Critica Sociale - Anno VI - n. 4 - 16 febbraio 1896

52 CRITICA SOCIALE rittura in prevenzione ed in blocco, evidentemente per dimostrar ,·oro quello cho gridano la rt·tbuna :nfl!r~lt!i:.~~1~ 8 ~neh:a~~oò~ia /:~~~.:~r~?!~ saremmo anzi semplicemente b.utooati dal popolo! Ma no. Sono gli abbienti, i borsoni, che, mentre tutto un popolo trepida per lo sua dignità ed il suo onore, mentre si tratta della vita dell'Italia nella storia universale - domandano ai ministri del re e del destino ... uno scampolo di pre,•entivo. Decisamente - o questa l'Amba Alagi del pa– triollismo italiano! LA CRITICA SOCIALE. NOTA-BENE. Decisamente 111Procura. gcncrnlo ha. sciupato i suoi inchiostri nell' intlmnrci Il sequestro dei nostri Becchi e na,lonali ! Dopo di noi, è stnto un lolla generalo delta. stampa J>h) nutorc,•olo ll'llnlln o d'Europa per ripetcrC', anello più ,•ibra.tamonte,lo medesimo cose dotte da noi. Da. Mnttco nonnlo lmbrlnni nella. Rivi11a PoJ)()larc al « vecchio modcrnto • do\ Cor1·ie1·e llclla sera, non si parla J>lù cho dollu « pazzia. •• della « scelleratezza. •• dol « delitto n.frlcano •· Il nostro processo {poiquale il nostro clo11ie1· si vn. mlrnbllmento gonfiando) sarà. sem– plicemente il processo a tutta la stampa non ,·enduta. Ma scnlito qui, uno fra milio, cosa scri,·e il grMo Giornak ct•gli te0nomi11ì, !"organo pili accreditato degli economisti unh·crsltarf Italiani (fascicolo di febbraio). Dopo aver parlalo, a proposito dell'Africa, della ripresa delle sommosso della rame, allo quali il Governo ha subito pron·eduto mandando della truppa, percbè « mer rire è buono, ma in un ben ordinato paese do,·e l'agonia. essere quieta. e decente •, la erudita rassegna antiso– cialista prosegue: Quasi soli, in Itali,, I 1oclalisti mostrano nello cose africano di a.vero buon senso. Il Turati scrisse un Ol,– timo a,·licolo (oh! oli!) noi numero dol 16 gennaio della Critica Sociale; e 1~1'Cii1 (1ic!) sequestrarono quel gior– nale. M 1101tri pad1-oni cli,#piace lo uclb'd CCl'te verità. li nostro amico ColnJanni serino puro sensatissime pa– role nel ~lo. Non lo 1oquostrarono. ignoriamo perchè. Il Turali ha il merito di non lasciarsi accecare da iro parti~iano (,:,cn1alc 1m .po'; o ci 1cque1tm1-ono!) o dice: (qui ,i cita l'a,•ticolo inc1·1mi11ato, e voi ,i pl'olfgue:) Mt\ In ltnlil~, o anche un poco in Francio, lo. borghesia paro avere smarrito il sonno. iYon ,a da che parte vol– gei-ii 1~1·t•e1i1lera al 1ociali,mo; tenta ogni via.,eccetto quello di un onesto operare, o Oniscoper raccomandarsi solo nl sohlnto e al proto. (In quale cli quc,te due cale• r1orie é compruo il 1•rocu1·ato,·e geue,·atc ?) lll\'CCC, nella. Svi1.1.era. o in luJfhillerrn, In.borghesia ù onesta, intel– ligente, ntliva. Pronedo da. sò n direnJcrsi, onde si direndo bene, o eer !"appunto seguo cosiche in quei due p&eSimeno che in qunlsiul altro incontra ra,,oro il ser cialismo. (Siamo di1J'JOlli actammelle,., che una concau,a 1ia anche que1la.) ~on potrebbero, almeno per J)rova, tentare la stessa via i nostri borghesi T Costa dunque tanto l'essero onesti, ~:~d~q~,:! f{ ~~l J~~;~e ·:rsr:~~rf~~~~ 0 ;:~1~: ~ ~ nemmeno sin. da esaminare so convenga ,•olgersi da. quella partol Lo ripoUamo, perché non rimanga. equl\·oco. Questo linee sono tolto dal Gior11al" dtgli Eeonomi,ti o ,•i è la firma del marchese Vill'r-edoPareto, proressorc di Eco– nomia, oggi, alla Unh•ersità di Lo!anna. LA CIUTICA. i° 111cito: L'AL■ANACCO SOCIALISTA PEL 1896 ai p,·ez:o di con t.