Critica Sociale - Anno VI - n. 10 - 16 maggio 1896

154 CRITICA SOCIALE la legislazione prussiana consacrò un diverso regime alramministrazione nei Comuni urbani e rurali, unifi– cato erroneamente con la legge 11 marzo 1850. LA nuova riforma comunale italiana è inspirata al vecchio dottrinarismo aprioristico; pcrchè è generale e senza. limili di tempo. Risolto in parte i( problema dell'elettorato amministrativo con la estensione del suffragio ai molti che ne erano esclusi, si fece un'in– giusta esclusione dei minori centri e.lipopolazione dal– l'esercizio del diritto dì eleggersi il proprio capo. Indarno pure si cerca, nella economia della nuova legge, consacrato, con opportune provvidenze, il prin– cipio dell"autonomia nei rapporti fra lo Stato e le am– ministrazioni locali. Toltene alcune lievi modificazioni sui carichi di inte– resse generale incombenti ai Comuni, ed ora devoluti allo Stato, il rispetto per parte di questo alle finanze locali riesce ancora. un pio desiderio. Si à rorse soltanto tentato di semplificare, mercà successivi e parziali esperimenti, quel grottesco sistema flnanzinrio che colpisce e grava i contribuenti col peso di quella trinità. passiva che si chiama lo Stato, il Co· mune, la Provincia 1 I.a riunione finanziaria dei due enti affini, e la sepa– razione dei cespiti d'imposta, potrebbero fornire argo• mento a codeste prove di 1·iforma nell'organismo am– ministrativo locale. I.a questione più ardua concerne il sistema tribu– tario, che tutti si accordano nel proclamare difettoso, ma di cui nessuno si è accinto a far accettare dalla esperienza. le invocate rirorme. O queste si riferiscano alla determina1.ione di un limite massimo alle spese, cioè al sistema dei bilanci fissi, che fece così buona prova nel Regno delle Due Sicilie durante il Governo borbonico (nega1.ione di Dio in politica; ma savio, come quasi tutti i governi dispo• lici, negli ordini amministrativi); negli Stati Uniti d'America. e nella stessa. lnghillerra dal 1835 in poi; o si riferiscano alla separazione dei cespiti d'imposta governativa. dalla. locale, separazione basata, come nel sistema municipale americano e nei nuovi ordinamenti germanici, sulla. tassa dei fabbricati; o si ,·oglia infine andare più innanzi, mettendo al cimento dell'esperienza l'imposta unica propugnata dal Menise (Avenù- econo– mique, t. 11, p. 551); è necessnrio pur sempre di uscir13 dal vuoto delle declamazioni demagogiche e di rare dello esperimento un uso cauto, prudente, educatore. In Italia l'applicazione del sistema. per regioni, Co– muni e grandi metropoli risponderebbe, vuoi alle diffe– renze di coltura, di educazione civile e politica. con– sacra.te dalla evoluzione storica nei vari Stati della penisola, vuoi alla necessaria. limitazione dei bisogni derivanti dalle contingenze particolari della vita so– ciale. Il suffragio universale, il diritto d"iniziativa, il t•efe– nnclwn per le leggi di principio e per il regolamento degli interessi locali, il regime elettivo nelle diverse categorie di funzionari pubblici, la loro responsabilità davanti ai tribunali, l'autonomia. locale, la giustizia. nei riguardi, vuoi del sistema di scelta dei giudici, vuoi in quello della circoscrizione territoriale delle magi– strature, dell'organismo del processo penale rispetto alla difesa. nel periodo istruttorio, e dell'indenni1à per le detenzioni 1llegali, il miglioramento del regime pe– nitenziario, la istruzione pubblica in materia di pro– grammi, di metodo d'insegnamento, di scelta. dei mae• stri e dei libri sulla base della. concorrenza. fra le B1b 1ot G 1 B n scuole, i licei e le università; la laicizzazione compiei& dell'insegnamento, la separazione effettiva dello Sta.lo dalla Chiesa., i lavori pubblici, in quanto si intenda. di farno gravare le spese sulle popola1.ioni interessate o. compier·li; la colonizzazione, l'emigrazione, il regime tributario e doganale, il tropusso allo libere associazioni dolle funzioni esercitate oggi dallo Stato a spese dei contribuenti, la trasmissione facile od economica delle proprie1à, l'eredità, il ma1rirnonio, la ricerca della pa– ternità; la condizione civile o sociale della donna, po– trebbero fornire, anche nella presente fase dell·e,•olu– zione, esuberante materia all'applicazione del metodo sperimentale. Abbandonato il vieto e pericoloso preconcetto della legislazione unirorme; rirerite ed applicate le rirorme agli enti che se ne fanno propugnatori per via di liberi suffragi, confortati, nelle materio che interessano diret– tamente o indirettamente l'intera nazione, dal voto dei suoi rappresentanti; raccomandato, infine, quelle di principio e d"ordine generalo al controllo della pratica, sia rendendole facoltati"e, sia limitandole nella durata o nella estensione; verrà inaugura.lo il sistema per cui, con una serie di esperienze dovute alla iniziativa dei cittadini e dei poteri locali, reclamate do. essi e non imposte, più studiate e meglio accolte, ci sarà dato di apprezzare i risultati ottenuti con un grado di certezza o di probabilità. maggiore di quello che si possa atten– dersi dall'empirismo di un sistema condannato dalla scienza.. vcroJJa, ,iwoyio tlUJ6. AV\'. VJTTOHIO OL1vnm1. La parola diun contadino nella questione agraria Chi legge questo articolo che, a proposilo di un lib1·0 del contadino Filze,·, scrive il Kautsky sulla Neue Zetl, e che noi riproduciamo perché tocca uno dei problemi più vivamente agitati oggi in seno al partito, tenga semp1·0 presente che la pa– rola « contadino », cori-ispondente alla tedesca di «- Hauer », designa il contadino piccolo-proprietario, e più precisamente, in questo caso, quel tipo di piccolo proprieta,·io che, oltre srl'uttal'0 le forze proprie e della propria famiglia sulla sua parcella di terreno, si trO\'a nella condizione di sfruttare qualche salar·iato alle sue dipendenze. Di fronte a questo tipo di contadini, anche chi sosteneva, nella disputa agraria che si svolse in queste colonne, la possibilih\ di un'azione per la «. conquista delle campagne » conviene perfet– tamente col Kautsky circa la necessità di far pre– cedere, al periodo dell'attacco, il periodo della preparazione, durante il quale non si miri ad altro che a guadagaare al partilo una < eletta • di agi– tatori campagnoli. Ma le conclusioni del Kautsky relatire a questo stato di cose non contraddicono e anzi confermano la tesi di coloro che in Italia, dove il salariato agricolo e maggioranza, e do,•e il piccolo pro– prietario, nella più parte delle regioni, è costretto a vendere parzialmente ad altri la sua forza di lavoro e quella dei suoi, dove insomma nel piccolo p1·oprietario già si disegna u prevale la fisionomia ca1·atteristica del proletario, credono necessario che la propaganda socialista si indil'izzi risolutamente ai lavoratori della terra. Ed è notevole la sicurezza con cui il Filzer, questo piccolo proprietario direttore di una banca Raiflèisen, affel'ma- forte della propria esperienza diretta - che l'unico sistema efficace di propaganda

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