo stavano ancora sotto la costellazione dei Garibaldi e dei Mazzini, e non volean dire tradimento del popolo, e s(acciato esercizio di po– litica borghese. Oramai è venuta la volta di noi socialisti, ad escla– mare: Viva la Polonia! Per noi, che rappresentiamo il moto della rivoluzione proletaria, i nomi dì patrio., dì libertà, di popolo, di nazione hanno altro senso, e un senso che non ammette ipocrisie e mistificazioni e non si presta all'abuso. Dicendo: Viva la Polom·a I noi non intendiamo di ri– rerirci alla sola indipendenza della nazione polacca dal dominio della Russia, dell'Austria. e della Prussia - la qual cosa è certo.mente indispensabile come condizione preliminare della liberazione interna-· ma noi vo– gliamo dire, senza condizioni e senza riserve: Viva il socialismo p1·oleta1·io! Per l'imputridimento della vecchia aristocrazia, e data la posizione e l'animo servile della vostra bor– ghesia, i soli proletm·i sono capaci di emancipare la. Polonia: e così sarà.. Oramai i socialisti d'ogni paese, racendo voti per la •repubblica polacca, intendono, come voi intendete nel ,•ostro programma., che la repubblica deve liberare la Polonia. dallo straniero e insieme gli opera.i polacchi dagli immani impedimenti allo svi– luppo del socialismo, che fuori della Russia non hanno riscontro nel mondo. Assa.i incerta ru l'opinione dei socialisti degli altri paesi rispetto al movimento polacco, flnchè voi rima– nevate divisi in tanti piccoli partiti, ed eravate o in– certi o discordi su la linea principale del programma. politico da seguire. I dissensi sono oramai finiti, e il partito unificato ha trovato la. sua. via definitiva, Gli operai polacchi, o quelli della Polonia russa. in ispecie, han percorso già. un buon tratto di via nello sviluppo del socialismo: o tronndosi trasportati, per il rapido sviluppo della grande industria, nello condi– zioni di vita che son proprie dell·Europa occidentale, s'incontrano in difficoltà. più gravi che non sian quelle in cui versano i proletari di qualunque altro paese. Gli operai della Polonia russa devono ancora procac– ciarsi quello generali condizioni delle elementarissimo libertà. politiche, che non mancano nemmeno a.i loro fratelli sudditi dell'Austria; nè ciò può accadere per vie che non siano rivoluzionarie. In tale situazione i proletari polacchi meritano l'incoraggiamento e l'am– mirazione dei socia.listi di tutto il mondo. Ma c'è un punto, per il quale i proletari polacchi possono andar superbi di sè e dell'opera. loro. Prepa– rando essi, che sono l'unico elemento vitale della na– zione, da soli l'indipendenza della. patria, concorrono a. liberare l'occidente dalla Russia reazionaria e contri– buiscono indubbiamente ad accelerare nella Russia. stessa lo sviluppo della rivoluziono. Evviva, ecc. Vi prego cli aggiungere le raccomandazioni della C1·itica Socia/.e a questa comunicazione cho io faccio al Cott1iglio /\°azionale. ot C"l e 1ar o Youro ANTONIO LADRIOI.A. Chi ci scrive quest., lettera è dei pochissimi so– cialisti italiani cui la speciale coltura o le circo– stanze permettano di tener dietl'O con amore anche a quelle parti ciel moYimento socialista estero che meno richiamano l'attenzione per mezzo dei nostri ~iornali e di spiare, a dir cosi. anche i sintomi iniziali di cotesti moYimenti. Era quindi un dovere per noi di far posto alla comunic.'\zione ch'egli ci ha fatta ed è parimenti un dovere di richiamarvi sopra, com'eglt desidera, l'attenzione del Consiglio nazionale del nostro partito. Ma, detto <1ucsto,qu:tlche 'ossen•azione nostra, molto modesta e rimessiva, come di persone ass:li meno addentro, che il prof. Labriola non sia, nel movimento polacco, non sar;.\ forse soverchia. A che cosa s'intende, in pratica, con la risoh1- zione che si vuole proporre al Congresso operaio socialista intornazionale e che ora si sottopone, per la discussione p1·eparatoria, alle rar,presentanze nazionali dei vari partiti socialisti d Europa e di America? Se con essa si tende a proYocare una semplice manifestazione di simpatia per un popolo che si agita ancora pel' la riconquista della propria na ~ zionalit.à.,o piuttosto - volendo essere forse più esatti - per quella parte di <1uelpopolo, per quelle classi e quei partiti di quel popolo, che questa agitazione hanno inscritta nel loro programma. l'intento ~arà facilmente raggiunto. Voti di sim– patia per gli oppressi di qualunque paese, per gente che aspira a rompere una unione forzata e repugnante alle tradizioni e agli interessi di lingua, di nazione, di razza, non si lesinano mai nei Con– gressi internazionali o formano, a dir così, la parte decorativa delle loro delibel'azioni. Sono la spuma dell'entusiasmo che ogni grande riunione cli ele– menti popolari libera dal proprio calice prima di separarsi. Ma tali voti non hanno appunto che l'importanza di una vampata di sentimento - sono atti di cortesia che si risolvono in un incoraggia– mento altrettanto ideale quanto platonico. Di tale natura furono appunto. se non erriamo, quei voti che accompagnarono le prime manifo– st.'lzioni dell'Internazionale, e che il Labriola ci rammenta. Si era allora. in Europa, in un am– biento ancora tutto pregno dell'effervescenza dei movimenti nazionalisti specialmente d'Italia e di Germania, e lo ferite della Polonia gemevano allora vivo sangue. Più tardi? Non vogliamo dire che queste ferite si siauo tutte rimarginate e che, uni– ficate l'Italia e la Germania, nesst]n problema di indipendenza nazionale meriti più rattenzione dei proletariati socialisti. Certo é - e ci sembra anche più significante di quei voti - che nelle successh•e manifestazioni dell'Jnteniazionale, nel periodo pili positivo della sua vita, e, in seguito, dopo la Co– mune di Parigi, nella .-nuova rase del movimenf.-0 operaio, la questione polacca venne lasciata in disparte. E, se non ci tradisce la memoria, non se ne occuparono neppure i Congressi socialisti di quelle nazioni - come la Germania e l'Austria– Un~hel'ia - che per ragioni di topografia e di politica interna avrebbero dovuto sentire pili vivo lo stimolo ad interessarsene. Se dunque non si dovesse trattare di un semplice atto di cortesia, ma di una vera e propria promessa di solidarietà - se si trattasse insomma di incor– porare nel programma generale del proletariato mondiale il postulato della redenzione politica della Polonia sulla base nazionale - sarobbcf da doman– darsi, ci paro, il perché di questo lun:?o silenzio. e sarebbero da esaminare molto attentamente le co11- dizioni e le probabilità di successo del mo,·imento polacco e le conseguenze ch'esso può rimbalzare sul movimento generale del proletariato.

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