Critica Sociale - Anno VI - n. 4 - 16 febbraio 1896

60 CRITICA SOCIALE dol capitalismo o ne sono minacciati; se cosi fosse, Lucio anobbe ragione di conclude1-c che i capita– listi stessi dovrebbero costituire roggetto della no. stra agitazione, la quale assume1·ebbe perciò quelle formo sentimentali o quel carattere vagamente umnnital'io a cui alludo il nonomi nella sua clas– sincnzione dei rnri metodi cli propaganda. Si tratta in,•cco di rivolgerei soltanto a coloro su cui l'eco– nomia capitalista ope1·a la ostt·aziono dnl sopra– valo1·0, tentando di infondere in essi la coscienza del fatto di cui sono vittime, e di april'e la loro mente alla visione dell'unico mezzo - la produzione so– cialista - con cui possano ,•eramente ridh-entare proprietari dei frutti del loro la,•oro. A ogni modo - replic.'\ Lucio - finchè il pic– colo proprietario non è veramente proletarizzato voi non potrete con,•e1·tirlo « colla enunciazione di questa tesi astratta». Voi vi im1u·omettete un mi– racolo. « Voi Yolete - son suo parole - espu • gna1·0 una posiziono sociale, non colla for1.a, non col desta1·e nella classe cho la occupa una co– scienza p1·opo1·1.ionata ai suoi interessi presenti, ma voloto espugnarla con unn concezione della vita in disannoma colle condizioni reali o attuali di questa classe, colla visione del ruturo o colla pro(ezia, il che vuol dire con dello pa1"0le. Ma questo, lascia– temelo dire, non è più socialismo, è apocalissi. » Oli intorossi presentii Ma noi abbiamo dimostrato, 01· ora, come sia appunto in forza degli interessi presenti che il piccolo p1'0prietario devo es.sere con– dotto alla concezione socialista. Non ò solo la sua mol'to futura come p1'0prietario, ma anche il pre– sente suo sfruttamento, ciò che noi possiamo e dobbiamo porgli davanti alla coscienza. Al qual proposito ò necessario tenei· conto di una circo– sta111.adi grandissimo peso: che in ogni regione d'Italia la pili gran parto dei piccoli p1'0prietari è costretta a cercarsi un reddito supplemcntaro nel la,•01-0 salariato. La scarsa feracità del suolo (la piccola p1'0priotà è specialmente diffusa nelle re– gioni asciutto o montane) e la piccolezza del podere tolgono la possibilità che tutta la famiglia si so~ stenti di quel che esso produce. li piccolo proprie– tario devo mettersi perciò a servizio d'altri per una parto pili o meno lunga dell'anno. L'artigiano della campagna clern spesso subire questa stessa nocossitù. Per lo meno alcuno della famiglia deve uscire dalla casa e cercare altrove un tozzo di pane. Qua è la moglie che va a lavorare sui campi di lino o sui prati del grande p1•opriotario; là è la nglia che si dà alla risaia o alla filanda; altrove è il Oglio che scende al piano nell'e~'\ della fal– ciatura, o va cercando, come b1-acciante, i \a\·ori tli sterr'O. llalla Sicilia all'Abruzw. dall'Abruzzo alle Romagne, dalle Homagne alla Valtellina, questo fenomeno si ripeto in grandi proporzioni. 1❖1 è si– gnHlcanto come già di questo fenomeno si sia reso conto, naturalmente a suo vantaggio, il capitale industriale, che colloca i suoi opHlc'ì precisamente nelle regioni a piccola proprietà - alto Bergamasco, alto Bresciano, Biellese, Valtellina, allo Veneto, ecc. - do\'e, insieme alla quasi gratuita della fo,·za moh'ice. tram anche la forza umana a un prezzo cosi ,•ilo quale altro,·o difncilmente tro"erebbe. Gli « interessi presenti» del piccolo proprietario non sono dunque soltanto quelli che riguardano il sopi-a-rnloro da lui ceduto, sui prodotti della sua p1·oprieti,, al capitale mercantile, ma sono anche c1uelli cJ1ehanno radico nello srruttamento direl– ti\monto esercitato su lui o su alcuno della sua fami~lia dalla grande proprietà o dal capitale in– dustriale. . .. Certo che, malgrado tutto ciò, ò appunto con « delle JXll'Ole ~ che la cosciem:a di questi celi può essere espugnala; con delle p.'