Critica Sociale - Anno VI - n. 7 - 1 aprile 1896

110 CRITICA SOCIALE tenti pe1-sonaggi lo consultavano pel suo sapere astrologico. Gasseudi ed alt1·e menti elevate man– tenevano con lui discussioni epistolal'i su questioni filosofiche e scientifiche; due scieuziati tedeschi, Tobia Adamus o Schoppe, che assisté al supplizio di Oiol'dano Bruno, riceve\'anò i suoi manoscritti che si stampa,•ano in Germania e si dirfondevano in Inghilterra e in Italia. Il duca d'Ossuna, per non aver voluto stabilire l'inquisizione nel 1·egno di Napoli, s'attfrò l'odio dei gesuiti, che. aiutati dai potenti nemici che egli si e1·a fatti alla corte di )iladrid, intri~a•·ono per to– gliergli il ,•ice1·eame illust,·ato da b1·1llantisuccessi contro i Veneziani e dalla sua abile e giusta am– ministrazione. Piuttosto che lasciarsi spossessare, egli decise di affrancarsi dalla Spagna e di farsi proclama,·e re del regno di rapali o della Calahria. Si dice fosse consigliato ed incoraggiato da Cam– panella, che credè di aver trovato in lui l'i:itru– mento per compiere la sua rivoluzione politica e sociale. Uno dei complici d'Ossuna fu Genoiuo. che 37 anni dopo do\'ea dirigere la cospirazione di Ma– saniello, e che fu in rapporti for:fanche con Cam– panella. D'Ossuna, denunziato, \'enne sostituito dal cardinale Borgia. e rinchiuso nel castello d'Almeira, dorn mori nel 1621. La prigione di campanella ridi\·enne dura. Due anni dopo la caduta del cl'Ossuna, si estin– gue"a a Roma il suo protettore, il papa Paolo v, che invano a\'ea chiesta la sua gf'azia a Filippo III. La notizia di questa morte lo gettò in una p1·ofonda ,lisperazione. « Non lascerò più la prigione se non con la vita!», esclamò Ma nel suo successore, Ur– bano VIII, trO\'Ò un OUO\'O p1·otettor·o che, dopo cinque anni di pratiche, ottenne la sua liberazione, il 15 maggio 1626. Ma non la ottenne se non re• clamandolo come e1·etico da deferirsi al Sant'Ufizio di Roma. Appena arrivato nella città papale, fu messo in libertà, ma l'odio dei gesuiti lo perse– guitava semp1·e. Essi s0lle\'avano contro di lui le passioni della plebe. « E uno scandalo», dicevano, « che il papa lasci circolal'e liberamente Campa– nelln. Questo empio, questo eretico è un perturba– to1·e dello Stato e un nemico delht Chiesa. Perché pal'lare di Lutero e di Cah•ino 1 }~ una derisione. Roma nutre nel proprio seno un serpente ben pH1 pel'icoloso. > «Giammai», scr·h•e un autore contempo1•aneo, « si è , 1 ista tanta rabbia e tanto fu1·01·e conti'o un povero monaco infer•mo. » Per isfuggire alle colle,·e della plebaglia eccitata dai gesuiti, egli lasciò Roma travestito, nella car– rozza dell'ambasciatore di Francia. Si recò a Mar– siglia do,•e fu accolto eia Peiresc, co11sigliere al Parlamento di Aix, che Bayle chiama"a « il pro– curatore generale della lette1·atura » per la sua iutelli~ente e liberale protezione della scienza e dei dotti. Un buon mese egli visse in una felici!.\ che non a\'ea più conosciuta da circa 30 armi; chiamato a Parigi da Rich1.,lieu. ,lovette lasciare il suo ritiro o pianse congedandosi da Peiresc. « I ph'1crurleli supplizi•• disse, « non ha11nopotuto str.1ppal'mi lag1·ime. ma io ne \'erso oggi d'emo– zione e di l'icono5,:cenza.» Fu rice\'l1to alla C<wte e il re Luigi XIII an<lò incont1'0 all'illustr·o vecchio, cunato dall't.~t..-\ e af• fra11to dalle soffer'Cnze. - Una predizione, che si realizzò, acc1·ebbe l'alta stima che si aveva del suo sape1·e astl'Ologico. Ticeron rifel'isce che Richelieu. inquieto nel vede1·e Luigi Xlll senza fi~li, gli do– rnauclò se il duca d'Ol'leans sali,·ebbe sul trono. e ch'ei gli rispose: « Jm,pe1·turn non gu1>la.':1l in rele1·tmm.. » (Non regnedt mail. Infatti, poco tempo dopo. la regiua ebbe un figlio che fu Luigi XlV da lui profetizzato. vU Campanella piace\'a a Richelieu pel suo odio contro gli spagnuoli. e quando scoppiò la guerra fra la F1·ancia e la Spagna, fu chiamato nel Con• siglio del re per dare il suo avvbso sugli affari d"ltalia. Si ritirò nel con"ento dei Domenicani di Pari$'i, dO\'O\'isso tranquillo, occupatn da studì d'ast1·ologia, di giurisprudenza e di filosofia. Aveva predetto che l'eclissi del sole che dovea aver luogo il 1. 