Critica Sociale - Anno VI - n. 8 - 16 aprile 1896
122 ORITIOA SOOIALE vien ,lire e gridare ben rorte: egli non agisco per proprio ronfo, e sul re1l11ito che procura. non rlscuole che la provvi:,:ione; è 11pn<lrnne dm pArreplsee il 1rl– buto. Il ,n che rp1e~to agente M&rb. compromesso, il jliornnle di cui egli ru il collettore, lo cu.ecerà, e si rhiederà a uno 11crittore di cartello una cronaca altera che loderl questa stampll che sa srr.ttLlre gli indegni, epurarsi, e ampularsi I memb1·icnncrenosi. E ognuno si con1entel'I\ dì questa commedia, ognuno ostenterà. la propria virtò, e, tempestando sui poveri diavoli, i giornalis1i e pe,r bene• si consoleranno di essere alle dipen,tenze dei rurranti che hanno accettato per padroni. ta può andar rorse diversamente t dice questa. bra\'& genie; le cose possono (orse cambiare, Sl, le cose cambieranno Il giorno che gli scrittori dirnnno ai mercauti di caria, agli uomini d'affari, agli speculatori e ai ftna.01.ieri: « Noi non serh·iamo più per \'OÌ, siamo stanchi di ser"ire da. insegna. alle vo– stre capestrerie, e non saremo più vostri complici. Che dobbiam farcene di voi t Noi siamo l'i,lea. dunque noi siamo la forza. Fate i vostri giornali, noi faremo i nostri. Non vogliamo piil che coloro che ci leggono siano osi>osli,a ogni svolto di colonna., a lmbat.torsl nelle vostre carabine. • l..o sciopero degli scrittori, dei cronisti, dei romi.n• zierl, dei poeti, dei giornalisti inftnu, di tutli quelli o.Imeno che meri1ano questo nomo, ecco il rimedio. Basterebbe una mezza douina di uomini risoluti per cacciare i mercanti dal tempio e, di quella che è la stampa del mercimonio, del ricatto o della. corruzione, rare di nuovo la stampa delle idee. BERNARDO l.AURE. L'USURAE LA NEVROSI SEMITICA agli occhi del pontefice m11.ssimo del pensiero spe-: culalivo .... ,telrav\·enire, la voglia di viv~1·e di_qu~gl~ ~('ream:ati .1;en::a va tria. I quali, con glt occht p1em <li visio11imc,sia11idrn che li consolavano del mar– tir'io, si chortero al lavoro. A quale lavo1-of Non nll~ a~ricoltul'a, lor-o vietata dal sistema dei bali fo~da~1, dai numerosi rloc1-eti che negavano ad es"1 11dt– l'itlo della propl'ietà fondiaria; non a quelle eh~ noi chiiuniamo ora profos~ioni libe1·11li.per lo quali occor1'8\'a il batte.simo; tanto meno poi alle ~a1·1·_iere ammini:1trativo e giudiziarie, per I'~pphcaz101~e sempre pili tirannica d~I diritto ~nomco. U_na vt~ 1·imaneva loro apol'ta: 11 commercio. lnteudmmoct bene: che l'eb1·eo abbia somp,·e avuto una speciale tenrlenza al commei·cio e alle i11dustl'ie è stato detto da molli e ripetuto 1·ecentemente dal Lom– broso nella sua lodata monograna J..,'anUsem.tltsmo e le scten:e mocltwne (cap1t. 1x). A me pare che l'affermazione debba auda,·e soggetta a molte re– strizioni. Nelro1à. rtei Ofudlci. o in quo11a <lei Re nno al_– l'c..:itio babilone!!e, gli ebrei non furono eh~ agri-: colt.od e l'a:,tl'icoltura 11011 di-lldegnavano gh _stess~ reggito ri del popolo. La COi!pil-azin11e di )egg1. o d1 opiuioni nel meilio-evo costl'inse gli ebrei a d1ven: ta,·e esclusivameute animalt catcolnto1·1, come Il detìni\'a quella mala lingua del Voltaire. Sog~ giacquer'O alla leggo del m111imo sf1Jrzo e diventa· 1'0110 u:mrai. II. Nel ge,·go pili o meno borghese del secolo XIX, l'usu1·a implica interesso illegale ori occes,i,ivo; nel m~dio-evo. usu1·1.lio era chiamato chiuuque derivasse frutto. ,>or· quanto e-ii~uo. <la' suoi capitali. Il rlonaro, n,•ova ( ott11Ari--totele(checosa non d1si0Aristolele'l), è iureconrlu; part1'011is,i,imo di godersi il 1-erlrlit.ochi :We\'il il i'IUO capitale in to1·re, caso, bestiami; ma chi lo possedO\'a in rlennro non aveva dil'itto di ricaval'l10 