Critica Sociale - Anno VI - n. 10 - 16 maggio 1896
156 CRITICA SOCIALE e crescono i loro bisogni. Ne risulta. un deficit costan• temente in aumento. La rovina del contadino proprie– tario è inevitabile. Filzer non spera nulla da tutti i tentativi che si fanno per aiutare il contadino. Una riduzione del tasso dell'interesse sui debiti ipotecari, per esempio, non costituirebbe, a. suo avviso, che un sollievo momen-– taneo, e riuscirebbe ad aumentare ancora i debiti ipo– tecari. Nel sistema. capitalistico ora dominante, in cui ognuno bada al proprio interesse, non si l)UÒ trovare alcun mezzo che valga ad assicurare resistenza del conta– dino e delle sue forze ausiliarie (famiglia. e dipendenti). Nè le altre classi, e molto meno il contadino stesso possiedono la. forza di salvare dalla rovina l'attuale forma di possesso e di produzione La. grande maggioranza. dei contadini s'illude nel grato sogno che possa migliorarsi la propria condi– zione in questa forma di società., ma al suo svegliarsi si av,·edrà. del contra.rio. (Pag. 173). Perchè la classe dei contadini« si convinca del con– trario • e sia illuminata, ~ certamente necessario che il partito socialista raccia il suo dovere, e, a. costo di essere accusato di (a.talismo, apra gli occhi ai conta– dini sulla niuna probabilità. di salvarli dalla loro si• tuazione, invece di sognare con essi il bel sogno di elevare, nella società. odierna, la loro condizione. È deplorevole che la parte dove si tratta delle con– dizioni dei contadini, che l'autore conosce per propria esperienza., non occupi che un piccolo spazio del suo libricciuolo, la cui parte principale contiene una storia dello sviluppo generale della società. l\1a l'importanzo. di questo scritto sta sopratutto nel ratto della sua stessa esistenza, nel ratto cioè che un contadino autentico, e non già. un tirolese da. salotto, scriva in questo modo della classe dei contadini, spe– rando di essere inteso da essa o almeno da una. parte di essa. Egli parte dal concetto che per guadagnare i contadini al socialismo debbasi anzitutto ampliare il loro orizzonto, elevandoli al disopra dei loro interessi momentanei e di campanile. Egli non è dell'opinione di quei pratici, che vogliono trattare i contadini come bambini, ai quali il socialismo non può essere appor– tato se non nella forma di abbecedario. Non è certo speranza del Filzer che tutti i suoi let– tori lo intendano immediatamente. « Desidero soltanto> - scrive egli nella. prefazione - « che il numero di co– loro, che leggeranno questo scritto e lo sapranno in– tendere, sia maggiore di quello di coloro che lo gette• ranno in disparte per la difficoltà d'intenderlo o sospet– tandolo di maligne intenzioni >. Ma è un ratto significante che una parte eletta della popolazione agricola sia accessibile già. oggi alle nostre idee. Per ~pandere nuove idee in tutta una classe, convien prima averne guadagnato le migliori teste; le altre si guadagnano poi. Noi dobbiamo avere agitatori non solo nelle campagne, ma altresl delle cam• pagne, prima di poter conquistare le masse rurali. L'a• gita.tare urbano non ~serciterà. su esse influenza. se non eccezionalmente. Si paragona la nostra situazione odierna di fronte alla popolazione agricola con quello. di Lassa.Ile di fronte alla popolazione operaia in principio del decennio dal 1860 al 18i0. L'analogia sta tutt'al più nel ratto, che oggi come allora si cerca « qualche cosa • che possa servire a iniiiare il movimento i ricerca nella quale, com"è noto, Lassa.Ile non ru troppo felice. Ma. non bi– sogna. dimenticare, che il successo dell'agitazione las- tene n 1ar salliana. sarebbe stato impossibile, senza. il lavoro pre• liminare, che avevano fatto i comunisti del decennio dal 1840 al 1850, il cui lavoro consh,tette nel creare, da una parto, una solida baso di principi, e nel gua– dagnare, dall'altra, singole forze elette della classe la– voratrice, ele,·andole alla chiara coscienza della lotta e cercando dì agire sulle masse per mezzo loro. Se si vogliono paragonare due movimenti eterogenei, come il movimento operaio socialista e quello della popolazione agricola., possiamo dire che la nostra con– dizione attuale riguardo alle masse agricole trova ri– scontro nella condizione in cui eravamo di fronte alla agitazione operaia., non nel decennio 1860-1870,ma nel decennio 1840-1850.Infatti, $i parva licet componere magni$, le recenti discussioni nel nostro partito sopra un programma agrario, come già. fu rilevato altrove, ricordano le lotte intellettuali t.:he precedono la. crea– zione del Manifesto dei comunisti. Quindi, a.nelle il nostro problema odierno nelle campagne, nel rapporto pratico, è analogo al problema pratico dei comunisti del decennio 1840-1850;e cioè si riduce al problema di guadagnare e ammaestra.re una eletta schiera di agi– tatori. Naturalmente, questo non è un problema che si possa risolvere dall'oggi al domani, ma noi non abbiamo punto bisogno di precipitare le cose. Abbiamo noi forse già veramente guadagnati tutti gli altri strati della popolazione che ci sono accessibili, all'inruori dei con• tadini 1 Finchè una gran parte degli operai deUe mi– niere sta ancora nel campo nemico i flnchè noi non abbiamo preso ancora stabile piede in molte città rurali,· flnchè i lavo,·ato,·i delt'ùidust1·ia nelle campagne mancano, in molti _luoghi, di organizzazione; flnchè i lavo,•alori agricoli sono ancora privi di diritti e di difesa, noi non abbiamo alcuna. ragione di lanciarci con tutte le nostre forze nell'agitazione tra i contadini. Guadagniamo prima codesti strati popolari e cerchiamo di trova.re un contatto con alcune intelligenze eminenti della po– polazione agricola, familiarizzandole con la storia, eon la letteratura, con la pratica del nostro movimento. Quando noi avremo ottenuto ciò, quando avremo co– st.ruito il ponte che ci condurrà alla conquista della parte della classe dei contadini a noi accessibile, allora noi potremo incominciare su di essi l'assalto generale e metodico; allora noi saremo, di fronte ai contadini, allo stesso punto in cui era Lassa.Ile di fronte agli operai dei centri industriali in principio del decennio 1860-1870. Nel frattempo i contadini saranno divenuti molto più trattabili ed accessibili alla nostra agitazione di quanto lo siano oggi; e ciò in parte per virtù della evoluzione economica, in parte per la bancarotta degli spedienti con cui i vari amici e tutori della piccola. proprietà. tentano di salvarla. Allora il nostro partito avrà. rag– giunto anche in questa questione la completa. unità. del punto di vista e della tattica, che à la prima con– dizione per la riuscita della agitazioni. Con ciò non è detto, naturalmente, che sino ad allora noi si debbi"' dimenticare la classe dei contadini ed evi– tare qualsiasi movimento comune con essa. Dove essa. comincia a mostrare interesse per la democrazia so– cialista, noi abbiamo sin da oggi ragione e dovere di andare in mezzo ad essa, istruirla sulle lotte e sulle nspirazioni del proletariato rivoluzionario, dissip.lre le menzogne e gli errori in voga su questo punto. Ma noi non abbiamo nessuna ragione di rinunziare al ca– rattere proletario del nostro partito per amore dei con·
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