Critica Sociale - Anno VI - n. 8 - 16 aprile 1896
CRITICA SOCIALE 125 Cosl il padrone realizza. vantaggi veramente enormi: evita di contrarre prestili (di cui dovrebbe pag11.re il frutto dell'8 '/ 0 , che si può perciò considerare come realmente guadagnato) o di f11re ,•end ile forzate sempre disastrose; e per di più utilizza subito il suo raccolto nelle mercedi corno un vero ,•alore senza do,·erselo tenero infruttifero, anzi esposto talvoha a. deteriora– men1o, in granaio sino al momento di poterlo ,•en,lore; un guadagno che si può calcolare del 6 ¾. E quindi sul povero lavoratore cbe ricade al solito tuttll la parte aleatoria del contralto; egli riceve in natura. un pro– dotto greggio, la cui quantità è fissata in precedenza, ma di cui la qualità ed il valore sono incerti o oscil– lanti. Eppure questa barbara. forma di partecipazione ni profilti eccita. straordinariamente l'attività doi lavo. ratori o i padroni la chiamano un ottimo sistema perchè, mentre sviluppa la « diligenza personale•, non lede il loro a.forisma, che « il contadino ò meglio adatto al lavoro quando è affamato•· La durata della giornata di lavoro è varia in Gali1.ia a seconda delle singole categorie di lavoratori; i gior. nalieri (braccianti) hanno una giorna1a in media di sette ore d'inverno e di sedici d'estate; ma all'epoca dei raccolti lavorano anche di nolle per a.vere maggior parte di prodotto; « lavorano per sè •• dicono i padroni. I garzoni lavorano persino d1ciot10 ore al giorno, do– ,·endo preparare il lavoro agli altri prima dell'alba. Ora, dopo aver così srruttato e martirizzato l'uomo, il padrone s'è dato a sfruttare anche le <lonne ed i fanciulli, superando ,•eramento in ciò la grande indu– stria. Fa lavorare ranciulli dai 7 agli 8 anni e donne giovani e delicate, pagandole - morale della fa,·ola - da due terzi ad un quarto mono degli uomini: 45 o 35 centesimi nl giorno ill\'Cce di 70. E sarebbe gritzioso, nota lo Schorr, se non rosso cosi triste, l'ascoltare con quali dolci argomenti una ragazza. vuol dimostrare al padrone cho ha Stl))erato l'età. dello. ranciullozza. Cosi tutta. la. pO\'0rn ramigliuola lavora, ma ~parsa qua e là. per lontani campi, distrutta in realtà nella. sua essenzu, nella sua ragion d'essere. . . . « Al prete ed al signore è lecito tutlo >, dice un pro– verbio ruteno: o la tristo esperienza popolare può ripetero il tristo proverbio, si può dire, per tutto il mondo. Ho calcolato il guadagno giornaliero d·uno dei nostri lavoratori di campagna. (ramiglio di spesa, noi gergo tecnico locale) ( 1 ), che è occupato per un anno presso lo stesso padrone. Il suo reddito maggiore e più sicuro è un salario di 50 lire annue, colle quali dovo prov,•e– dere a tutte lo spese vive suo o della ramigliuola. Tutto il resto è dBto anche qui in natura, cioè in una pro– porzione sempre e per mille ragioni oscillante. Oli afllda, per esempio, il padrone due biolche o due biolche o mezza di terra (la. biolca è di circa m.q. 3081) ch'egli deve colth·are a granturco; il prodotto si divide a me1à. col padrone; calcolando un raccolto medio di ettolitri 12 di grano per biolca a L. 11 circa l'ettolitro, si ha un valore corrisponden1e di L. 132. Gli dà. inoltre IO staia di granturco che per analogo calcolo rappre– sentano un valore di L. 44, 4 staia di frumento che valgono in media circa L. 20 o 4 q11intali d'un, la cui qualilìt. resta siraordill8riamente scadente, perchò il padr11no la fa raccogliere ancora acerba per non pa– garne, direttamente o indirettamente, le spese di cu- {Nota del(a Cn1T1CA), stodia; non la si può calcolare quindi più