• .e.s. Il 1·icaoo,a,-rì devoluto a faoore dtl pa1·lito. Co11tic110 ,critli e di1eg11iinlel'ena11- 1i11imi, Lo commi111ioni, coll'Importo, po3111no e3stwe direlte ancl,c ai 110111·0 U{ftcio, LAGRANDEPOCA DEIBUFFONI Se questa nostra epoca non a,·esse gli scienziati sperimentali e meccanici, che la 1-cndono meravi– gliosa, sarebbe pror.rio dn definirsi la grnnde epo;ca dei buffoni, - pere tè buffono è chi con posa d1 in– genuità o seriot.\ dico o fa cose che sa essere ridi– cole - perché tutto ciò che si dice o si fa.oggi, al di fuori della scienta 1pe1·imentale e meccanica, spe– cialmente in politica, fllosona, arte, è, novantacinque volte su cento, buffonescamente ridicolo. Ciò a proposito della questione D'Annunzio. Ch'egli abbia alti pregi artistici è evidente, e quindi un ratto da non es.sere messo in dubbio. Ch"egli abbia grn.\'I lo1·ti, per aver frodato interi concetti altrui, o voluto successo maggiore di quello che con lo sole suo rorzo poto,•a o.vere, è anche evidente, o quindi nnche un ratto da non essere messo in dubbio. Poichò intanto si vuol continuare a far sproloqui sulla essenza dei plagi; sui leciti e 11011 leciti ap– propriamenti di concetti altrui; sul valol'e della personale improntn geniale, che pe,·mette di pren– dere ciò ch'ò d'altri, senta dirlo, e rarlo proprio; sull'avere i più grondi scrittori ratto sempre cosi (sndo io! essendo antenati non potevano non essere più malandrini); J>Oichèinsomma si vogliono pro– mulgnre nuo,•i precetti di produzione intellettuale, che aprirebbe1--o il ,·a1-co a un ,•01-0arrembaggio di idee. fatto dagli sfrontati impostori a danno dei modesti sinceri - sbrighiamoci in poche p..1role,e cerchiamo di farla nntta. Quando un concetto altrui è divenuto di dominio pubblico, per la sua divulgazione, e chi ne tratta non adopera la stessa coordinaziono di idee e le stesse parole adope,-ate da altri, non occorre egli faccia alcuna riser,•a, perchè sarà facile giudicare del ,·.tlore della sua opera personnle. Quando irwece un concetto nltl'ui non è divenuto di dominio pubblico. per mancata <livulgazione. o è direuuto eh dominio pubblico, ma chi no tr-atta adopera, con pii, o meno impronta personale, la stessa coordinazione di ideo o le stesso pa1-oloado– perato da alti'!, occorre egli raccia questa risel'\'a: « Nel p1-odurro quesl'opo1·n, ho preso in tutto o in parte dall'oporn del tnlo dei tali; dall'altra opera del tale dei tali. » Occo1Toegli faccia que3ta riserva per una ragiono semplicissima - pel' rar sapere, con loalli'\, quanto c'0 vommouto di 1>ersonale nella propria opera; por non frodare, con danno d'altri, ~~~a jr~~~jl:~~i ~~C!!:r~l~~~O~!:•j~tg~ ~:;~J:O~' superumano: non ò neanche umano: è appena sot– tomano. A patto di queste riserve, O certo desiderabile che liberissima sia la racoltà, in chiunque, di pren– dere, inserire, adattare, s,•llupeare i concelti altrui. Anzi, piuttosto che avere rnrelici produzioni di originali nuove opero, nelle <1uali la potenzialità deH'autore ,,a inrellcemente perduta, per la estrema difficoltà del successh·o nuovo sublime, e nelle quali nessun utile o placoro gli uomini trovano. gio,•e– rebbo meglio, in b.'\!0a questa libe1-a racolth, avere riproduzioni di totali o parziali vecchie opere su– blimi, fatte con adattamenti allo nuove esigenze de~~:'~f~· invece questa racolt..\do,•esse essere eser– cilata senza 1·isor,•o - come testò si ò voluto sosle– nel'e da scrittori 1·oputatl grandi - allora bisogne– rebbe non più st81'0 a scer\'ellarsi noi pensa,·e e imaginaro; bisognerebbe Industriarsi solo ad avere una belln rorma di osprosslono, e andare facendo razzia dei penslel'l altr•ul, con ta1>posui ph'.1 nascosti

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