Critica Sociale - Anno VI - n. 8 - 16 aprile 1896
CRITICA SOCIALE 117 contentarsene nè di appoggiarlo (ciò sarebbe d'al– tronde il modo pili sicu1·0 e più pronto di fa1fo crolla1·e). ma di mauo\•1-are per guisa che cotesto meuo pog:<iu non sia, per c.1.Kionsua, rovesciato a vantaggio del pe,icgio di prima, ma possa evolvere ~1 bb~1: 1 m 1 ~~~~J:fft~i~o~ 0 f ~:11f ~T!i~i'1?c;ol~~~ì R~~ 1~1i ai 1)1'efetti. Il Jaurès esamina anch'egli lo val'Ìe ipotesi da noi fatte. e ne conclude che, se anche il partito e il Ministero radicale alibanrlonano la posizione. il socialismo no uscirà ad ogni modo avv1llo1·ato, di– ventando esso il vero ed unico dominato,·e del movimento democratico, che non avrebbe più, al– l'infuol'i di esso, altri rappresentanti legiuimi e ved. l,a evoluzione in scuso democl'atico è nell'in• teresse anche delle classi conservatrici, salvanrlole dai cozzi violenti e permettendo lm·o gli adatta– menti graduali alle necessità. storiche; il movimento in seuso 1·eg1·essirne reazionario sal'ebbe invece nel solo inte1·esso del socialismo, il quale però ben può l'inunciare e volo11tiel'i rinuncia a cole5hl esclusidtà di vantaggi pe1· \'Orlersi assicurato un cammi110 pili piauo, pili sgombro di ostacoli. dO\'O sia più facile vedere il te1·reno sul quale si mettono i piedi. l11 altre pa1·ole: sospinto dalla reazione o lasciato ma1·ciaro colle sole sue forze, il socialismo non può che p1-ogredil·e: gli av\ 1 e1-sar'ì non hauno che la scelta di aprir-gli uua via piuttosto che l'altra; sbarrargliele ent1·am1Je è cosa che eccerlo le 101·0 possibilità. Se fosse lecito ce1·care, a una cosa cosi seriamente fragica qual è la lolt..'l sociale, dei cour,·onti plateali e burleschi, noi paragone– remmo il giuoco dei socialisti coi consen·atul'i ai biglia1·dini o allo tavolotto giranti dei \'endituri di dolci dello fiere. collocate con una tale i11clina1.ione per la quale. alla fine della giornata. il venrlito1·e o l'imp1·esario del gioco deve necessal'iamento essere in wrn1aggio; ciò che non e... clurle per alt1·0 che l'abilità del giocato1·0 - in questo caso il governo - possa, entro cC1·ti confini, disputarglielo. Or questo è v01·O don111quo reggono le condizioni del regime capitalista; ò vc1·0 per la Germania e pel' la F1·ancia come pe1· l'Italia. Con,•iene invece pili specialmente a quelle na– ;doni più progredite il tono alto delle parole colle quali il Jaurés chiude il suo articolo: Jo ci tengo n dirlo qui assai semplicemente, in questo giornale (il Mali11) la più parte dei cui lettori sono nostri avversari. I militanti socialisti e, in particolare, gli eletti socialisti, alle ore decisi ve che son (orso vi– cine, non si lasceranno turbare da alcuna. difficoltà o da. alcun pericolo, porchè ossi li hanno prol'eduti. Essi ben sanno che non si combatte il pri\'ilogio della pro– prietà. senza suscitare odi furibondi o terrori che non perdonano. Essi sanno che sono condannati alla vittoria completa sotto pena di perire. E, solo dopo O.\'ercon– sultate le proprie (orzo, entrarono nella battaglia. Vi stanno e, checchè lwvenga, non rinculeranno. Dunque, per la ror.i:a delle cose, e quali che posso.no essere lo esitanze <logli uomini, il conllillo aperto si svolgerà. E, dopo più o meno scosse, il solo paese potrà risolverlo. Quando il Sena.io avrà. ricusi1to le riforme tributarie quando avrà ricusato la revisione, è giuo– coforza che Bourgcois domandi al presiilente della Re– pubblica lo scioglimento, ossia l'ttppello o.I paese. Nè il presidente nè il Sena.lo potranno ricusarglielo, senza rigettare <'Onciò ogni soluziono legale. Se il Sonato rifiutasse di accettare il p3ose per giu– dice, chi non \'Ode che al suo colpo di Stato risponde- rebbe senz'altro la Rivoluzione? LA C1m·1c,,. PICCOLE POLEMICHE La Rivista del Colaj&nni (N. 18) con un articolo in– tenzionalmente ttrmato • Un socialistoide• o intitolato Per l'economia (intenrle ,lire pel ,·ispannio) di tma sonww.,sa, ci rimprornra di aver usato duo pesi e due misure quando - commentando lo recenti U,llitazioni in lrnlia - facevamo un