0 giugno 1639 gli sarebbe funesta, e \'Oleva scongiurare il pe,·icolo onde si credeva minaccialo ponendo in pl'atica tutte le prescrizioni a:.trologiche ch'egli enumera nella Cillà del Sole : :~~1!a~i~\~t:~1;e~~~ef:i'1~ii~~\ p~s~~;~~~1~s~ali'i una camera dalle pareti del tutto bianche, inaffiata di profumi e illuminata da selle to,·ce di cera odorife1·a, ce1·cando distrarsi dalle sue inquietudini con concerti d'istrumenti musicali o conversazioni coi monaci, che lo credettero pazzo. Campanella morì a 71 anni, il 21 maggio 1639, cioè dieci giorni prima dell'epoca indicata dal– reclisse. Con lui si spegneva il gran martire della utopia. PAOLO LrU"AROUE tTradu:done di Pa,qw.ite MarUgneW). Notla,. - Pubblicando questa. ser.onda parie della. « Vita di Campanella •· scritta dal Larargue, corno già avvertimmo. per la. Sto1·iadet socialismo che si sta com• pilando in Germania da Bernstoin e da. Kaut.!lky, e des1inata. al 1. 0 volume ìnt.itola.to / p1·ecw·sori, non dobbi1tmo tacere che essa. ru fa.Ila.sei;cno di una. fiera cri1ica. da un nostro dotto conna.ziontlle e compagno di fede, il sig. Renedetto Croce dì Napoli; il qwlle. nel• l'Archivio &to1·icoper le p1·ovincie napolPtane ranno XX, fuse. IV), in uno scrit.10 in111olato Jnior110 al comu– nismo di 'l'omma&o campanella; a pl'opo&ito ,li 1·P.cenli pubblicazio,ii, rimprovera al Lar11,rgue Lii non cono!lcere gli studi i1aliani più recenti sul tema prt>SO a.tra.1tare, quelli sper.ialmen1e dell'Amab1le, di 8. Sp11.ven1ae del doli. G.Sante-Felici, o di essere perciò ca<luto in alcuni errol'i grossol11ni. Coi;:i,ad esempio, il nome orijlinario di Campanella sarebbe sta.lo Giandomenico e nun Tom– maso, e non a 15 anni si sarebbe fatto rra1e presi.o i domenicani di Cosenza, ma nel convenio di Placanica presso Nica.s1ro, e sarebbe una ravola. la sua streua relaziono col duca di Ossuna, ecc., ecc. Inoltre il La– fargue applicher·ebbe troppo meccanicamente a queste concezioni u1opisliche la. rormula dell'interpretazione materialistica. della storia, e giudicherebbe il J?&Ssato con un tuono acrimonioso, ispìra.to a sentimenti e pas• sioni dei nostri giorni, che ncn è - dice il Croce - di buon gusto. Rierendendo un pensiero di Antonio La– briola (In memona del Manife&lo), si doma.od & anche se Campanella possa elencarsi fra i « precursori » del socialismo da chi rifiuta questo nome agli autori di concezioni isolate che non dettero l'avviata al movi– mento storico di cui si tratta. Ma conclude che, presa la storia del socialismo in se,lso largo, Ct1.mp1tnella deve avervi il s110pnsto perchè ru scri1111redecisllmente comunista. - E,J ora il Croce, scrivendoci, si mera.– viglia che il Lafargue non si sia. ratto alcun carico delle sue cemmre e per tulla. risposta pubblichi inalterato il suo la,•oro nelle nostre co10,111e. Non possiamo in,·Ppntrci nelle quest,ioni minute di erudizione che il Croce solleva e che sarebbero a1Ta1 to fu, ri di luogo in ques1a Rivista. Gli osserviamo per filtro che, lunl{e dal ripubblicar..t inalterlltO il proprio la.varo, il Lar,u-gue si è tunto preoccupt1.IOdegli appunti mossijeli che, n~ll'originale inviato a noi p..rchè ne to• glit·ssimo degli exce,pla se ci con,·enive, a parecchi rispose col correggere, col chiarire o col cancellare. Se non rha fatto per iutti, O da supporre che ne avesse qualche buona ragione. Noi, del resto, abbiamo dato alcuni brani - e ne da– remo fol'S8 altri - dt'llo studio del Larargue, non tanto per l'interesse cti·esr,iooffre ugli eruditi (r.hè . ripetiamo, non sarebbl' qui, allora, il suo luog"), qu11.nt.oper ren• dere un oma1[gio do"eroso al socialista rrancose che si occupa. con tanto amore di cose e di persone nostre

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