Critica Sociale - Anno VI - n. 10 - 16 maggio 1896

14G CRIT !CA SOCIALE Ol'a, so il ministro Giantu1·coavesse detto con franchezza queste cose, sa1·ebbe stato un galan- · tuomo. Reazionario quanto si vuole, ma galan– tuomo. Egli tentò invece un perndo quanto gros– solano gioco cli ipoc1•isia. Non volendo dichiaral'0 cho l'insegnante - perchò tmpte(Jato - è meno cito un cittadino, egli affermò solennemente che la scienza non dov·essero « nè radicale, nè clel'icalo ». Non è liberalismo questo e del più pu1-01 La scienza ò in alto, al clisop1--a dei pa1•titi, in un empireo sc1·eno dove si lib1•aao quegli angeli che si chia– m::rnoscienziati. Senonchò gli angeli - secondo la loologia insegna - non han sesso. Cosi gli scien– ziati non dovono avere sesso....politico; e se avviene elio qualche scienziato rnostl'i di averlo, allo1·a ecco i ministl'i alla Gianturco farsi avanti pe1·compiero su di osso la operazione abissina mettendo in opo1·a quel congegno eviratore cho ò l'al'licolo 106 della leggo Casali. Che se il Murri malignamente osserva come quel congegno, una YOlta til'ato in ballo, de\'e logica– mente applicarsi non soltanto ai professol'i che osano, fuoi·i di scuola, avere una loro opinione sulle faccende della sociefa in cui mangiano e vestono panni e hanno i loro inte1·essi, ma anche a tutti i naturalisti, psicologi, rìlosofi,fisiologi, che, lavorando a mettere i11luce la verilà, offrono, con– sapevolmente o no, stromeuti e argomenti di de– molizione dell' « ordine religioso o mo1·ale »; ecco questo istrione di Oianturco proclama1·e solenne· mente che egli « non viole1·à mai la libertà del– l'insegnamento come nessuno l'ha mai violata». Sì, corto, nessuno rha mai violata con tanta ipocl'isia. Nessuno ha mai osato sostenere, come egli ha fatto, che la libe1·tà dell'insegnamento è salrnguardata quando quella dell'insegnanto e sop– presl_:a.l preti cattolici - maestri in tal genero di soppressioni - ebbero, per lo meno, ed hanno la Iealll\ di dire che, porseguitando l'uomo, essi per– seguitano il pensiero malefico alla lor fede. Dovesono andati i bei tempi del 'l'enerelli, quando all'A1·digò,che professava filosofia positiva nel Liceo di .\lantova, si dava l'ammonizione di non turba1·e, coi suoi insegnamenti, le credenze religiose? Quel 'l'ene1•elli, ex gesuita so non erriamo, era la lealtà in pe1·soua, a petto di questi Gianturco, di questi YOJ"i o prop1·i gesuiti, truccati da libe!'ali, verniciati di coltu1·a moderna. .\la la gesuiferia del Oianturco tt•oyò fortunata– mente riscontro nella franchezza della maggioranza che Io ha frenelicamente applaudito. Em quella la mag,gio1·a11za dei conse1•,,atori fe1·ociche già espresse collo leggi eccezionali il suo pensiero in fatto di libertà. ,lpplaudilori degni dell'or·atore; ma di lui mot'almente migliori perchò 1·eaziona1·'ìsenza ipo– cl'ii;ie e senza infingimenti. Ben seppero essi, coi loro applausi, rompere il velo delle frasi equivoche in cui tentò di avvolge1·si il Gianturco. Quei loro applausi significarono che le classi dominanti pos– sono auche concedel'si il lusso di un ministero di « galantuomini > purchò mostri la buona volontà B1011ot a G110 ~1 n o di sbarrare violentemente il cammino alla civiltà che minaccia i loro p1·ivilegi. Un ministero che comprime coll'al'bitrio poliziesco le manifestazioni operaie di 1. 0 maggio - ar1·a di tutta una conti• nuità di compressioni e di sopl'Usi - e che ripu• lisco a nuovo l'articolo 106 della legge Casali per· togliere agli insegnanti il diritto di cittadini e coa1·tare la loro funzione scientifica - merita bene la fiducia più completa di una classe che, pur di p1·olungare d'un·ora il propl'io framonto, ò disposta a lacerare lo Statuto, l'inncga1·e le proprie origini, o soffocare questa scienza maledetta che ogni di pili ,·ien prestando armi alla l'ivoluzione proletaria. 1 rapp1·esentanti di questa classe hanno ben ca– pito quale fosse, senza ch'ei lo dicesse, il concetto dello Stato a cui si ispirava il Oianturco. Costui, al Bovio che ingenuamente si 1·ichiamava al con– cetto di uno Stato sup01·io1·eai p:wtiti e alle classi, 1womotore disinteressato della ci diti\ o della scienza, 1·ispose una sola parola: « antiquato». E un pro– fesso1·esocialista, il Ciccotli, si lagnava nell'Jlalta del Popolo, altrettanto ingenuamente, che il Gian– turco non avesse spiegato in argomento il suo pensiero. Ben essa, diciamo, la maggio1·anza pa1·– lamentaro lo ha compt·eso; nè era molto difficile comprenderlo. Lo Stato, man mano che la fiumana prolelal'ia si avanza, disvela e intensifica la sua funzione, fin qui dissimulata. Sinché gli antago– nismi di classe furono meno acuti e più incoscienti, potè fai• aggio la teoria « antiquata » che lo Stato fosse l'organo della giustizia sociale e del progresso cidle. 1\Jaquando, sotto lo stimolo del bisogno, e colla scoda della scienza positiva, le masse accen• uarono a una minaccia contro l'ordine borghese, lo Stato fu tosto ri,,olto apertamente conb•'esse da coloro che lo tenevano nelle l01·0 mani. E come assistemmo al tentativo, per parte dello Stato bor– ghese, cli ripristinare la schiavitl1, mel'cè il divieto di organizzazione e di sciopero, per i Javoratori manuali che da e3So dipeado110 direttamente, cosi nessuna meraviglia che esso tenda ognor più a instaurare la servitù della scienza - o, se questa parola oflende le delicate ol'ecchie del Giantu,-co - la servitù degli scienziati. Che è poi quanto dire la abolizione della scienza: tentativo così criminale come pazzo. LEONIDA IlISSOLATI. LATATTfCA ELETTORALE Voplttione ,lei socialisti c·rem,onesi e conieusl, e quella, di Cct11iillo P·ramvollni. In attesa di risponde1·e più lardi - anche pe1• non ripetel'ci troppo - alle varie obbiezioni che si fece1·0e si faranno alla tesi da noi sostenuta ift materia di tattica elettorale, obbiezioni che l'amico avv. Caldara tentò già di 1fassume1·e in una cortese « leltera aperta• direltaci nelle colonne della Bat– taglia - rileviamo oggi. quasi a complemento d'istruttoria, le opinioni fino1·a manifestate in pro– posito dai giornali del partito. E cominciamo dall' /!'co tlel Popolo di Cremona;

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