verun frutto. È col IV secolo. secondo il Cattaneo - che sulle tntentt:font tsraettttche scrisse una succo a mo- Per la leigo del minimo sro,·1.0 inconsciamente nogntna, degnissima di osse1·e letta anche ai dì si clabo1~aI adattamento all'ambiente. Un indivirluo, nostl'i - che il nome di usura, già divenuto orlioso, al pari d"una famiglia, al p..'tri ,run po1>ulo. si stu<lia, compi-endo anche il pili onesto e legittimo rrutto per usaI·e la formula sptrnceriana. di arlat1a1·e le dei capitali. Non stava fo1-soscritto nel Vangelo di relazioni intel'ne con lo esterue. col mJntmum di s. Luca (VI; 31. 3::.): « Se preslate a colo1'0 dai dispendio della sua ene1·gia. fisica e mentale. Non quali spem1e la restitu1.1011Aquale.grazia ne i\\'reteT > altrimenti recero gli ebrei. I quali, dopochò la l01·0 I~ ancom: « Ma voi amate I vo;1tri nemici e pre– nazioualit:..-\~tramazzò a.' !Hedi dei 1-omaui vincitol'i, state non i:1pera1ufone nulla; il V014tl'O premio sar!L ebOOro il torto. rimp1·0\'e1·ato loro dagli antisemiti, g1..tnde e sa1-ete i Ogliuoli dell'Altissimo». di 11011 preco1-re1·e con l'ese1npio lo teol'icho di E la novissima teoria triourò pe1· tutto il meùio llutmann votan<losi ::vi un suicidio in massa. Voi· evo o Dante la registrò in <1uella sua mera\ 1 igliosa loro \'h'ero. L'tsbl'eo c1·odente - o lo mantennero epoJ)<"a,ove tutti gli err'Ori e le glorie, le l-'peranze tale Huo a ieri lo in1erchzioui secohui c:he elevamno e gli sco1·ame111idi un momlo che sta pe1· morire mu1·a in~ormoutabili t1·a lui e i popoli coi quali sono O,i,sati iu ve1·si ~cnlto,·'ì. Pe1· logge di natura corwh•eva - è ottillli-11a: i suoi libri sacri lo con• e pe1· <1l11\11to sc1·ive lo Otme.-.t nel principio, sol– fo1•1anoa bene spera1·e dell'av\ 1 C11ire od a contìrhu-o brnto il lavor-o prOflu~e: sicchè l'u:,eudore cl,e altra nell'aH011to <lui gioruo augu1·ato in cui il lupo ·ola Uene (In(. c. x1; v. 106-111) è martellato pa:-colol':\ coll'a),('nullo o tu11i i popoli doll:.\ te1·1·11 dalla divina giustizia con ralde di fuoco che gli fan affl'alollati bonudi1·an110 l'Etel'llu u~·ata: passim). scoppia,·o dagli occhi il duolo (c. xv11, 45 e segg.). Vollero vivel'e: il Sheòl (11 'l'a1·raro giudaico) nou Sostituite alla parola usuriere il capitalista o il li atti1'Ò; prerul'i1·ono a.dorare Jahveh atteu,lendo ai leU-m.oUo del capitale del Marx Io trovate nella 101'0 11e goz'ìin ter1-a, anz1chè cercarlo negli abissi Divina Cmn~·dlaI paur ·o.si ove tutto ce..-1:ia. comu cantava il salioista. M,1 la soci~t:.\ d'al101•a aveva pur bl"ogno della li m mvlo è buo,w, dice la Gene-ii, che, con ingunuo ci1·cola1.io11e delle ricchezze. Come concilia1·e le esi· cand111 •e.ti m~tte dava11ti quel :,1empliciutto d"un gen;,.e economiche coi pl'iucipì 0\ 1 an~elici1 Pre:1to Dio che si <là un,\ fre~at11m 111m 111i a,1o::ni nt10\'a ratto; l'ammonirnento di Oosi1. per bocca di s. Luca, agi11111ta chu fa alla cr·uazi.. rne; o qnel 11101.1.0 scet• 1 non riguar·rl1wa g1i eb,·ei; ad e.:si fu concessa fa– tico <li Kòhl-'li,d uon dubira <li aH',.rma1·0 che la colli\ <li pru-;ta,·e a<I iute,·oi:10. Jfon tua, vita mea. cunlliziouc d1 ui1 cane vh•o è migliure di quulla I f,'u,·0110 1 manifHJlatol'i del denaro. i sultani del di un leoue mod~ (IX 1 1). tr,,rnco rene1'1lt11.io.gli u~uriel'i secondo il p1·ivi• Questo ottimi,i,mo p1-ovocò conti-o gli Israeliti legio o la bo11~<li1.ione dolla lul'O legge, come sar- invettive ..... poco p1·orum,He di quel po~eu,• di spi· casticameuto li pungeva il Voltaire. li quale stavolta, rito che fu lo Schoponlu.1.uer; era un torto grave, con la lodevole intenzione di dire un'insolenza che
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