carico al partito radicalo di ciò che ci par,·o ra,llion di merito poi partito socialista: il non avere, in quello condizioni di tempo e di spirito pubblico, osato una sommossa. risoiutiva. Non è precisamente così, e si l'Odeche il preconcetto « socialistoide » ha l'irtù di rendere opache le nostre parole. Noi non accusammo i radicali di non aver osato sommosse: constatammo che, in un mo,•iment.o spon- 1aneo di po1Jo\o,ie cui conseguenze dovevano to1·nare a tutto o a principale ,·an1agg'io del partito rndicalo, questo fu più che mai assen10 nel momento llecisil'O. Anche ci parve ch'esso rosse aS!tente giust'appunto perchà era pre~en1e il partito :socialista. La censura. de11'11.mico « soci1tlistoide • rh·elfl il so– ftsma ond'à infetta, sol che si capovolga la concreta ipotebi. Ponga. dunque il nostro critico che si tr1t1.1asse, non di un mo"imento politico, u.nti1linastico, antimili– tare, ecc, ma di un movimento socialista: di uno scio• pero generale per la conquista. delle otto ore; al quale i repubblicani - da partito generoso o illuminato - a.\·esscro promesso il loro appo"gio. E ponga che, in un momento supremo della lotta, i socialisll, proprio i socialisti, nicchiassero o scantonassero. Oo\'l'ebbero i repubblicani tener soli il campot E, se poi quesli con– stata.;sero con dolore l'assenza degli amici socialisti, sa1·ebbe giusto da parte 1lf1s11·a imputarli di usare due pesi e duo misure, giacchè essi puro, delusi, si riti– rarono 1 « Eh! no - ci rispnnderobboro -; questa era la voslra giornata; essa non tocca\'& noi se non indiret– tamente, per l'interesso che hanno tutti i partiti popo– h1ri di g1ov1Lrsi a vicenda e di \'adoro rialzai e, comunque, le condizioni dello masse. Potevamo noi. ai nostri pic– coli proprietari, Ili nostri esercenri, a.i nostri professio– nisli a corto di clienti e di~occupati i tre q11ar1idel giorno. promettere le otto oro come un balsamol o dichiarar loro che le otto oro sarebbero la repubblica 1 > Questa logica, che non farebbe una grinzt, in bocca a un repubblicano - il quale si dà. por missione di occuparsi idei11isticamente dell'imorosse del popolo in generale e senza distinzioni - è anche più, ci pare, corretta in bocca ai sociallsti, il cui istituto è combat– tere, più modestamente, per un interesse di classe. Ta11topiù che. nel caso concreto, la presenza di un partito ra.d,ealo forte o ben organizzat0, che capita– nasse il movimento, avrebbe fat.to risOl\'ere questo in qualcosa di più e di meno di una sommossa: in una spmta rivoluzionaria, quand'anche legalo e punto vio– lenta, data all'evoluzione politica del paese. Abbando~ nato alle solo for.to socialiste, allora - unicamente allora - degenera\'& in sommossa sanguinosa, scema di effetti o oscura di significato. Ma il« socialistoirle • non sarebbe tale se intendesse 3~r~:,.~~ti~~il~nr~p~~ef:un;!~~l~è ~l~~lsi:p~fi~i:;~o~o 1tr~: scrimmanto che fato buona per \'Oi stc8si 1 Indi ritesse ad usum llelJJhiui la storia e la cronòlogia dtll partito socialista. italiano, per narrarci la miracolosa rivela– zione della necessità della. « conquista. dei pubblici poteri • avvenuta al Congresso dl OenO\'a, quasi essa non rosse l'effetto della propaganda. che i nostri gior– nali per l'appunto avevano ratta.; e trae argomento dalle recenti dichiarl\zìoni del Ferri in Parlamento, consta.ta.n1iuna novità vecchia como il solo, per pre– sentarci come dei neo•cOn\·ertiti all'idea repubblicana, citanolo !deh ! corno male a propo~ito !) la famosa. lettera. delrEngels del febbraio 02. Ma J'Engels, appunto, contro l'accusa di disdegno delle forme politiche fatta a.isoci&· lis1i. protesra.va sin d'allora. F~dove protestavat Nella n·itica Sociale, giornale socialista. E contro chi proto• stava! Contro il Bovio, un repubblicano. Tu110 ciò non hli che un interesse retrospetti,•o. Ma il nosiro censore ci chiede ironico: - Supporrete dunque che la pi-oclama.z1onedella repubblica possa esser fa.lla dai monarchici f . Eh! sicuro, che lo supponiamo. E da un pez.zo che
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