Critica Sociale - Anno VI - n. 10 - 16 maggio 1896

CRITICA SOCIALE 147 avvertendo chu l'ordine del giorno a cui esso si l'irel'isce - e che era stato approvato, con 44 voti favore,·oli o 3 contrari. dalla e Lega socialista cre– monese » - collimava nelle linee generali con quello presentato e svolto al Congresso di Bt·escia dal Bissolati. Quest'ordine del giorno - scrive il confratello cre– monese - non era e non è elio la logica esplicazione di quello di Parma. Pur mo.ntenendo rigida o distinta l'aziono del partito, allargava anello alle lotte ammini– strative la facoltà. pei singoli gruppi socialisti di appog– giare, evidentemente laddove rosse del caso, le candi– dature democratiche. L'apparento modificazione di tattica da noi proposta non ero, non è che diversità di forma dovuta nlla di– versa leggo elettorale; nella sostan1.a ossa è IR tattica approvata od adottata. concordemente da tutti i socia– listi per le elezioni politiche. ~ cioò: candidature pro· prie; affermazioni esplicito di partito; appoggio a quei candidati che dieno serio amdamento d'iniziare l'attua• ziono tlol nostro programma minimo. Nessuno quindi poteva o può logicamente accusarci d'esser Yenuti meno a quelrintransigenza che è assolu– tamonto necessaria per evitare con ogni cura o con ogni scrupolo le conrusioni. Se a questa necessità provvede benissimo - nello lotte politiche - il deliberato di Parma, come si può allora negare che la proposta nostra, identica nella sostanza, non provveda egualmente noi campo ammi– nislrativo1 Se si vuol sostenere che nel campo amministrativo essa può dar luogo alle alleanze, alle conrusioni, ai pasllcci elettorali - il che noi contestiamo assoluta– mente (e se il nostro ordine del giorno non rosse ba– stato si sarebbe potuto anche maggiormente chiarire) - allora lo stesso difetto dovrebbe avere la tattica elet– torale politica. Dunque i nostri compagni contraddittori, per ossore logici, avrebbero dovuto o sconressare la tattica elet– torale politica di Parma o ammetterla anche nelle lotte amministrative. La tattica deliberata nel Congresso di Parma ha affer– malo l'utilità pel partilo nostro di appoggiare nei bal– lottaggi - cioè dove i socialisti sono in minoranza - Il candidato politico democratico. Chi può contestarlot Or bene, ques1a utilità non esiste Corse più quando si tratta di elezioni comunali o provinciali t Nessuno de-i compogni dissenzienti ha saputo o voluto rispondere a. questa nostra domanda. Se essi Togliono negare che anche la parziale attua– zione del nostro programma amministrativo sarebbe un sensibile vantaggio per noi; se essi vogliono negare che con questa parziale attuazione, rinsanguando la. vita pubblica, si atTretterebbo la delineazione dei par– titi sulla base degli interessi veri e reali i se essi vo– gliono negare che appunto questi interessi locali sono quelli più dirottamente e più prontamente sentiti e che più servono a educare alla vita pubblica, a far com. prendere la forza e l'influenza dei pubblici poteri; se essi vogliono negare lutto ciò... non sappiamo più che rispondere. Attenderemo che essi propongano anche l'abolizione dal nostro programma minimo di tutti i desiderati attuabili nel campo amministrativo. Se essi poi vogliono insistere nel sostenere che un partito democratico in Italia non c'è, noi - senza en– trare in merito - osserviamo soltanto che il nostro R I ot G o Ba o ordine del giorno ammette soltanto una facoltà. Se di questa facoltà. noi riconosciamo o impossibile o inutile il \'O.lerci, è chiaro che non ce ne varremo. Ma se In– vece, come ò già. accaduto nelle lotto politiche, anche nelle amministrative se ne verillcasse l'opportunitù, perchè vorremmo noi stessi chiuderci l'adito a conse– guire qualche parte delle rirorme finora concordemente propugnate dal partito sociallsla? llel resto, se i nostri compagni hanno io cosi grande maggioranza e con si forte coscienza deciso di prose• guiro nella lattica di Parma, ciò vuol dire che le con– dizioni economiche e politiche dei centri in cui essi agitano la. loro propaganda non sono ancora maturo per una tattica. che, pur essendo pienamente intransi– gente, corto richiede una maggiore educazione politica, una forte organizzazione. Tuttavia, corno nelle campagne - dovo predomina il semi,snlariato o non esisto il ce1o medio, che ò la baso dol partito democratico, e do,·e però l'organizzazione socialista ha forte radici - sarebbe assurdo il ,•olor spingoro In avanti un partilo che no 11 esiste - cosi a noi paro ugualmente assurdo il voler costringere ad una tattica assolutista. anche lo orga– nizzaiioni socialiste di quoi centri do,•o l'interesso del partito consiglia cd esigo la lattica da noi caldeggiata. Qualora tale ordine di ideo dovesse pre,•alere nncho nel prossimo Congresso nazionale, paro a noi cho non si rarebbero bene gli interessi del partito. Per contro noi siamo convinti che la tattica da noi sostenuta non riescirebbe dannosa anche so applicata laddove il partito democrn.Uco non è vitale, ma lo con– dizioni locali lo possano far muovere, J>oichèessa ,•arrà. a spingerlo sulla via dell'azione, a delineare quindi i partili, a rar sviluppare la coscienza. degli interessi di classe. Comunque, ci pare che sarà buona cosa prepamrci tutti su questo punto ad una più matura discussione pel Congresso nazionale. . Dal canto suo,. Cai_nilloJJrampoliui - la cui espe– rienza ed autorità 10 questa materia non sa11\ fa– cilmente coutestaL, - scrive nella Giustizia a proposito di una conferenza tenuta a Parma dnt ccmpagno Sacco di Alessand1•ia, al quale il corri– spondente della Giustizia attribui parole aspre al nostro indirizzo: Amici del Sacco e conoscendolo serio ed equanime, rimo.niamo sorpresi o addolorati delle suo parole. Prima di tutto, basta leggere senza preconcetti l'ordine del giorno Bissolati e i relativi commenti della Critica Sociale, per convincersi che nel Congresso di Brescia non si volle alTatlo «: mutare la tattica» del nostro partito, ma si propose solo di completare le delibera– :io11i di Parma con aggiunte che a noi pu,-e senUwano i11di1}H111abili, che crediamo ,arcbbero &late approvate a11che a Brescia se fo11e1"0 .fiale meglio disctt11e cd i11te1c - lauto eue sono logiche cd oppo~·tune - e che speriamo ven·am10 adottate dal Co11grc110di Fi1'c11:e. Ma, a parte questo, anche se si rosse trattato di mutare la tattica del Partilo, che do! resto non ò certo immu– tabile, domandiamo al Sacco se sarebbe lecito, ecc., occ. Sopprimiamo le ultimo parole, perché il Sacco ci avverte, con una cortese cartolina di cui lo rin– graziamo, che le sue parole a nostro l'iiuardo fu- 1·ono interpl'etate a rovescio dal cor1•ispondente della Giustizia, alla quale scriverà a lungo egli stesso spiegando meglio il suo concetto.

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