Critica Sociale - Anno VI - n. 3 - 1 febbraio 1896

CRITICA SOCIALE 41 dire, neppur cominciato (parlo sempre della rormuione della. grande industria agricola), pur ammettendo che ciò dovrà pure avverarsi, secondo il pensiero socialista. Io non presento ratti contrari al principio, e quindi non vi è contraddizione rondamontale; consiglio solo una moua lattica che si adatti allo stadio speciale in cui si trova l'economia agricola. Lo so, l'obbiettivo è l<i, e la linea retta ù quella che voi consigliate. Ma so anche che, accingendosi ad uno. conquista, conviene talvolta ripiegare dalla linea retta, cioè chilometricamento più breve, far magari qualche oontromarcia, pur di scegliere la ,·ia della minor resi– stenza, pur di mettersi nelle condizioni più favorevoli per attaccare, vincere e giungere cosi pill presto, che non andando ciecamente in linea retta, alla mèta fissata. Fate conto che la mia sia una contromarcia (ed ecco la pratica che in un dato momento, per un certo tratto di tempo, sembra contraddire alla direzione prestabilita, cioè al p,•i,,cipio). Nè lo vedo In ciò nulla di spurio, quando lo si dica chiaro ed aperto che la mèta è la trasformazione della proprietà privata in collettiva, che questi non sono che piccoli soccorsi. Allo stesso modo che non è spurio il socialismo di molte Cooperath•e, centri di propaganda socialista, do,·e non si ha più l'illusione che su di esse debba poggiare la rigenerazione economica della società, nel convincimento ormai diffuso che esse son destinate solo ad unii-o gli uomini isolati ed apati delle campagne e a facilitare il lavoro di propaganda. Lascio certi particolari della discussione. Cosl il 8i1Solati ha.tronto in un mio periodo un fin a·ora, di cui si serve per pormi in contraddizione, interpre– tandolo erroneamente. Osservando che la piccola pro– prietà. non è decisamente ostile ai socialisti, con quel fin crora io volevo notare cl1e ciò a.V\'iene benchè manchi ancora. razione della. propaganda. Non pensa,•o, come ha capilo il Bissola.li, alle condizioni economiche. li Bissolatl, parlando poi delle Casse rurali, combatte tutti e tre gli argomenti che io ho esposto in loro speciale favore. 1.• Egli trova che il partilo socialista. non acqui– sterebbe per esse nessun ascendente sugli animi dei piccoli proprietari. All'opposto, egli pensa, esso si pa– ralizzerebbe da sè e contribuendo a radicare nell'animo del piccoli proprietari la persuasione di potere salvarsi andando a ritroso della corrente proletaria. che sbocca nel socialismo. • Evidentemente Il Bissolati dà. sempre troppa importanza. all'influenza economica. di queste Cas3e. La. Pederazione mantovana. del contadini, per es., sorta. per opera di mazziniani, fatta a base d.i Coope– rativo, rra cui molte fiorenti, () passata d"un salto, e con coscienza di ciò che fllceva, nel campo collettivista, persuasa ormai che le Cooperative non potevan essere che palliativi. L"esperimento, l'esito reale di queste ismuzioni economiche () il mezzo più chiaro per per– sua.dere della inanità. di tuttn ciò che non è trasfor– mazione completa del sistema; perchè, pur vivendo, esse dimostrano la. loro impotenza. ad uno sviluppo tale che raccia veder possibile (come speravano i mazziniani per le Cooperativo) nel loro perfezionamento e nella loro rusione la base della struttura sociale deJraY– venire. 2! 1 Il Dissalati trova. anche dannosa l'i,ulipendenza morale che le Casse rurali darebbero ai loro soci. Egli pensa che, se il piccolo proprietario è oggi talvolta allealo del socialista, si è perchè sente sfuggire la propria. Indipendenza; se noi gli procacceremo l"indi– pendenza, o l'illusione di essa, ne smusseremo gli sti– ntoli rivoluzionari e lo risospingeremo fra le flle delle classi conser\·atrici. Questa obbiezione del Bissolati urta contro un con– cetto molto chiaro di psicologia. Intendiamoci bene, innanzi lullo,sulla portata di queste Casse rurali. Potranno esse (destinate a portar soccorso in determinale urgenze) esercitare un'influenza benetlca tanto forte da permettere ai piccoli proprietari di arricchire e passare dalla piccola proprietà. alla media 1 :Eh! no. l.. a loro influenza economica. ò mollo più mo– desta Si ridurranno a permettere a molti di questi piccoli proprietari di vivere, ma modestissimamente, per molli si potrebbe dire meschinamente, liberandoli dalla media e grande proprietà. e dai piccoli capila.listi di campagna., che li tengono legati continuamente mani e piedi. Dato ciò, vi pare proprio che questo piccolo miglio– ramento sia. destinato a smussare gli stimoli rivolu– zionari e a fare dei conservatori? f: qui che contro il Bissolo.ti sorge la osservazione psicologica, la. quale ci mostra che ruomo, completamente legato, abbandona ogni resistenza. dell"animo, si avvilisce e, nell'abitudine della sottomissione, va man mano perdendo il senso della libertà.. Nell'uomo invece che comincia a sentire i primi effetti dell'indipendenza si va sviluppando questo senso della libertà. e dell'emancipazione e, poichè trova nelle sue condizioni materiali una maggior possibilità. di movimenti e nel suo stato psicologico dei bi:.mgni sempre più imperiosi, cosl egli è nelle condizioni mi– glio ri por pr ogredire. È ciò che accade nei laboratorii agli anima.li destinali alla vh•isezione: se li volete rasse– gnati e tranquilli legateli strettamente, rate che non trovino più nessuna. possibilità, nessuna. speranza. di movimento; se essi sentiranno allentarsi alcun poco uno solo dei loro lacci, balenerà. loro la speranza di potersi liberare o ciò li agiterà e li rirarà. ribelli. E i piccoli proprietari delle campagne (anche quelli che non stanno sulla china. della dissoluzione) sono, in generale, logo.ti mani e piedi alla. media e grande pro– prietà.. Non credo col Bissolati che solo da oggi essi sentano sfuggire la loro indipendenza; credo ch'essi non l'abbiano mai avuta e che la loro conquista sarà dimcìle anche perchè essi sono, con l'afl1ltanza, con la colonia, col bisogno di credito, ecc., legati più ancora che Il contadino salariato. Allentiamo qualcuno dei loro lacci ed ossi si andranno ranivando a pensieri di li– bertà. e di benessere e saranno nelle condizioni migliori materiali e psicologiche per accogliere la propaganda. socialista. 3. 0 L'i11scg11u.mmto morale che io mi aspetto dalle Casse rurali, destinate a mostrare praticamente i van– taggi della socializzazione delle rorze, è anch'esso combattuto dal Bissolati. E ciò perchè, egli nota, la Cassa funziona nel senso di sviluppare l'autonomia economici degli associati. Questo ragionamento del Dissalati andrebbe qualora le Casse avessero la potenza di dare ai soci una. tale autonomia economica da metterli al disopra dei bisogni a cui può sodJisfare la Cassa rurale. Ma ciò non può essere. te Casso aiuteranno, ma il socio non potrà per e11e uscire dal ceto della piccola. proprietà. (salendo cioè alla media) o quindi si troverà. sempre in con– dizioni da do\'erc, più o meno, ricorrere ad esse; non

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