d'una• trentina di lire. A ciò si possono aggiungere - per voler essere scrupolosi - un centinaio di fasci lla ardere, tra sterpi e \'iticci, che non possono avere in complesso un valore maggiore di 5 o 6 lire. Vi sarebbero anche i diritti di i;.pigolatura, ma sono diritti pagati cosi salato che assumono piuttosto il carattere di una contribuzione servile; per ogni 4 biolche di terra su cui spigolare, il po"ero ramiglio de\'e tlagare L. 7 al padrone; o sia cho le paghi in moneta, sia che gli siano scontate in natura, !"affare non appare certo grasso. Sono dunque in complesso circa L. 280 au·anno, por la maggior parte in natura, cioò poco più di cenL 70 al giorno che de\'Ono ser\'ire al mantenimento del po• vero ramiglio, perchè 1·1t.bitazionogli è concessa. gratis. E questi 70 centesimi lo obbligano ad un lavoro tanto pili pesante, perchò non è mai finito, non mai interrotto da riposi, dalla soddìsruzione di aver compiuto, tìnal– mcntc, qualchecosa; il contratto lo lega giol'llo o notte, a momento ad mome11tum, in giorno di la,·oro o di resto, proprio come uno schia\'0, Neppur la domenica riposa; accortamente il padrone riserba certi larnri di minor fatica ed nppariscenza, ma che possano assumere aspeuo J'urgenza, per la domenica (come la raccolta dei fieni, la concimazione, la pulitura dello sialle, ecc.). Sono luughe operazioni che esigerebbero troppo tempo nei giorni di lavoro, e d'altra porte non sono lavori così gravi che l'umico curato se no debba, neppure in appal'enza, scandolezzare. Senonchò questo misero salario, che potrebbe essere di poco aumentato colla vendita dei prodotti in natura non direttamente consumati, viene iin•ece in realtà. enormemente ridotto da una nuo,•u, comccliò dissimu– lat:i, prepotenza padrona.le , quale si può irovaro sol– ltlnto nel contratto agricolo. Cioè il padrone, in cambio del salario che dà al solo con1adino, esige e ricevo non soltanto il suo la,·oro, ma anche quello di tutta la sua rami~lia; veramente il padrone affolla di tolle– rare questa. famiglia del suo salariato, porchè lo aiuti, dice, ne·suol lavo1•i. Ma quest'aiuto si risolve in altret– tanto lavoro che a lui frulla, ma che egli non paga . lnratii, tutta. l'enorme massa di Javo1·0 ·che il padrone ha cura di non lasciar mai mancare al famiglio gli impedisco di colth·aro quelle due misere biolche, il cui frutto, dimezzato, devo pur ser,·ire a mantenere lui o i suoi. E sono allora le persone di sua famiglia che lavorano per lui e poi padrone, non pagaio, quella po– vera terra promessa. Poi, per gli altri lavori slmo,•di• na1·i, il padrone si decide a pagare, per esempio, la giornata alle donne; ma la dipendenza, che esse non do\'rebbero per niuna ragione avere, ma che in realtà gra,·a su di loro, si manifesta in un'enorme riduzione di salari in conrronto dello altre operaie ... non di casa; per la. mietitura. non dà. loro che una lira in"ece di due; 50 centesimi, invece d·unit. lira, per la falciatura dell'erba. E guai naturalmente a protestare o guai a cercarsi un altro padrone; ben tosto sul povero schiavo cadrebbe la pena della indisciplinatezza. della. sua fa– miglia.. Simili ed ugualmente mal dissimulate violazioni di ogni legge d'equità. si trovano anche nei rapporti tra padroni o lavoratori agricoli, per esempio, a colonia terziaria., i quali pure, per condizioni materiali o mo– rali, si trovano un po" meglio dei famigli e dei brac– cianti (o giornalieri). Quando, per esempio, un contadino prendo possesso - oh ironia. dolio formule! - del fondo e dc~li stru ..
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