\t'Ole, ossia, secondo Lucio vuol dire, con delle pal'Ole che non suouano appello a un interesso tangibile o immediato.- Lucio ha ragione, ma t1'0pporagione. Perché sal'ebbe ovvio domandargli se, anche nei rapporti col p1'0letariato più genuino o più perfetto, i socialisti possano valer$i di altre armi che non siano semplici parole, o, \'ogliam dire, se, anche quando si .tratta di tras– formare il proletariato salal'iato in socialista, sia possibile e lecito fare assegnamento sopra moventi di interesso immediato. Se la nosil'a pa1"0larirnlta al piccolo proprietario è non socialismo, ma apo– cahssi, é piu o meno apocalissi anche la propaganda in mezzo alla mass.., dei salariati. Forse che a co– slo1-o noi diciamo: diventate socialisti o sarete· felici T O non ò invoco d0\•e1'8nostro di ammonirli am.itutto che 1:1. via è lunga, che aspra è la lotta, e che il compenso ne sarà colto forse non da loro, ma dai 101"0Oglii La molla dell'interesso immediato può giocare una parte clccisi\'a solo in due forme di propaganda: una, quella che chiameremmo e possibilista» o che, correndo dieh'O il successo del momento, si preoccupa di presentare alle masse una mèta p1-alica e dei vantaggi palpabili: questa è la propaganda che fa un grande uso dei cosl detti e programmi minimi» senza. av\•oderai che i programmi minimi, appunto perchè attuabili nel– l'àmbito della struttura borghose, non possono costituire lo stimolo necessario e sufficiente a p1'0. ,•oca1'8 la formazione della coscienza socialista. L'altra forma di p1'0paganda, che può faro appello all'interesse immediato, è quella che precede o f~~mef o,~: t~ 8 /di!~i~: ;~ u:i~ 11 ~·~~1ti I c:~~1~ 0 è d!!! cara lontana, il nostro partito deve sopratutto fare assegnamento sulla « visiono del futu1·0•· Che so la possibilitò. di ottenere dalle classi dominanti l'attuazione di qualche punto dei p1"0grammi mi– nimi, come, ad esempio, una legislazione in difesa della persona dei lavoratori, o il suffragio unh•er– sale, o l'abolizione delle imposte indirette, può credersi vicina tanto da entrare piultosto nella visione del presente che nella visio110del (uturo, noi, pu1•ripetendo che non ò pe1•questi stimoli che la CO:jcienzasocialista si forma e non è su questi a1-gomenti che dove lrova1·e base la nostra pt'Opa– ganda, possiamo però ossel'\'are che anche sui pic– coli p1"0p1·ietal'iquesta visione, se cosi si vuol chia– mare, del presente 1 agirà come sull'animo degli altri pt'Oletari. E qui ci piace considerare una obiezione mossaci privatamente da un carissimo e ,•alo1"0socompagno nostro, che scri\'e: e Con questo sistema - cioè chiamando a noi anche i piccoli pt'Oprietari - si rn incont1'0 a un gr"Ossoequi,,oco. O noi socialisti ci tr"Overomodomani coi nostri deputati, in Parla– mento, a combattere cont1'0, poniamo, una legge a farnro della piccola propl'ietà, piccola industria, mezzadria, ecc., e allora avremo un gran crac nel nosh'O partito, in quanto gli elettori piccoli pro– pl'ictari, ccc., non voteranno col'tamente mai pili pel <.'andidatosocialista. O i deputati, eletti coi voti dei piccoli p1"0prietari, faranno il comodo dei loro elettori, e noi avremo prestato loro le nostre spalle per salire. Invoco della dittatura p1'0letaria potremo a,•e1·e la dittatura piccolo-borf;hese. » La obiezione del nostro amico parlh•a dalla pre– messa che i trionfi elettorali del partito socialista fossero dovuti a11·equh·oco; os3ia che i YOtidei piccoli-propl'ietari si fossero ottcnul.i colla JH'Omes.sa - implicita o esplicita - di difendere la piccola proprietà cont1'0 l'invadente capitalismo. Ora, data invece In premessa nostra, che cioè la pr'Opaganda tra i piccoli proprietari debba essere quale la trat• teggiammo nell'articolo precedente, l'equh•oco non

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